Netanyahu: “Israele condanna il terrorismo, l’Autorità Palestinese lo celebra”

Intanto il capo dell'ISIS minaccia: "Siamo sempre più vicini, la Palestina sarà il cimitero degli ebrei"

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Un poster di Fatah (movimento che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen) esibito a un raduno a Nablus in onore del “martire” (shahid) Samir Kuntar

Aprendo la riunione settimanale del governo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito domenica la condanna degli atti di terrorismo ebraico (con particolare riferimento all’inchiesta in corso sul mortale attentato di cinque mesi fa contro una casa del villaggio palestinese di Duma, che ha portato a diversi arresti e centinaia di interrogatori). Netanyahu ha anche sottolineato che, esattamente come le dimensioni del terrorismo ebraico non sono nemmeno lontanamente paragonabili al ben più esteso terrorismo palestinese, così anche la reazione della società israeliana è completamente diversa da quella dell’Autorità Palestinese.

Netanyahu ha fatto notare come in Israele la condanna del fenomeno del terrorismo ebraico sia immediata e generale, a partire dal governo e da tutte le istituzioni politiche, culturali e religiose. “Qui noi condanniamo il terrorismo – ha detto il primo ministro – là, loro lo esaltano. Nell’Autorità Palestinese intitolano piazze e strade in onore dei terroristi, e gli versano uno stipendio. C’è un’enorme differenza tra l’approccio sano della società e della democrazia israeliana che rigetta il terrorismo, lo condanna e lo combatte, e quello dell’Autorità Palestinese che purtroppo lo incoraggia e alimenta”.

Netanyahu ha detto d’aver mostrato al governo il filmato che nei giorni scorsi ha inorridito tutto il paese, in cui si vede un gruppo di estremisti ebrei che ballano ad una festa di matrimonio a Gerusalemme brandendo armi e coltelli e inneggiando all’assassinio a Duma della famiglia Dawabshe, e di averlo mostrato per mettere assolutamente in chiaro che quello che compare nel video è un gruppo “estremista e totalmente marginale”. “Di certo non rappresenta il sionismo religioso” ha detto Netanyahu, ricordando le condanne giunte dagli esponenti di quella parte politica. Ha poi aggiunto che il tentativo di identificare il sionismo religioso con quel fenomeno “costituisce una vera e propria ingiustizia a un’importante componente della popolazione israeliana che è fedele allo stato e dà il proprio leale contributo al paese e alla sua difesa”.

Netanyahu ha poi elogiato i servizi di sicurezza (Shin Bet), che sono stati oggetto nei giorni scorsi di attacchi e accuse da parte dell’estrema destra proprio a causa delle indagini e degli interrogatori a carico di sospetti terroristi ebrei. Netanyahu ha ribadito che i servizi di sicurezza fanno un lavoro estremamente prezioso, e che agiscono sotto il controllo della legge e del sistema giudiziario e in completo coordinamento con la politica del governo volta a “combattere il terrorismo ovunque si trovi”. E ha concluso: “Non siamo disposti a tollerare terrorismo e assassini da qualsiasi parte provengano”.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 27.12.15)

 

Agosto 2014: jihadisti dell'ISIS fotografati durante la loro temporanea occupazione di Quneitra, nel Golan siriano visino ql confine con Israele

Agosto 2014: jihadisti dell’ISIS fotografati durante la loro temporanea occupazione di Quneitra, città del Golan siriano vicina al confine con Israele

Il capo dello “Stato Islamico” (ISIS) Abu Bakr al-Baghdadi ha diffuso sabato una minaccia esplicita contro Israele, la prima di questo genere pronunciata personalmente dall’autonominato “Califfo” jihadista. In una registrazione audio postata sui social network, al-Baghdadi avverte che le sue forze “incontreranno presto [gli ebrei] in Palestina” e aggiunge che “Israele la pagherà cara per mano dei nostri combattenti”.

“Se la coalizione islamica contro l’ISIS fosse veramente islamica – afferma al-Baghdadi nella registrazione – allora dichiarerebbe la rottura di tutti i legami con i suoi padroni ebrei e crociati e dichiarerebbe che il suo obiettivo è quello di uccidere gli ebrei e liberare la Palestina. Gli ebrei pensavano che noi avessimo dimenticato la Palestina e di aver deviato da essa la nostra attenzione. Niente affatto, oh ebrei. Noi non abbiamo dimenticato la Palestina neanche per un momento. Con l’aiuto di Allah, noi non la dimenticheremo. I pionieri dei combattenti jihadisti vi circonderanno, in un giorno che voi pensate sia distante e noi sappiamo essere vicino. Ci stiamo avvicinando ogni giorno di più. Voi non potrete mai trovare conforto in Palestina, oh ebrei. La Palestina non sarà il vostro paese o la vostra casa: sarà il vostro cimitero. Allah vi ha radunati in Palestina affinché i musulmani vi uccidano, affinché vi nascondiate dietro le pietre e gli alberi”. [Al-Baghdadi si riferisce al famoso hadith Al-Bukhari (una dichiarazione non compresa nel Corano, ma attribuita a Maometto), che recita: “Il Giorno del Giudizio non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra e l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”].

L’ultima volta che si era sentita la voce di al-Baghdadi era stato in una registrazione dello scorso maggio. A ottobre, tuttavia, un ramo dell’ISIS a Damasco aveva diffuso un video di minacce formulate in ebraico con accento francese. “Entreremo nella moschea di Al-Aqsa [a Gerusalemme] come conquistatori e le nostre autobombe colpiranno i bastioni degli ebrei”, affermava nel video un terrorista dell’ISIS. E aggiungeva che “nessun ebreo verrà lasciato vivo” una volta che i combattenti dell’ISIS avranno conquistato la Giordania e saranno arrivati ai confini d’Israele: “Non sono chiacchiere. Avanzeremo verso di voi da tutto il mondo, da nord e da sud, dal Sinai e da ogni parte”. Il filmato in ebraico era stato preceduto da una serie di video in cui l’ISIS glorificava l’attuale ondata di aggressioni mortali contro i cittadini israeliani. Postati da siti sotto il controllo dello “Stato Islamico” in Siria e in Iraq settentrionale, alcuni di questi video si sono diffusi sui social network accompagnati dall’hashtag #BeheadtheJew (decapitare l’ebreo).

In un altro video pubblicato il mese scorso, l’ISIS aveva nuovamente minacciato di muovere guerra contro il popolo ebraico. Affiancato da terroristi a volto coperto armati di mitra, un uomo che brandiva un coltello si rivolgeva a “tutti gli ebrei, discendenti di scimmie e maiali” avvertendo che lo “Stato Islamico” intende infiltrarsi in Israele per compiere attentati: “Veniamo da ogni parte del mondo per macellarvi”, concludeva il terrorista.

(Da: Times of Israel, YnetNews, 26.12.15)