Misurare la temperatura della pace con l’Egitto

A trent’anni dallo storico viaggio di Sadat a Gerusalemme

Da un articolo di Yoav Stern

image_1903Eroe o traditore? Un dittatore o, piuttosto, un leader con una grande visione? Una persona fredda o un mago dei media in anticipo sui tempi?
In Egitto il dibattito sul retaggio del presidente Anwar Sadat (1918-1981) è ancora aperto. Molti egiziani ritengono che Sadat abbia danneggiato gli interessi egiziani procurando un disastro al mondo arabo nel momento in cui ha forgiato una pace separata con Israele. Altri plaudono alla strada da lui intrapresa e sottolineano che è stato Sadat quello che capì che l’Egitto doveva scrollarsi di dosso il peso della guerra se voleva concentrarsi sul proprio sviluppo economico.
Ho chiesto a molti egiziani di definire il lascito di Sadat. Le risposte si sono generalmente diversificate. C’è chi vede Sadat come un bene per l’Egitto, ma molti hanno da ridire sul modo in cui operava. “Gamal Abdel Nasser parlava al nostro cuore e rimane un eroe – spiega una giornalista egiziana – La sensazione è che Sadat avesse un stile che lo allontanava dalla gente. Parlava al cervello, non al cuore. Per questo era molto meno popolare”.
Un suo collega dice che Sadat era “un meraviglioso dittatore”. Un “dittatore”, perché normalmente decideva tutto da solo. Quando decise di recarsi in Israele e parlare alla Knesset, il 19-20 novembre 1977, il suo ministro degli esteri rassegnò le dimissioni. Nei successivi negoziati con Israele, si dimise anche il ministro che lo aveva sostituto. E gli stati arabi denunciarono Sadat come traditore. Ma anche “meraviglioso”, perché vi sono ben pochi egiziani, oggi, che vorrebbero davvero tornare all’epoca della guerra continua contro Israele e alle massicce spese militari.
La stazione della metropolitana di piazza Tahrir, nel centro del Cairo, è intitolata a Sadat. Non ci sono scritte che diano conto della sua eredità, ma una grande scultura sulla parete in due punti della stazione non lascia spazio ai dubbi: Sadat fu il responsabile della pace. Si vede Sadat che guarda mentre un angelo che libera la colomba della pace.
Dieci giorni prima della sua storica visita in Israele, Sadat proclamò dal podio del parlamento egiziano che era pronto ad andare anche in capo al mondo, anche alla Knesset, pur di portare la pace. Quando i suoi consiglieri e sua moglie gli chiesero stupefatti cosa avrebbe fatto se fosse stato veramente invitato alla Knesset, rispose semplicemente che avrebbe accettato. Alla fine pagò con la vita questa sua scelta.
Il presidente del Circolo Diplomatico egiziano, Hassan Eissa, era assistente del ministro egiziano per gli affari presidenziali all’epoca di Sadat e trascorse molto tempo col presidente nell’esercizio delle sue funzioni. Ricorda Sadat come un uomo molto caloroso, di carattere eccezionalmente “nobile”.
Gli alti funzionari egiziani conoscono bene i reclami di Israele per una pace tra i due paesi che sembra sempre troppo fredda. Trent’anni dopo la visita di Sadat Gerusalemme, esiste un turismo israeliano verso il Sinai, vi sono visite, esiste una cooperazione in campo agricolo. Ma c’è ancora una profonda diffidenza verso Israele, e la qualità delle relazioni viene misurata costantemente. “Dovete smetterla di misurare continuamente la temperatura della pace – dice Hassan Eissa – Vi sono relazioni, e come sempre vi sono alti e bassi”.
Ciò che guida il governo del Cairo, secondo molti egiziani, è la sicurezza nazionale. Il trattato di pace con Israele ne è un caposaldo, ma anche gli eventi nei territori palestinesi hanno la loro influenza a causa dell’ira che creano nel pubblico egiziano. Hassan Eissa dice che il regime non può non riflettere l’ira della gente, anche se tiene a sottolineare che in fondo, dopo tutte le crisi, i rapporti rimangono intatti.

(Da: Ha’aretz, 19.11.07)

Nella foto in alto: L’allora presidente egiziano Anwar Sadat parla alla Knesset il 20 novembre 1977

Si veda anche:

The hate industry: a review of anti-Semitic literature published in Egypt in recent years and sold at the Cairo International Book Fair (in inglese)

http://www.terrorism-info.org.il/eng/eng_n/hate_ind_1107e.htm