Mercoledì 6: se ne discute in Israele

Alcuni commenti dagli editoriali della stampa israeliana del 5 agosto

The Jerusalem Post commenta su come Libano e Hezbullah si stanno fondendo in un’unica nuova entità , presentando una posizione sempre più aggressiva verso Israele. Osservando che le armi stanno continuando a fluire a Hezbullah attraverso la Siria in svergognata violazione della risoluzione di sicurezza ONU 1701, l’editorialista chiede agli agenti responsabili nella comunità internazionale di ascoltare gli ammonimenti di Israele con la massima serietà ed agire per chiudere il rubinetto che porta armi in Libano.

Yediot Aharonot osserva che fin dalla guerra del Kippur ci sono elezioni in Israele ogni due anni e mezzo in media. “I Primi Ministri”, sostengono gli editorialisti, “hanno anticipato o sono stati costretti ad anticipare le elezioni, non a causa di ‘inchieste’, ma per la più semplice delle ragioni: hanno perso la fiducia del pubblico e l’abilità di governare”. Il giornale suggerisce che, “è preferibile venire a patti con la volontà collettiva del pubblico ed accorciare il periodo tra le elezioni a due anni e mezzo”.

Ma’ariv osserva l’incredibile tempestività con cui un gruppo di attivisti si sono imbarcati nel tentativo di rompere il blocco di Israele alla striscia di Gaza. “Il regime di Hamas a Gaza ha deciso di mostrare al mondo che cosa è capace di fare. Pur mantenendo il controllo di Gaza, hanno disteso dei prigionieri sul pavimento, i loro prigionieri naturalmente, e li hanno massacrati. E questo regime assassino è diventato il cocco di ” Gaza libera”. Gli editorialisti concludono che “ancora una volta abbiamo un legame tra la destra mondiale ed il regno del male”.

Haaretz attacca la Knesset per la sua approvazione della prima lettura dei due disegni di legge che dovrebbero provocare un aumento nelle tasse, e la paragona con gli USA, dove l’esecutivo vuole aumentare le spese ed il Congresso pensa alle tasche dei cittadini – cioè impedisce che le tasse siano aumentate.