Ministro degli esteri dell’Oman: “Israele appartiene al Medio Oriente: da qui sono venuti la Torah e i profeti israeliti”

“Il miglioramento delle relazioni tra Israele e i suoi vicini è possibile e porterebbe stabilità al Medio Oriente a vantaggio sia dei palestinesi che degli israeliani”

Il ministro degli esteri dell’Oman, Yusuf bin Alawi bin Abdullah

Intervenendo al “2018 Manama Dialogue” organizzato a fine ottobre nel Bahrain dall’International Institute for Strategic Studies, il ministro degli esteri dell’Oman, Yusuf bin Alawi bin Abdullah, ha dichiarato: “Israele è uno dei paesi della regione, tutti lo sappiamo e lo capiamo. Forse è ora che Israele abbia gli stessi privilegi e gli stessi doveri degli altri paesi” del Medio Oriente. Il ministro omanita ha aggiunto che il miglioramento delle relazioni tra Israele e i suoi vicini è possibile e porterebbe stabilità al Medio Oriente, a vantaggio sia dei palestinesi che degli israeliani. L’imporrante presa di posizione è giunta sulla scorta della visita ufficiale in Oman fatta dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo scorso 26 ottobre. Il video dell’intervento del ministro degli esteri dell’Oman è stato postato su internet il 27 ottobre.

 

Yusuf bin Alawi bin Abdullah: “Lasciate che vi dica una cosa che dico qui per la prima volta. Israele è uno dei paesi della regione, e tutti noi lo capiamo e lo sappiamo. Tutto il mondo lo capisce e lo sa. Tuttavia, le interazioni di Israele con i suoi vicini e la sua regione sono diverse dalle sue interazioni con altri paesi. Forse è ora che Israele abbia gli stessi privilegi e gli stessi doveri degli altri paesi. Perché? Perché, e questi sono i fatti, la storia ci dice che la Torah è apparsa in Medio Oriente e che i profeti degli Israeliti provenivano dal Medio Oriente. Nella storia islamica, c’erano ebrei anche a Medina. Viviamo in un mondo che cambia. Israele può giovare ad altri e trarre giovamento da altri. Le sofferenze dei palestinesi, degli arabi, degli israeliani e persino degli ebrei in tutto il mondo… Quando gli ebrei visitano le zone del Medio Oriente, arrivano con passaporti americani o europei. Passano, ma non è così che dovrebbe essere. Pertanto, alla luce dell’atmosfera generale di questi giorni, noi riteniamo che queste cose possano essere realizzate e che ciò servirà grandemente agli interessi sia dei palestinesi che degli israeliani, e porterà anche stabilità in Medio Oriente, che è la regione più importante del mondo”. (Da: MEMRI, 1.11.18)

Secondo un’alta fonte diplomatica israeliana citata domenica da Israel HaYom, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe recentemente incontrato il ministro degli esteri dell’Oman, Yusuf bin Alawi, che la settimana scorsa si trovava a Ramallah per un incontro con rappresentanti dell’Autorità Palestinese. Funzionari governativi a Gerusalemme hanno detto di essere rimasti colpiti dalle dichiarazioni conciliati del ministro degli esteri dell’Oman, che hanno suscitato critiche in tutto il mondo arabo. Secondo un servizio apparso venerdì sul quotidiano pan-arabo edito a Londra Asharq Al-Awsat, Netanyahu avrebbe in programma di visitare nel prossimo futuro un altro paese del Golfo Persico. No comment delle fonti ufficiali israeliane.
(Da: Israel HaYom, 4.11.18)

Un treno della pace da Tel Aviv all’Oman?

Seth J. Frantzman

Scrive Seth J. Frantzman: Su invito del suo omologo omanita, il ministro dei trasporti israeliano Israel Katz si è recato lo scorso fine settimana in Oman per partecipare a una conferenza sui trasporti a Mascate, durante la quale ha illustrato l’idea di costruire una linea ferroviaria regionale: un “treno della pace” che colleghi il Mar Mediterraneo all’Oceano Indiano. E’ da cento anni che non viene avanzato un piano così ambizioso nella regione. D’altra parte, uno sguardo alle infrastrutture ferroviarie esistenti spiega come mai ogni eventuale piano di questo genere richiederebbe decenni per essere completato.

Le prime grandi ferrovie in Medio Oriente furono costruite dagli Ottomani, i quali crearono una rete di linee che dalla Siria si estendeva verso Baghdad, Haifa e l’Hegiaz (la parte ovest dell’odierna Arabia Saudita). Ci vollero 15 anni per costruire la linea ferroviaria che collegava Haifa a Damasco passando per Dara’a. La linea per Baghdad, che iniziava a Istanbul e attraversava Aleppo e Mosul, non venne completa che negli anni ’40, dopo che l’impero era scomparso da un pezzo.

Un’altra parte delle linee venne posato dagli inglesi, che fra l’altro collegarono l’Egitto a Beersheba e oltre, inizialmente allo scopo di rifornire le loro truppe impegnate nelle battaglie della prima guerra mondiale contro la Turchia ottomana.

Nel 1948, l’attacco dei paesi arabi contro Israele (Guerra d’indipendenza israeliana) e il successivo rifiuto arabo di negoziare la pace con lo stato ebraico posero fine al sogno di una regione collegata al proprio interno da linee ferroviarie. Data la posizione geografica di Israele, dal Golfo di Aqaba al Mediterraneo le linee ferroviarie che un tempo collegavano l’Egitto alla Giordania e alla Siria restarono forzatamente inattive e abbandonate.

I resti di un treno turco caduto in un’imboscata degli arabi guidati da Lawrence d’Arabia nell’Hegiaz durante prima guerra mondiale

Ora, però, i progetti di Katz potrebbero portarle a nuova vita. In base ai nuovi piani, la Giordania potrebbe diventare un hub del trasporto regionale. Secondo il Jordan Times, già nel 2010 Amman ha iniziato a valutare la fattibilità di un progetto ferroviario, anche se finora l’idea non si è concretizzata. Stando a notizie circolate nell’agosto 2018, una compagnia cinese sarebbe interessata a contribuire alla costruzione di diverse linee che colleghino Aqaba ad Amman, e Amman al confine siriano via Irbid o Mafraq. Un’altra linea passerebbe attraverso Zarqa fino ai confini sauditi e iracheni: andrebbe a sostituire parte della storica ferrovia dell’Hegiaz costruita dagli Ottomani (resa famosa dagli attacchi di Lawrence d’Arabia durante la Rivolta Araba anti-turca della prima guerra mondiale).

Una tempo l’Iraq disponeva di una rete ferroviaria, utilizzata dal periodo britannico fino all’era di Saddam Hussein. Dopo il 2003 il nuovo governo iracheno ha pianificato diverse linee, compresa una verso la Siria e la Giordania. Tuttavia, l’unica che funziona è una linea che va da Baghdad a Bassora. Tutti i progetti per il rilancio di altre linee sono stati sospesi a causa della guerra all’ISIS.

In Siria la guerra civile ha distrutto l’infrastruttura ferroviaria. Anche il vicino Libano un tempo era dotato di un sistema ferroviario, in gran parte sviluppato dai francesi. Un piano per rimettere in funzione la linea da Beirut a Tripoli, e magari su fino a Homs, in Siria, è stato lasciato cadere a causa della guerra siriana e altre tensioni. Una delegazione cinese è arrivata a settembre di quest’anno per valutare la possibilità di investire nuovamente nel progetto.

A differenza della Siria, dell’Iraq e del Libano con le loro infrastrutture ferroviarie in decadenza, e della Giordania che ha infrastrutture ma non ha finora investito in nuove linee, la Saudi Railways Organization saudita vanta 1.380 km di binari, principalmente da Dammam, sul Golfo Persico, a Riad. A settembre è stata inaugurata una seconda linea chiamata Haramain High-Speed Railway, che collega Mecca a Gedda con l’intenzione di raggiungere Medina, e che si presenta come il più grande progetto di treno elettrico in Medio Oriente.

La nuova linea veloce Tel Aviv-Gerusalemme, recentemente inaugurata in Israele

Negli Emirati Arabi Uniti, la Etihad Rail sta pianificando una linea di 1.200 km che alla fine dovrebbe raggiungere il confine con l’Arabia Saudita e l’Oman. Viene costruita per fasi, con una linea per trasporto merci che correrà lungo la costa, toccando le città principali come Abu Dhabi e Dubai. Comprende una linea, inaugurata nel 2013, che collega i campi petroliferi di Shah e Habshan al porto di Ruwais, concepita come parte di un’unica rete ferroviaria del Golfo che tuttavia ha incontrato numerosi ostacoli. Nel 2016, alcune parti del progetto sono state messe in stand-by, ma secondo un articolo di The National potrebbero essere riattivate.

L’Oman, dove è stato invitato Katz, ha incrementato negli ultimi anni la sua rete ferroviaria. Nel 2015 il sultano Qaboos bin Said al-Said ha approvato due ulteriori porzioni di una rete ferroviaria multi-fase. La prima fase collega Al Buraimi, sul confine con gli Emirati Arabi Uniti, con il porto di Sohar. Una seconda fase dovrebbe spingersi fino ad Ibri, e una terza dovrebbe raggiungere il porto di Al Duqm. Alla fine potrebbe trattarsi di un asse lungo 2.135 km.

Per collegare il tutto, l’Arabia Saudita dovrebbe completare il suo progetto North-South Railway: una linea da 2.400 km che collegherebbe Riad ad Al-Haditha, sul confine giordano e che porterebbe l’Arabia Saudita a disporre di circa 3.900 km di binari. Il progetto è iniziato nel 2005 e le prime porzioni avrebbero dovuto essere completate entro il 2012. Nel 2017 il primo treno passeggeri ha viaggiato sulla linea da Riad a Qassim, ma resta molto lavoro da fare per collegarla a Emirati Arabi Uniti, Oman e Giordania.

A giudicare da ritmi di sviluppo dei vari piani ferroviari della regione, par di capire che qualunque visione di un “treno della pace” che colleghi Israele agli stati del Golfo richiederà nella migliore delle ipotesi molti molti anni per vedere la luce.

(Da: Jerusalem Poist, 1.11.18)