Lo schiaffo ad Assad

Il leader siriano credeva fosse tornata la guerra fredda, ma Mosca gli ha fatto capire che sbagliava

Da un articolo di Guy Bechor

image_2236Gli attempati generali dell’esercito siriano non possono credere ai loro occhi. L’Unione Sovietica è tornata. Dopo aver visto i carri armati russi entrare in Georgia, hanno avuto l’impressione di essere tornati indietro di due decenni, all’epoca in cui la superpotenza sovietica appoggiava il presidente Hafez Assad (padre): un’epoca in cui i consiglieri sovietici stazionavano in Siria, le navi da guerra sovietiche attraccavano nel porto di Tartus e Mosca dava missili e carri a Damasco gratuitamente. Ancora più importante, era l’epoca in cui l’Unione Sovietica forniva alla Siria protezione contro Israele.
Ecco perché i consiglieri del presidente Bashar Assad (figlio) gli hanno dato il peggior consiglio possibile. È giunto il momento, gli hanno detto, di fare alla Russia un’offerta che non potrà rifiutare. E naturalmente Assad, l’eterno principiante, ha accettato il consiglio. E così il presidente siriano è volato a Mosca con una serie di proposte che i generali ritenevano vantaggiose per entrambe le parti.
1. La Siria accetta il dispiegamento russo sul suo territorio di missili terra-terra sofisticati come contrappeso al dispiegamento di missili americani in Polonia.
2. La Siria accetta che i jet dell’aeronautica russa usino il territorio e lo spazio aereo siriani.
3. Il porto di Tartus sarà riaperto.
4. Alla Russia sarà concesso un avamposto militare amico in Medio Oriente, alle porte dell’Europa, e ritornerà ad essere una potenza nella regione.
In cambio Assad intendeva chiedere missili terra-terra sofisticati, oltre ad altri tipi di armi. Si sentiva ottimista, e menzionò la sua proposta in un briefing con i giornalisti russi alla vigilia del suo viaggio a Mosca.
La reazione dei russi ha colpito il leader siriano come uno schiaffo. La risposta di Putin e Medvedev alla sua richiesta è stata: “non ci interessa.” Non avevano interesse ad imbarcarsi in una nuova guerra fredda. Lo schiaffo è stato anche peggiore perché i russi si sono rifiutati di vendere missili avanzati ai siriani aggiungendo alcune condizioni. Primo, avrebbero venduto alla Siria solo armi difensive e non offensive. Secondo, non avrebbero venduto alla Siria armi che modificassero l’equilibrio garantito dalla supremazia militare di Israele sulla Siria. Terzo, qualunque cosa venderanno dovrà essere pagata in contanti, e in anticipo.
I russi sanno molto bene che l’economia siriana è instabile. Sanno che gli iraniani aiutano i siriani con i pagamenti, ma sanno anche che l’Iran stesso si trova di fronte a grandi difficoltà.
Assad ha ingoiato l’insulto ed è tornato a Damasco. Perché il “pacchetto dorato” di Assad non aveva nessuna possibilità? Perché la Russia non è l’Unione Sovietica. Quello che i generali di Assad non hanno afferrato è che, invadendo la Georgia, la Russia ha causato a se stessa danni economici e politici che ci vorranno anni a riparare. La Russia è un paese capitalista che fa affidamento sulla propria economia, e l’economia ha reagito con grande ansia agli avvenimenti in Georgia. Gli investitori che hanno risollevato l’economia russa oggi stanno letteralmente scappando: dodici miliardi di dollari sono stati portati fuori dalla Russia solo nelle ultime due settimane. L’indice RTS della borsa russa è sceso del 32%, e il rublo russo è stato deprezzato. La Russia non aveva la possibilità materiale di continuare questo conflitto.
Va inoltre ricordato che, a questo punto, la Russia è strettamente legata a Israele, non meno e forse di più che alla Siria. Un milione e mezzo di ex russi risiedono in Israele, e l’industria israeliana high-tech è molto importante per l’economia russa. Il mondo nell’era della globalizzazione (una parola con cui la Siria ha ancora ben poca dimestichezza) non tornerà ad essere in bianco e nero, e non ci sarà nessuna babushka russa ad aspettare Assad con una soluzione magica.

(Da: YnetNews, 28.08.08)