Magre aspettative su Annapolis

Il sondaggio “Indice della pace” in vista della conferenza prevista negli Usa

Da un articolo di Ephraim Yaar e Tamar Hermann

image_1866Questi i principali risultati del sondaggio d’opinione periodico “Indice della pace”, condotto fra l’8 e il 10 dal Tami Steinmetz Center for Peace Research e dall’Evens Program in Mediation and Conflict Resolution dell’Università di Tel Aviv.
Circa due terzi (65%) della popolazione ebraica d’Israele ritiene che, dal punto di vista israeliano, è impossibile andare avanti all’infinito con lo stato attuale dei rapporti fra Israele e palestinesi.
Una percentuale analoga di cittadini ebrei israeliani (62%) è d’accordo che, tra le questioni più urgenti all’ordine del giorno del paese, vi sia il tentativo da parte del governo di arrivare a un accordo di pace con i palestinesi.
Tuttavia, una buona maggioranza di essi (56%) non crede che la conferenza di pace in programma per la fine di novembre ad Annapolis (Usa) possa migliorare significativamente le chance di raggiungere una pace permanente israelo-palestinese, né promuovere un chiarimento di fondo delle divergenze fra le due parti (57%).
Alla luce di queste magre aspettative, non stupisce che solo una piccola minoranza (20%) dica di seguire con constanza i preparativi diplomatici in vista della conferenza.
Lo scarso livello di aspettative per la conferenza è senza dubbio collegato alla convinzione che vi sia un divario troppo ampio fre le posizione delle due parti. Ad esempio, una considerevole maggioranza degli ebrei israeliani (59%) si dice contraria al trasferimento sotto autorità palestinese dei quartieri arabi di Gerusalemme perché diventino la capitale del futuro stato di Palestina nel quadro di un futuro accordo di pace.
Circa la questione dei profughi, si regsitra un consenso molto ampio (87%), trasversale allo spettro delle forze politiche, secondo il quale Israele non deve accettare il “ritorno” dei profughi palestinesi (e loro discendenti) all’interno del paese stesso.
Il sondaggio ha inoltre rilevato che, tra i cittadini ebrei d’Israele, vi sono più contrari (52%) che favorevoli all’idea di affidare agli Stati Uniti un potere arbitrale, incaricandoli di stabilire quali concessioni dovrebbe fare ogni parte in caso di impasse negoziale.
Infine risulta che la popolazione ebraica d’Israele non ha fiducia nelle possibilità di manovra del proprio governo. Trasversalmente a un po’ tutto lo schieramento politico, una schiacciante maggioranza (77%) ritiene cher il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il suo governo non siano politicamente abbastanza forti per firmare un accordo di pace con i palestinesi nel presupposto che tale accordo comportrebbe sostanziali concessioni da parte isareliana.

(Da: Ha’aretz, 16.10.07)