L’Occidente apre all’Iran mentre Teheran indice di nuovo un concorso di vignette per sbeffeggiare i morti della Shoà

Il presidente della Knesset: “Non ci sono parole abbastanza forti per descrivere il disprezzo e lo sdegno”

Olocausto: "Sciocchezze, non credo che sia avvenuto... Ma credo che avverrà". (vignetta di Shlomo Cohen su Israel HaYom)

Olocausto: “Sciocchezze, non credo che sia avvenuto… Ma credo che avverrà” (vignetta di Shlomo Cohen su Israel HaYom)

L’Iran ha annunciato che terrà una nuova edizione del concorso di vignette negazioniste sulla Shoà. Quest’anno il premio del concorso è stato aumentato da 12.000 a 50.000 dollari. Il concorso, organizzato dalla Municipalità di Teheran, chiede a vignettisti di tutto il mondo di inviare disegni che negano, sminuiscono o sbeffeggiano lo sterminio nazista degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, accusando gli ebrei d’averlo inventato e/o sfruttato per cinici tornaconti di guadagno e di potere.

A differenza delle edizioni precedenti, è particolarmente significativo il fatto che quest’anno il concorso è organizzato dalle autorità ufficiali della capitale iraniana, ed è particolarmente proiettato a livello internazionale. Inoltre il premio in denaro è stato più che quadruplicato.

Al concorso, che si terrà nel mese di giugno 2016, è prevista la partecipazione di “artisti” provenienti da circa cinquanta paesi, stando a quanto riportato lo scorso dicembre dall’agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Irna.

Ai primi di gennaio il presidente della Knesset Yuli Edelstein ha esortato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a condannare il concorso di Teheran. In una lettera dai toni molto severi, Edelstein ha scritto: “Non ci sono parole abbastanza forti per descrivere il disprezzo e lo sdegno dello stato di Israele, del popolo israeliano e di tanti altri in tutto il mondo di fronte alla prova ricorrente che l’Iran persiste nella sua negazione e derisione della Shoà, a dispetto della sua falsa facciata di tolleranza. L’attuale presidente dell’Iran non differisce dal suo famigerato predecessore, Mahmoud Ahmadinejad, e come quello non tenta nemmeno di nascondere l’intenzione dell’Iran di eliminare lo stato di Israele”.

Il “mito delle camere a gas” abbattuto dal negazionista Fourisson, in una delle vignette che parteciparono al concorso iraniano del 2006

Anche l’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha invitato Ban Ki-moon a condannare il concorso definendolo “un atto antisemita che incarna la malvagità del regime iraniano”. “Negare la Shoà è una delle più potenti espressioni di antisemitismo, che legittima l’uccisione di milioni di ebrei innocenti” ha scritto Danon al Segretario generale sottolineando come l’annuncio sia giunto in prossimità della Giornata internazionale della Memoria del 27 gennaio: “Mentre il mondo ricorderà le atrocità dell’Olocausto, ancora fresche nella nostra memoria collettiva, uno stato membro dell’Onu ospiterà un concorso che oltraggia la memoria dei sei milioni di ebrei assassinati durante la Shoà. Le Nazioni Unite devono risolutamente opporsi all’odio e condannare duramente questo atto orrendo”.

La negazione della Shoà non è un fatto raro nella Repubblica Islamica, dove sono già stati indetti almeno due analoghi concorsi prima di questo. Il concorso dello scorso anno era stato organizzato da due enti “culturali” con sede a Teheran, la House of Cartoon e il Sarcheshmeh Cultural Complex. La prima edizione, nel 2006, era stata lanciata dal quotidiano iraniano Hamshahri. Stando agli organizzatori, alla prima edizione avevano partecipato più di 750 vignette inviate in Iran da tutto il mondo, comprese opere provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. Fra tutte, ne furono scelte 200 che andarono a comporre una mostra nel museo di Teheran.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 13.1.16)

 

“Rohani arriva a Roma alla vigilia del Giorno della Memoria, mentre nel suo paese viene bandito un concorso con premi in denaro per la migliore vignetta che prende in giro l’Olocausto”. Lo ha detto l’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon in un’intervista pubblicata da Il Giornale alla vigilia della visita ufficiale del presidente iraniano Hassan Rohani. “Sarebbe giusto – ha aggiunto Gilon – che il governo italiano prendesse una posizione pubblica, e non nel chiuso delle stanze, su almeno uno dei tanti temi che l’accordo sul nucleare non ha nemmeno scalfito”. (Da: Il Giornale, 24.1.16)