Netanyahu: “La pulizia etnica degli ebrei dalla Cisgiordania è contro la pace”

E’ quello che pretendono i palestinesi, ma il mondo fa finta di non capire

In un video postato venerdì sulla sua pagina Facebook, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha replicato senza giri di parole agli attacchi di chi sostiene che la presenza di ebrei israeliani in Giudea e Samaria (Cisgiordania) ostacola la pace. Netanyahu ha detto che il principale ostacolo è, in realtà, la volontà della dirigenza palestinese di imporre in qualunque accordo di pace una vera e propria “pulizia etnica” degli ebrei da quei territori.

Nel video girato in inglese, Netanyahu ha detto: «Sono sicuro che molti di voi hanno sentito dire che le comunità ebraiche in Giudea e Samaria, in Cisgiordania, sono un ostacolo alla pace. Questo concetto mi ha sempre lasciato perplesso, giacché nessuno sosterrebbe sul serio che i quasi due milioni di arabi che vivono all’interno di Israele sono un ostacolo alla pace. Infatti non lo sono. Anzi, la diversità di Israele dimostra la sua apertura e disponibilità alla pace Eppure la dirigenza palestinese reclama di fatto uno stato palestinese con una pre-condizione: niente ebrei. C’è una locuzione per questo: si chiama pulizia etnica, ed è una pretesa vergognosa. E ancora più vergognoso è che il mondo non trovi questa pretesa vergognosa. Alcuni paesi, per il resto civili, addirittura promuovono questa vergogna. Domandatevi: accettereste la pulizia etnica nel vostro paese? Un territorio senza ebrei, senza ispanici, senza neri? Da quando in qua l’intolleranza costituisce un fondamento per la pace? In questo preciso momento, degli scolari ebrei in Giudea e Samaria stanno giocando nei parchi-giochi con i loro amici. E’ la loro presenza che rende la pace impossibile? Non credo proprio. Credo che ciò che rende impossibile la pace è l’intolleranza verso gli altri. Le società che rispettano tutte le persone sono quelle che perseguono la pace. Le società che pretendono la pulizia etnica non perseguono la pace. Immagino un Medio Oriente in cui i giovani, arabi ed ebrei, apprendono insieme, lavorano insieme, vivono insieme fianco a fianco, in pace. La nostra regione ha bisogno di più tolleranza, non meno. Dunque, la prossima volta che sentite qualcuno dire che gli ebrei non possono vivere in qualche territorio, per non dire nella loro patria ancestrale, fermatevi un momento a riflettere su cosa questo implichi. La pulizia etnica per la pace è un assurdo. E’ ora che qualcuno lo dica. Io l’ho appena fatto”.
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Poche ore dopo la diffusione del video, è giunta la dura reazione della portavoce del Dipartimento di stato Usa Elizabeth Trudeau. Interpellata in proposito durante una conferenza stampa, Trudeau non ha risposto agli argomenti di Netanyahu, concentrandosi solo sul tema degli insediamenti. “Ovviamente – ha detto – siamo fortemente in disaccordo con il descrivere coloro che si oppongono alle attività di insediamento, o che vi vedono un ostacolo alla pace, come coloro che in qualche modo invocano la pulizia etnica degli ebrei dalla Cisgiordania. Noi riteniamo che l’uso di questo tipo di terminologia sia inappropriata e di nessun aiuto. Condividiamo l’opinione delle precedenti amministrazioni e della comunità internazionale secondo cui l’attività di insediamento in corso è un ostacolo alla pace, e continuiamo ad esortare entrambe le parti a dimostrare con le azioni e le scelte politiche un genuino impegno per la soluzione a due stati”. Trudeau ha aggiunto che, secondo gli Stati Uniti, la politica negli insediamenti solleva “reali dubbi sulle intenzioni a lungo termine di Israele in Cisgiordania”.

“Questa strada conduce all’Area A sotto l’Autorità Palestinese. L’ingresso è vietato ai cittadini israeliani, pericoloso per la vostra vita ed è contrario alla legge israeliana”

Non volendo avviare un botta-e-risposta con il Dipartimento di Stato, l’ufficio del primo ministro israeliano non ha risposto ai commenti di Washington. Una fonte vicina a Netanyahu ha tuttavia sottolineato che il video non intendeva fare altro che mettere in evidenza una “vergognosa pretesa palestinese” con cui Israele deve fare i conti, e che l’argomento “pulizia etnica” sottolineato da Netanyahu nel video era già comparso in altri precedenti interventi, sebbene non con tanta evidenza. Ad esempio, nel gennaio 2014, dopo aver abbracciato in linea di principio l’idea di uno stato palestinese a fianco di Israele, in un’intervista alla prima rete tv del Canada Netanyahu sottolineò come la minoranza araba in Israele abbia pieni diritti e nessuno pretenda che cambi status. “Ora – aggiunse – nello stato palestinese, per come viene prospettato, dicono che nessun ebreo potrà vivere, che sarà ripulito dagli ebrei: una pulizia etnica. Che altro è? Ci sono arabi che vivono qui da noi, ma loro non possono immaginare degli ebrei che vivano là da loro”. Dieci mesi dopo, in un’intervista con l’americana CBS, Netanyahu ribadiva: “L’idea di avere questa purificazione etnica come condizione per la pace, beh credo che sia contro la pace”.

Nel 2013, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) disse ai giornalisti in Egitto che “in una risoluzione finale [del conflitto israelo-palestinese] noi non contempliamo la presenza di un solo israeliano, né civile né militare, sulle nostre terre”.

“In effetti la verità è che questo è un appello per la pulizia etnica – ha detto domenica il ministro israeliano Yuval Steinitz – Bisogna ascoltare quelli che avanzano questa richiesta. In inglese dicono: vogliamo sradicare gli insediamenti perché sono illegali e un ostacolo alla pace. Ma in arabo dicono: vogliamo ripulire il territorio, tutta la Palestina, dalla presenza degli ebrei”. Netanyahu non stava attaccando Washington, ha aggiunto Steinitz, e nel video non ha parlato di come dovrebbe essere un accordo finale, o di cosa dovrebbe prevedere per gli insediamenti. “Netanyahu ha piuttosto sollevato un problema – ha detto Steinitz – Il problema del razzismo e dell’antisemitismo nella propaganda palestinese. Chi vuole davvero che vi sia la pace tra ebrei e arabi non può ignorare questo problema. Non è Netanyahu che parla di pulizia etnica: egli non fa che riportare ciò che dicono gli stessi palestinesi. Lo dicono continuamente, in arabo, nel loro sistema scolastico, nei loro mezzi di comunicazione ecc.”.

(Da: Israel HaYom, YnetNews, Jerusalem Post, 11.9.16)