Missile anti-cancro sviluppato presso lospedale Hadassa

image_323Il Centro medico dell’università Hadassa Ein Kerem di Gerusalemme ha sviluppato una terapia sperimentale anti-cancro che sembra promettere molto bene. Tale tecnica è basata sull’uso di linfociti appartenenti a donatori ignoti che vengono attivati in laboratorio per essere trasformati in “cellule cancro-distruttrici”.

Sperimentata su pazienti malati di cancro con tumore già minimizzato da operazioni, chemioterapia e/o radioterapia, la tecnica è riuscita a sconfiggere la malattia in alcuni pazienti, sebbene ci vorranno cinque anni per sapere se essi siano guariti, come ha dichiarato il Prof. Shimon Slavin, capo del dipartimento Weisner di trapianto di midollo osseo e immunoterapia del cancro presso l’ospedale e pioniere di questa e altre terapie innovative.

Slavin ha spiegato la sua tecnica, brevettata e utilizzata unicamente presso l’ospedale Hadassa, nella domenica d’inaugurazione delle nuove attrezzature “day-care” del dipartimento per pazienti affetti da tumori. Precedentemente situato in strutture inadeguate, in grado di curare 4,000 pazienti l’anno, il centro è stato trasferito in un ambiente gradevole e confortevole all’interno del Sharett Institute of Oncology. In seguito a esperimenti riusciti sugli animali, diciotto anni fa Slavin e la sua squadra hanno verificato per primi gli effetti di linfociti attivati di un donatore che non si adattavano perfettamente a quelli del ricevente.
Il caso era quello di un bambino di Tel Aviv malato di leucemia terminale che non sopportava le terapie convenzionali e al quale, mediante un trapianto di midollo osseo dalla sorella maggiore sana, erano state somministrate cellule formative. “Il paziente era tornato a casa apparentemente sano, ma presto aveva sviluppato un tumore sulla fronte e sul collo che gli permetteva a malapena di respirare. La madre ci pregò di tentare qualcos’altro, così noi gli somministrammo dei linfociti presi da sua sorella, un’iniezione settimanale per sei settimane. I tumori retrocedettero, il respiro tornò regolare e il suo sangue canceroso sparì. Oggi,” ha dichiarato orgoglioso Slavin, “il ragazzo è sano e sta facendo il servizio militare. Quanto appreso dal suo caso ci ha aiutati a salvare decine di migliaia di vite, “ ha aggiunto, dal momento che la tecnica è stata adottata in tutto il mondo.

Nella nuova tecnica sperimentale utilizzata unicamente presso l’ospedale Hadassa sono usate, invece, cellule formative e linfociti di donatori completamente ignoti.

Ciò sconvolge il sistema immunitario del paziente, per cui le cellule cancro-distruttrici cercano e distruggono tutte le cellule cancerose rimaste, prima che il sistema immunitario stesso elimini le cellule-distruttrici. Le “cellule maligne” che possono danneggiare il paziente possono essere separate dalle “cellule benigne”, che sfrecciano nel corpo e distruggono le cellule cancerose rimanenti come un “missile guidato.” Il paziente non risente di alcun effetto collaterale tipico dei trattamenti convenzionali.

“Interleukin 2” è compreso nel pacchetto dei servizi medico sanitari per altre condizioni mediche, ma non per questa applicazione sperimentale, motivo per cui i fondi per la pubblica sanità hanno fin’ora rifiutato di sovvenzionare i trattamenti. Slavin, che l’anno scorso ha curato diverse dozzine di pazienti con svariate tecnologie sperimentali, aiuta a coprire le spese – comprese tra gli 8,000 e i 24,000 NIS per paziente – grazie a donazioni ricevute dall’Hadassa.

(Da: Jerusalem Post, 25.07.04)

Nella foto in alto: il prof. Shimon Slavin.