Né Gaza, né la Cisgiordania, e nemmeno Gerusalemme ci potranno bastare

I leader di Hamas ribadiscono che la lotta armata è la sola strategia per la distruzione di Israele.

image_847Il leader di Hamas Khaled Mashaal ha dichiarato mercoledì che il ritiro israeliano dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania settentrionale segna l’inizio della fine del sogno sionista in Palestina. Le dichiarazioni di Mashaal, che parlava ai giornalisti a Beirut, sono state diffuse in diretta dalle principali tv satellitari arabe.
Definendo il ritiro “una sconfitta di fronte alla lotta armata palestinese e un passo significativo di dimensioni storiche”, Mashaal ha affermato che “la lotta armata e la risolutezza del nostro popolo hanno costretto i sionisti al ritiro. La lotta armata è in grado di porre fine all’occupazione sionista e di conseguire tutti i nostri diritti. La lotta armata è la sola strategia di Hamas”.
Mashaal ha ribadito che il suo movimento si rifiuta di deporre la armi: “Finché vi saranno delle terre palestinesi sotto occupazione – ha detto – Hamas non abbasserà le armi”. Mashaal ha aggiunto che Hamas non è interessata a uno scontro con l’Autorità Palestinese. “Hamas non compete con l’Autorità Palestinese – ha spiegato – Tuttavia rifiutiamo i tentativi di monopolizzare il potere”.
Mahmoud Zahar, il principale leader di Hamas nella striscia di Gaza, in un’intervista pubblicata mercoledì dal quotidiano arabo di Londra Asharq Al-Awsat ha dichiarato che, dopo il disimpegno israeliano, il suo movimento sposterà le proprie attività in Cisgiordania. “Ora, dopo la vittoria nella striscia di Gaza – ha detto Zahar – trasferiremo la lotta prima in Cisgiordania, poi a Gerusalemme. Continueremo la lotta fino a quando avremo liberato tutte le nostre terre. Questo è un giorno importante per I palestinesi e dimostra che la lotta armata porta i suoi frutti”.
Ad una domanda sui progetti futuri di Hamas, Zahar ha risposto: “Né la liberazione della striscia di Gaza, né la liberazione della Cisgiordania, e nemmeno quella di Gerusalemme ci potranno bastare. Hamas proseguirà la lotta armata fino alla liberazione di tutte le nostre terre. Noi non riconosciamo lo Stato di Israele, né il suo diritto di trattenere un solo centimetro di Palestina. La Palestina è terra islamica e appartiene ai musulmani”.
Zahar ha poi affermato che il disimpegno rafforzerà il morale del mondo arabo e islamico, e “influenzerà positivamente” le campagne anti-americane in Afghanistan e Iraq. “Siamo parte di un grande movimento globale chiamato Movimento Islamico Internazionale”, ha aggiunto l’esponente islamista palestinese.
Anche il Comitato di Resistenza Popolare, un’alleanza di vari gruppi terroristi palestinesi attivi nella striscia di Gaza, ha espresso mercoledì l’intenzione di trasferire tecnologia militare e officine di missili in Cisgiordania dopo il disimpegno israeliano. Muhammed Abdel Al (Abu Abir), uno dei leader del Comitato, ha dichiarato che la sua organizzazione ha già iniziato a trasferire in Cisgiordania tecnologia per la fabbricazione di missili e altre competenze militari. “Trasferiremo due terzi del nostro budget in Cisgiordania” ha dichiarato, e ha aggiunto: “I nostri missili hanno una gittata di 18 chilometri, il che significa che, lanciandoli da Kalkilya, possiamo colpire la città occupata di Tal al-Rabi [Tel-Aviv]”.

(Khaled Abu Toameh su Jerusalem Post, 17.08.05)

Vedi anche:
Fine dell’occupazione?

http://israele.net/prec_website/mappepal/pagina01.html