L’Unione Europea finanzia la requisizione di fatto di terre in Area C da parte palestinese

Un rapporto del Ministero dell'Intelligence israeliano denuncia la sistematica violazione degli Accordi di pace

Strutture abusive in Area C finanziate dall’Unione Eurpea

Negli ultimi sette anni l’Unione Europea ha speso mezzo miliardo di dollari a sostegno di un piano dell’Autorità Palestinese volto a prendere il controllo sull’Area C della Cisgiordania in violazione degli Accordi di pace firmati dalle parti e garantiti dalla stessa Unione Europea. E’ quanto emerge da un rapporto redatto a giugno dal Ministero dell’Intelligence israeliano e pubblicato martedì col titolo “L’assistenza straniera come significativo acceleratore nei processi di acquisizione”, in occasione del dibattito sull’argomento presso la Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset.

“La stima approssimativa è che nel periodo 2014-2021 almeno mezzo miliardo di dollari sia stato trasferito ai palestinesi attraverso vari canali, ma è possibile che la somma sia stata maggiore”, afferma il rapporto. Inoltre ogni anno, secondo il rapporto, una somma di circa 20 milioni di euro viene stanziata per sostenere le battaglie legali palestinesi contro la presenza di ebrei israeliani in Area C e contro la barriera di sicurezza anti-terrorismo. Non basta. Negli ultimi dieci anni, l’Unione Europea ha speso circa 170 milioni di euro per piani regolatori generali dello sviluppo palestinese in Area C, con il sostegno in particolare di Gran Bretagna, Francia e Belgio. Il rapporto sottolinea che il 99% di tali piani regolatori palestinesi è stato finanziato dall’Unione Europea.

I dati del rapporto sembrano avvalorare l’accusa da tempo avanzata secondo cui l’Autorità Palestinese continua a rafforzare la sua presa sull’Area C che, in base agli Accordi di pace del 1993-95, è sotto controllo militare e civile israeliano fino al raggiungimento di un accordo negoziale sullo status definitivo. L’analisi condotta dal Ministero dell’Intelligence su questa campagna per il controllo dell’Area C si focalizza sul sostegno dell’Unione Europea alle attività palestinesi condotte in Area C in violazione di quegli Accordi: edilizia illegale, creazione di piani regolatori generali per attività di costruzione, piani per un registro catastale palestinese.

Strutture abusive in Area C finanziate dall’Unione Europea

Il rapporto esprime la specifica preoccupazione che il piano per la registrazione catastale dei terreni possa essere utilizzato per promuovere cause legali in Area C. Da quando nel 1967 la Cisgiordania, precedentemente occupata dalla Giordania, è passata sotto il controllo di Israele, le autorità israeliane hanno censito le terre in Area C per determinare se fossero di proprietà pubblica o di proprietà privata, ma non hanno intrapreso alcun programma su larga scala per la registrazione catastale dei terreni. Gli Accordi di Oslo, firmati tra il 1993 e il 1995, conferiscono alle autorità israeliane il pieno controllo della registrazione dei terreni in Area C, mentre all’Autorità Palestinese spetta la registrazione delle proprietà sotto la sua giurisdizione nelle Aree A e B. Ma l’attuale piano catastale palestinese, finanziato dall’Unione Europea, interessa terreni in tutta la Cisgiordania, compresa l’Area C in violazione di quanto previsto dagli Accordi di Oslo. La registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese, avverte il rapporto del Ministero dell’Intelligence, è “un’arma importante” nella campagna legale contro Israele: “In assenza di un processo di registrazione alternativo – dice il rapporto – c’è la ragionevole probabilità che prima o poi i tribunali in Israele e/o altrove adottino la registrazione palestinese”, che consiste in un progetto “Geographic Information System” basato sulla legge giordana a cui lavorano circa 600 dipendenti in 100 filiali, e che potrebbe essere completato entro il 2022.

Secondo l’opinione espressa in Commissione esteri e difesa da alcuni rappresentanti del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione israeliana nei Territori, la registrazione dei terreni da parte dell’Autorità Palestinese in Area C non ha alcuno status legale e non rappresenta una minaccia. Di diversa opinione alcuni parlamentari dell’opposizione di destra che hanno chiesto una discussione di gabinetto sul rapporto e una formale dichiarazione che il catasto dell’Autorità Palestinese non è valido per l’Area C. La Commissione esteri e difesa, presieduta dal parlamentare Ram Ben Barak (di Yesh Atid), ha affermato che al dibattito pubblico di martedì farà seguito nel prossimo futuro una sessione a porte chiuse.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 18.1.22)

Strutture abusive in Area C finanziate dall’Unione Europea