Messo fuori legge, in Israele, il Ramo Nord del Movimento Islamico

Netanyahu: “E' un gruppo separatista e razzista che mira a sostituire Israele con un califfato”

Bandiera di Hamas sul Monte del Tempio, a Gerusalemme

Bandiera di Hamas sul Monte del Tempio, a Gerusalemme

Le democrazie hanno la responsabilità di difendersi e hanno il dovere di proteggersi da coloro che cercano di scalzarle. Lo ha detto martedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo l’annuncio della decisione del Gabinetto di sicurezza di mettere fuori legge il “ramo settentrionale” del Movimento Islamico israeliano. La Ramo Nord del Movimento Islamico, ha spiegato Netanyahu, cerca di minare Israele, istiga alla violenza contro civili innocenti in stretta collaborazione con Hamas e punta a sostituire Israele con un califfato.

“Non abbiamo nulla contro l’Islam – ha affermato Netanyahu in un comunicato – Non abbiamo nulla contro i cittadini musulmani d’Israele, che godono di piena parità di diritti e la cui stragrande maggioranza è costituita da persone che rispettano la legge. Ma continueremo ad agire contro gli istigatori e quelli che promuovono il terrorismo”.

L’annuncio della decisione di mettere fuori legge il ramo settentrionale del Movimento Islamico giunge dopo settimane di intensi dibattiti sull’argomento, iniziati poco dopo l’esordio all’inizio di ottobre dell’ondata di terrorismo tuttora in corso. Da settimane vari esponenti del governo, tra cui lo stesso Netanyahu, accusano l’organizzazione d’essere in buona parte responsabile della campagna di menzogne e di incitamento all’odio e alla violenza attorno alla questione del Monte del Tempio che alimenta questa ennesima ondata di terrorismo.

Netanyahu, che aveva sollecitato la decisione come una misura volta a ridurre il livello del terrorismo, ha rilasciato una dichiarazione in cui dice che il divieto significa che chiunque appartenga all’organizzazione, o le fornisca qualsiasi servizio, commette un reato penale punibile con la reclusione. Il Ramo Nord del Movimento Islamico, ha aggiunto Netanyahu, “è un’organizzazione separatista e razzista che non riconosce le istituzioni dello stato di Israele, nega il suo diritto di esistere e invoca l’istituzione al suo posto di un califfato islamico. Il ramo settentrionale del Movimento Islamico appartiene all’islamismo estremista e fa parte del movimento globale dei Fratelli Musulmani: i due movimenti condividono l’ideologia estremista e un obiettivo comune: la distruzione dello stato di Israele”.

Bandiere islamiste in una sede del xxx perquisita martedì dalla polizia israeliana

Bandiere islamiste in una sede del Ramo Nord del Movimento Islamico perquisita martedì dalla polizia israeliana

Sin dal giugno 2014 Netanyahu aveva dato istruzione alle autorità competenti di valutare la messa fuori legge del gruppo a seguito di una manifestazione tenuta a Umm el-Fahm (nord Israele) durante la quale erano stati lanciati appelli a favore del rapimento di soldati israeliani da usare come ostaggi.

L’Ufficio stampa del governo ha diffuso martedì delle informazioni di contesto relative alla decisione in cui si legge che la misura “non è diretta in alcun modo all’islam o alla popolazione arabo-israeliana in generale, che nella stragrande maggioranza rispetta la legge e respinge le istigazioni alla violenza e alle attività terroristiche. Essa, inoltre, non riguarda il ramo meridionale dell’organizzazione Movimento Islamico in Israele”. Osservatori e funzionari della sicurezza israeliana hanno sempre fatto una netta distinzione tra il ramo settentrionale del Movimento Islamico, considerato estremista ed eversivo, e quello meridionale che è invece moderato, e non viene toccato dal divieto.

Secondo la nota del governo, la decisione “nasce dalla minaccia che l’organizzazione Ramo Nord del Movimento Islamico rappresenta per l’ordine pubblico, e la sua continua istigazione alla violenza e all’odio razziale che mette in grave pericolo la vita e l’incolumità fisica dei cittadini”. La nota ricorda inoltre che “il Ramo Nord del Movimento, in collusione con Hamas, ha istituito due gruppi di attivisti – il Murabitun (uomini) e il Murabitat (donne) – pagati per creare provocazioni e molestare ebrei e altri non musulmani che si recano pacificamente a visitare la spianata sul Monte del Tempio. Le attività violente dei membri di questi gruppi hanno portato a un aumento delle tensioni sul Monte del Tempio”. Lo scorso settembre il governo aveva proibito le attività dei gruppi Murabitun/Murabitat.

In seguito alla decisione di mettere fuori legge il Ramo Nord del Movimento Islamico, la polizia israeliana ha perquisito martedì più di una dozzina di sedi del gruppo in tutto il paese, sequestrando computer, dossier e fondi. Le autorità hanno anche congelato i conti bancari dell’organizzazione e hanno consegnato ingiunzioni di chiusura a 17 organizzazioni affiliate al gruppo principale. I documenti sequestrati vanno ad aggiungersi a quelli già nelle mani degli investigatori della polizia e dei servizi di sicurezza che avevano raccolto gli elementi di prova a supporto della decisione del governo. Le prove raccolte hanno evidenziato, tra l’altro, la stretta connessione ideologica e operativa del ramo settentrionale del Movimento Islamico con Hamas e Fratellanza Musulmana. La connessione del Ramo Nord coi terroristi di Hamas è stato un fattore importante nella decisione del governo. I due gruppi hanno collaborato in varie compartecipazioni, attraverso le attività istituzionali del Ramo Nord, e per anni le attività del ramo settentrionale sono state finanziate da organizzazioni legate a Hamas.

(Da: Jerusalem Post. 17.11.15)