L’offensiva non era sbagliata: lo furono preparazione e conduzione

Winograd: Israele non può sopravvive in Medio Oriente senza deterrenza, forza e resistenza

image_1989“Israele ha intrapreso una guerra prolungata che è terminata senza una chiara vittoria israeliana sul piano militare. Un’organizzazione paramilitare ha resistito per settimane all’esercito più forte del Medio Oriente. Hezbollah ha bombardato coi razzi l’interno di Israele per tutta la durata della guerra e le Forze di Difesa non hanno saputo garantire una risposta efficace. La vita dei cittadini, che hanno abbandonato la case chiudendosi nei rifugi, ne è risultata sconvolta”. Lo ha detto mercoledì il giudice Eliyahu Winograd presentando il rapporto finale della sua commissione sulla seconda guerra in Libano (estate 2006) al Centro Congressi di Gerusalemme. Quella guerra, ha aggiunto, è stata “una grande occasione mancata”.
Winograd ha anche detto che, sebbene la decisione di lanciare un’operazione di terra nelle ultime 60 ore del conflitto fosse corretta, l’offensiva dell’ultimo momento non migliorò la posizione di Israele e che vi furono “gravi carenze” nei comandi delle forze armate. Furono più di 30 i soldati israeliani caduti nell’offensiva lanciata poco prima che entrasse in vigore la tregua mediata all’Onu, e il primo ministro Ehud Olmert venne severamente criticato per aver dato quell’ordine. “Ma non fu sbagliato in sé intraprendere l’operazione di terra – ha affermato Winograd – Essa fu anzi una decisione necessaria e ragionevole, date le circostanze e le informazioni in quel momento disponibili, nonostante i suoi limitati risultati e il doloroso prezzo pagato. Essa ha fornito a Israele il necessario spazio di flessibilità diplomatica. Siamo persuasi che primo ministro e ministro della difesa agirono in base ad una solida e onesta valutazione di quello che in quel momento era, ai loro occhi, necessario per l’interesse del paese”. Winograd ha aggiunto che quadri militari e politici sono piuttosto responsabili del ritardo con cui venne lanciata l’offensiva, e che la conduzione di quella battaglia suscita “gravi interrogativi” sulla conduzione della guerra nel suo complesso.
Winograd ha dichiarato che “la decisione di Israele di scendere in guerra senza la necessaria preparazione è stata una grave deficienza”, spiegando che, sebbene il rapporto non indichi specifiche responsabilità individuali per gli errori commessi, questo non significa che non vi siano responsabilità personali.
Secondo Winograd le Forze di Difesa israeliane, soprattutto a causa della condotta degli alti comandi specie delle forze di terra, hanno mancato il compito di fornire al livello politico dei risultati militari che potessero servire come base per un’azione politica e diplomatica. “La responsabilità per questo esito ricade soprattutto sulle forze armate – ha detto – ma anche sulla discrepanza fra le modalità d’azione e gli obiettivi fissati a livello politico”.
“Abbiamo rilevato errori e carenze nel processo decisionale e nel lavoro preparatorio a livello sia politico che militare e nell’interazione fra i due livelli – ha detto Winograd – Abbiamo rilevato errori e carenze negli alti quadri militari, nella qualità della preparazione delle forze e nell’esecuzione degli ordini. Abbiamo rilevato gravi errori e carenze, a livello politico e militare, nella mancanza di pianificazione strategica. E abbiamo rilevato errori e carenze in tutto ciò che concerne la difesa della popolazione civile e le sfide poste dai colpi che essa ha subito. Israele non ha saputo usare la sua forza militare in modo efficace e competente”.
La critica alle forze armate ricade soprattutto sugli alti comandi, mentre truppe di terra, navali e aeree vengono elogiate dal rapporto per la determinazione dimostrata durante la guerra. Winograd ha elogiato i successi delle forze aeree israeliane, ma ha sottolineando che non si può fare totale affidamento sulle sue pur notevoli capacità. “Le forze aeree – ha detto – meritano un encomio per gli straordinari risultati conseguiti in questa guerra. Tuttavia v’era chi, fra gli alti comandi della forze armate e alcuni quadri politici, coltivava la speranza che le capacità delle forze aeree potessero risolvere da sole il conflitto. In realtà, i pur notevoli successi delle forze aeree furono necessariamente limitati, e vennero erosi dalla debolezza della prestazione complessiva delle Forze di Difesa”.
“Tali debolezze sono state in parte il frutto di una inadeguata preparazione e pianificazione strategica e operativa, che risale a molto tempo prima della seconda guerra in Libano”, ha sottolineato Winograd.
Ciò nondimeno, ha aggiunto, la guerra ha conseguito risultati diplomatici non indifferenti. “La risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza – ha spiegato –, e il fatto che sia stata adottata all’unanimità, costituiscono un successo per Israele. Questo è un dato che rimane, anche se dovesse risultare che soltanto una parte di quanto previsto dalla risoluzione è stato attuato o verrà attuato”.
Winograd ha poi affermato che la guerra ha riportato in primo piano questioni che alcuni settori della società israeliana avevano preferito trascurare: in particolare il fatto che Israele non può sopravvivere in Medio Oriente, e non può viverci in pace, se la popolazione israeliana stessa e quella dei paesi vicini non è ben convinta che Israele dispone della leadership politica e militare, delle capacità militari e della resistenza sociale che lo mettano in condizione di dissuadere i vicini che vogliono attaccarlo, e di impedire loro di farlo, se necessario anche con il ricorso alla forza militare.
“Noi ci auguriamo – ha concluso Winograd – che i risultati e le conclusioni del primo rapporto provvisorio e di questo rapporto finale non inducano soltanto a porre rimedio agli errori e agli insuccessi, ma aiutino la società israeliana, i suoi leader e i suoi intellettuali, a promuovere gli obiettivi di lungo termine d’Israele e a sviluppare le appropriate modalità per affrontare le sfide e superarle”.

(Da: Jerusalem Post, Ha’aretz, 30.01.08)