Migliaia di volontari per pulire spiagge e animali colpiti da una perdita di petrolio al largo della costa d’Israele
La ministra dell’Ambiente: “Se qualcuno sulle navi al largo ha agito in modo irresponsabile, andrà trovato e assicurato alla giustizia"

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e la ministra della protezione ambientale Gila Gamliel, domenica sulla spiaggia di Ashdod
Migliaia di volontari israeliani hanno preso parte a un’operazione di bonifica del litorale a seguito di un massiccio sversamento di petrolio che è stato definito il peggior disastro naturale che ha colpito il paese negli ultimi decenni.
Il governo consiglia agli israeliani di evitare tutte le spiagge del Mediterraneo da nord a sud a causa dell’inquinamento da catrame che ha raggiunto la costa israeliana. Un avviso congiunto emesso dai ministeri della Salute, dell’Interno e della Protezione Ambientale raccomanda alla gente di “non recarsi in spiaggia per nuoto, sport o attività ricreative fino a nuovo avviso”. La raccomandazione riguarda tutte le spiagge da Rosh Hanikra, al confine con il Libano, fino al kibbutz Zikim, al confine con Gaza.
In una conferenza stampa sabato sera, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto che l’incidente è oggetto di un’inchiesta. “Le circostanze che hanno portato a questo incidente sono ancora sconosciute” ha detto Netanyahu, ringraziando tutti coloro che si sono spontaneamente presentati per pulire le spiagge. Secondo i mass-media israeliani, diversi volontari hanno dovuto ricorrere a cure ospedaliere dopo aver inalato fumi tossici. Anche il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha ringraziato i volontari.
Sabato, da Haifa nel nord ad Ashkelon nel sud si potevano vedere lungo la costa mediterranea d’Israele lunghe strisce nere di catrame che hanno colpito le spiagge per oltre 170 chilometri, circa il 40% del litorale israeliano. Nella Riserva Naturale di Gador, vicino alla città settentrionale di Hadera, sono stati soccorsi pesci, tartarughe e altre creature marine ricoperte di catrame. Si ritiene che il maltempo all’inizio della scorsa settimana abbia spinto gli inquinanti verso terra.
In una riunione sabato sera con i responsabili delle amministrazioni locali colpite e i gruppi ambientalisti, la ministra per la protezione ambientale Gila Gamliel ha detto: “L’evento è molto complicato, ma al momento la situazione è sotto controllo”. Domenica un velivolo di pattuglia lungo la costa israeliana non ha rilevato ulteriori segni della fuoriuscita in mare. La situazione viene monitorata con droni anche dal Israel Oceanographic and Limnological Research Institute. Tuttavia, gli esperti avvertono che un’altra mareggiata prevista per martedì potrebbe causare onde alte che potrebbero rimuovere grumi di catrame dalle rocce e portarli sulle spiagge vicine.
Gamliel ha dichiarato che il suo Ministero sta esaminando le informazioni dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima secondo cui quella che sembra essere una fuoriuscita di petrolio è stata avvistata su immagini satellitari una settimana fa, a circa 50 km dalla costa israeliana. Lo scenario più probabile è quello di una perdita non dichiarata di decine di tonnellate di petrolio da una petroliera. Gamliel ha detto che all’origine dell’evento potrebbe esserci una o più di una della decina di navi che sono transitate nei paraggi. “La nostra natura, l’ambiente marino e la nostra salute non sono terra di nessuno – ha detto la ministra – Qualcuno che ha agito in modo negligente e irresponsabile è responsabile del catrame inquinante che ha danneggiato le spiagge e gli animali. Stiamo utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione per trovare i responsabili dell’incidente, esercitare tutti i poteri che abbiamo e assicurarlo alla giustizia”.
A proposito dell’operazione di bonifica, per la maggior parte organizzata dalle amministrazioni locali insieme all’Authority per la natura e i parchi e ad altri enti ambientali, Gamliel ha detto che è stato commovente vedere “migliaia di volontari che sono accorsi durante il fine settimana, e l’impegno dal parte della gente nello sforzo di ripulire le spiagge. Il catrame è una sostanza pericolosa – ha poi aggiunto la ministra – e i volontari che vogliono continuare ad aiutare sono invitati a farlo solo coordinandosi con le autorità locali, l’Authority per la natura e i parchi e l’organizzazione no profit Ecoocean per la conservazione degli ambienti marini e costieri, che è pronta a dar loro istruzioni”. La pulizia del catrame dagli animali da salvare viene effettuata utilizzando oli speciali. È un processo lungo che richiede pazienza e delicatezza.
Domenica il direttore di Ecoocean Arik Rosenblum, ha detto in una conferenza via Zoom con le organizzazioni ambientaliste che finora 7.000 persone si sono offerte volontarie per aiutare a ripulire le spiagge e molte altre si stanno registrando.
Il direttore dell’Authority per la natura e i parchi, Shaul Goldstein, ha definito l’incidente “il peggior disastro naturale in Israele negli ultimi decenni”. La grande quantità di catrame ha causato enormi danni alla vita marina e, secondo gli esperti, ci vorranno decenni perché si riprenda appieno.
Il capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Aviv Kochavi, ha concordato con Goldstein che a partire da questa settimana migliaia di soldati saranno mobilitati per aiutare nella mappatura delle aree colpite dalla perdita, nella pulizia delle spiagge e nello sgombero dei rifiuti dai siti interessati.
(Da: Israel HaYom, Times of Israel, Ha’aretz, 21.2.21)