Mohammed El-Kurd: accuso Israele di apartheid e non mi importa se non è vero

L'osannato attivista palestinese ammette che l’accusa è strumentale e serve solo ad aizzare l’opinione pubblica contro lo stato ebraico

I ricercatori di HonestReporting sono rimasti letteralmente a bocca aperta quando hanno ascoltato la scioccante dichiarazione in cui Mohammed El-Kurd, l’attivista palestinese più amato dai mass-media, ammetteva di sapere che Israele non è uno stato di apartheid.

Nel filmato del suo video-intervento all’Adelaide Writers’ Week, condiviso sul blog Israellycool, El-Kurd ha confessato di usare la pesantissima accusa contro Israele solo per l’effetto che esercita in termini di formazione dell’opinione pubblica, senza curarsi se il termine corrisponda o meno alla realtà.

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Mohammed El-Kurd: Penso alla parola stessa in quanto parola… non mi riferisco neppure alla definizione legale della parola “apartheid”, non sto parlando del crimine contro l’umanità ma della parola negativa che è “apartheid” e della connotazione negativa che comporta nella mente del pubblico. Penso che sia in grado, e lo è stata, di generare e fissare uno slittamento culturale nel modo in cui le persone approcciano e parlano di Palestina. Ma sono meno preoccupato per l’accuratezza della parola. Sapete, io e i miei amici abbiamo queste discussioni su “è colonialismo di colonizzazione”, “è apartheid”, “è brutalità poliziesca”, “è pulizia etnica”, è questo, è quello. Non mi interessa. Finché è in atto un discorso in cui il cattivo è chiaramente raffigurato, penso che vada bene.

L’ammissione, fatta davanti al festival della letteratura australiano gremito di pubblico, conferma ciò che molti sospettavano da tempo: quando si tratta di Israele, agli “attivisti” filo-palestinesi come El-Kurd non importa nulla della verità fattuale; sono ben contenti di diffondere evidenti menzogne se ciò serve a promuovere la loro distorta agenda anti-israeliana.

Il fatto è che El-Kurd ha più e più volte accusato Israele di attuare un sistema di apartheid contro gli arabi palestinesi. Una rapida occhiata al suo account Twitter mostra che ha usato il termine innumerevoli volte nel suo incessante sforzo di convincere la gente a boicottare lo stato ebraico: accusa Israele di apartheid nei tweet in cui elogia l’azienda Ben & Jerry’s per il controverso tentativo di bloccare la vendita dei suoi gelati in Cisgiordania e in cui esorta altre imprese a seguirne l’esempio; così come usa il termine apartheid nei tweet in accusa Israele di essere un “regime genocida”.

In realtà El-Kurd, che vanta un lungo curriculum di sostegno al terrorismo palestinese e diffusione di propaganda antisemita, si è costruito un’intera carriera diffondendo la calunnia dell’apartheid al pubblico occidentale: è il “corrispondente locale dalla Palestina” per The Nation, è stato inserito insieme alla sorella Muna nell’elenco annuale delle 100 persone più influenti del mondo stilato dalla rivista TIME, e si fa pagare fino a 10mila dollari a volta nel lucroso circuito dei conferenzieri titolati, comprese numerose apparizioni nei college americani.

Ora che El-Kurd ha pubblicamente ammesso la natura consapevolmente calunniosa dell’accusa a Israele di apartheid, smetteranno i mass-media di prendere ogni sua affermazione come oro colato?

(Da: honestreporting.com, 9.3.23)