Lunedì 16: se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana del 15 giugno

Il Jerusalem Post richiama l’attenzione su un nuovo disegno di legge sponsorizzato dal governo sull’infiltrazione illegale in Israele che metterebbe sullo stesso piano coloro che realmente cercano asilo politico e quelli che vengono solo a cercare uno standard di vita più alto. Mentre l’editoriale condivide l’obiettivo del disegno di legge di creare “un deterrente contro l’ingresso in Israele senza attraversare i valichi di frontiera”, chiede tuttavia ai legislatori di rivedere la legge per essere assolutamente sicuri che, pur proteggendo i legittimi interessi di Israele, vengano anche rispettati il diritto internazionale e i valori ebraici.

Yediot Aharonot discute la richiesta di un’azione militare su larga scala nella striscia di Gaza e dice: “Occuperemo Gaza, la cancelleremo, e poi?”. L’editoriale sostiene che la seconda guerra in Libano ha cambiato poco “eccetto che per i 166 israeliani che non sono tornati a casa.”

Ma’ariv asserisce che “l’assassinio dell’avvocato Yoram Chacham è un altro anello nell’occupazione delle nostre vite da parte della malavita”, e aggiune che “le minacce contro il personale della polizia, la violenza crescente contro i medici, gli assistenti sociali e altri impiegati nei servizi sociali forniscono un quadro più ampio.”

Ha’aretz critica le recenti osservazioni del vice premier Haim Ramon a proposito del punto di vista del governo sul ruolo del Procuratore Generale, dichiarando che un pubblico ufficiale non dovrebbe agire come un avvocato della difesa per un governo che prende decisioni avventate e poi si aspetta che siano giustificate di fronte alla Corte Suprema.