“Mi mancano, non li dimenticherò mai. Promesso”

Yom HaZikaron, la giornata in cui Israele ricorda i caduti nella difesa del paese e per terrorismo

Di Yuval Krausz

Yuval Krausz, autore di questo articolo

Cinquant’anni fa iniziavo il mio servizio militare, al servizio del mio popolo e del mio paese. Yakov Springer, cugino di primo grado di mia madre, insieme ad altri dieci atleti olimpici israeliani era stato da poco trucidato dagli assassini di Settembre Nero a Monaco, in Germania.

Mi offrii volontario per le unità di combattimento di prima linea e, dopo sei mesi di addestramento di base, venni accettato come soldato del 13esimo Battaglione della Golani. Per un breve periodo Uri fu il mio comandante di Battaglione. Devo averlo incuriosito. Ero tornato in Israele dopo aver vissuto in Austria e Canada ed ero sicuramente un po’ più vecchio della media delle reclute. Nel mio fascicolo doveva esserci scritto che mi ero distinto in addestramento e che veniva raccomandato il proseguimento della mia formazione.

Avrei dovuto restare in servizio di leva solo un anno per via della mia età. Ma dopo il 6 ottobre del 1973 e la guerra di Yom Kippur, tutti i programmi erano saltati e come tanti altri mi ritrovai con il futuro molto incerto.

Montati su semicingolati della seconda guerra mondiale, noi combattenti della Compagnia B ci eravamo aperti la strada attraverso piccoli villaggi siriani fino a trovarci trincerati a Tel Shams, un monticello fortificato e pieno di bunker una ventina di chilometri a sud di Damasco. Fu lì che venne ucciso Amir, il nostro ufficiale medico. E fu lì che, durante un incontro casuale con un ufficiale proveniente dal mio kibbutz, venni a sapere che Uzi e Avinoam erano stati uccisi. Durante la mia prima licenza di 24 ore appresi che Danny e Dudu, anche loro del mio kibbutz, erano caduti in azione. In  un incontro con Yoni, il mio comandante durante l’addestramento di base, venni informato che erano stati uccisi anche Nachshon e Moshe, compagni di corso.

Soldati del 13esimo Battaglione Golani, fotografati dall’autore a Plugah Bet, in Siria, durante la controffensiva israeliana nella guerra di Yom Kippur (ottobre 1973)

Altri due miei amici rimasero gravemente feriti, ma fortunatamente sono sopravvissuti alle ferite del corpo. Non sono altrettanto sicuro che valga lo stesso per quelle psicologiche.

In precedenza su questo blog ho già scritto molto su Yom HaZikaron, il nostro giorno dedicato alla memoria dei caduti, e sulla perdita e sul dolore. Da soldato della Golani a da comandante di carri armati, e dopo innumerevoli schieramenti sul fronte meridionale di Israele e nella striscia di Gaza, ho potuto trascorrere i miei ultimi tre anni nelle Forze di Difesa israeliane come ufficiale di collegamento in rapporto con l’ufficio di collegamento egiziano e con la Forza Multinazionale di osservatori per il mantenimento della pace (nel Sinai).

Nell’aprile del 1991 ho lasciato Israele per motivi strettamente personali. Un anno e due mesi più tardi, nuova tragedia. I miei due meravigliosi amici, Beno e Ami, sono stati assassinati da terroristi di Hamas. Qualche tempo dopo, Amatzia, anche lui originario del mio (ex) kibbutz, è stato ucciso mentre installava un sistema di irrigazione computerizzato per un contadino israeliano nell’area di Gush Katif, nella striscia di Gaza.

Quest’anno, come tutti gli anni, accenderò una candela commemorativa. Ogni volta che torno in Israele, mi metto in contatto con la vedova di Beno e con suo figlio. Vado ad Ashkelon per incontrare Itzik, il conducente del mio carro armato: mi salvò la vita. Vado a nord fino all’incrocio Golani e visito il Museo della Brigata Golani dove sfoglio i libri commemorativi dei miei compagni d’armi e leggo le testimonianze che vi sono contenute. Chiamo il mio amico David, il mio luogotenente nella Golani: insieme abbattemmo un caccia MIG siriano durante i primi giorni della guerra dello Yom Kippur.

Yom HaZikaron, la Giornata dei caduti

C’è qualcosa di diverso, però, quest’anno. C’è un’altra terribile guerra in corso, che ci entra in casa ogni sera e ogni mattina attraverso la televisione, grazie a impavidi giornalisti e alle reti di news. E tutto ritorna. Anche le armi appaiono stranamente familiari: i carri armati T-55 e T-72, armi dell’era sovietica, i blindati BTR, i lanciagranate RPG, i mitra AK-47… e un popolo determinato che lotta per difendere la propria esistenza. Tutto fin troppo familiare.

Il mia sindrome da stress post-traumatico è un po’ migliorata grazie anche a questi blog che mi permettono di allentare la pressione dei tanti ricordi condividendoli, alcuni in forma anonima, con i lettori. Ma non passa mai del tutto. E basta poco per ricadervi.

L’anno prossimo saranno cinquant’anni da quando io e i miei compagni d’armi abbiamo combattuto per l’esistenza stessa del nostro popolo, del nostro Israele. Miracolosamente sono riuscito a vivere così a lungo e a condividere alcuni dei miei ricordi. E continuare a ricordare. Yom HaZikaron: letteralmente un giorno per ricordare, per sentire la mancanza dei miei amici, per promettere loro – ancora e ancora – che non li dimenticherò mai.

(Da: Times of Israel, 3.5.22)

Dalla sera di martedì 3 alla sera di mercoledì 4 maggio si celebra in Israele Yom HaZikaron, la giornata dedicata al ricordo dei caduti per la difesa del paese e delle vittime del terrorismo.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Difesa, nei dodici mesi dall’ultima giornata dei caduti sono rimasti uccisi 56 soldati e agenti di sicurezza in servizio, mentre altri 84 veterani sono morti a causa delle conseguenze di lungo periodo di ferite e invalidità riportate durante il servizio, portando a 24.068 il numero totale di coloro che hanno dato la vita nella difesa di Israele.

Oltre ai membri delle Forze di Difesa israeliane, l’elenco include membri di diverse milizie che sin dal 1860 combatterono a difesa delle comunità ebraiche in Terra d’Israele prima della nascita dello stato, i caduti della Legione Ebraica che prestò servizio nella prima guerra mondiale e della Brigata Ebraica che combatté (anche in Italia) nella seconda guerra mondiale, nonché membri dei servizi di sicurezza Shin Bet e Mossad, della polizia e del servizio carcerario.

Come ogni anno, durante la mattina di Yom HaZikaron tutto il paese si ferma per due minuti al suono delle sirene in memoria dei caduti.

Mercoledì sera, facendo significativamente seguito alla Giornata dei caduti, e per tutta la giornata di giovedì 5 maggio, si tengono le celebrazioni di Yom HaAtzmaut, 74esimo anniversario dell’Indipendenza.