Netanyahu: “No a un solo stato, ma i nostri vicini non devono essere in grado di minacciarci”

Intervistato dalla BBC, il primo ministro israeliano ribadisce il pericolo Iran: “Quando israeliani e arabi concordano su una cosa, il mondo farebbe bene a prestare attenzione”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha seccamente escluso la soluzione “a un solo stato”, senza tuttavia approvare la creazione senza condizioni di uno stato palestinese. “Non voglio una soluzione a un solo stato, su questo voglio essere molto chiaro e non ho nessun problema ad affermarlo – ha detto Netanayhu domenica scorsa intervistato, dalla BBC al termine della visita in Gran Bretagna in occasione del centesimo anniversario della Dichiarazione Balfour – Ma voglio essere sicuro che ciò che ci sarà accanto a noi sarà qualcosa che non minaccerà le nostre vite. Ciò che fa realmente la differenza è cosa sarà l’altro stato: un Costa Rica o una Corea del Nord? Un altro mini-Iran o un Lussemburgo? I sostenitori della soluzione a due stati non precisano mai cosa esattamente intendono con quel termine. Se l’altro stato non è smilitarizzato, se non riconosce lo stato di Israele, cosa che i palestinesi ancora si rifiutano di fare, allora diventa semplicemente una base per continuare la guerra contro l’unico stato ebraico. Pertanto penso che si debba essere più precisi e dire: quello che noi vogliamo è il riconoscimento, finalmente, dopo cento anni dalla dichiarazione Balfour, il riconoscimento dello stato ebraico, ed essere sicuri che i palestinesi non abbiano le armi per distruggerci”.

Rispondendo a una domanda dell’intervistatore Andrew Marr, Netanyahu ha detto che “gli insediamenti, nel conflitto israelo-palestinese, sono un problema, ma non sono il problema: sono un problema collaterale. Quando a Gaza abbiamo fatto proprio quello che ci dicevano di fare, rimuovere tutti gli insediamenti, tornare alle linee pre-’67, Gaza non è diventata pacifica: da Gaza sono stati lanciati migliaia di razzi contro ogni parte di Israele. La questione fondamentale è il persistente rifiuto della dirigenza palestinese, vecchio di cento anni, di riconoscere uno stato ebraico entro qualsiasi confine. Se si rimuovesse questo rifiuto, tutte le questioni, compresa quella degli insediamenti, verrebbero risolte. In ogni caso – ha aggiunto Netanyahu – l’idea che gli ebrei non possono vivere in Giudea è folle”, e ha ricordato che “gli arabi israeliani sono gli unici arabi in Medio Oriente che godono di veri diritti civili e religiosi. La libertà di religione è protetta in Israele come tragicamente non avviene in nessuna altra parte del Medio Oriente, e ci sono arabi israeliani nella Corte Suprema e nel parlamento e ministri arabi nel governo, compreso il mio”.

Durante una parata militare lo scorso aprile a Teheran, un camion porta una bomba intelligente e la scritta “morte a Israele”

Alla domanda se sostenga uno stato palestinese vero e proprio o se i palestinesi debbano accontentarsi di “un territorio autonomo”, Netanyahu ha risposto: “Io penso che debbano avere tutti i poteri per governare se stessi e nessun potere per minacciarci”. E ha aggiunto: “Oggi la realtà del Medio Oriente, cosparso di stati falliti, stati in pre-fallimento e stati che stanno crollando, significa che in qualsiasi territorio da cui noi ritirassimo il nostro controllo di sicurezza, arriverebbero immediatamente le  forze dell’islamismo estremista. Il che è terribile, ma non solo per noi: anche per i palestinesi, per i libanesi. Abbiamo appena sentito il primo ministro dimissionario libanese Saad Hariri affermare che Hezbollah ha preso il controllo del Libano, il che significa che l’Iran ha preso il controllo. E’ un campanello d’allarme per tutti, che ci dice che cosa sta realmente sperimentando il Medio Oriente: il tentativo dell’Iran di impossessarsi del Medio Oriente, di dominarlo e di soggiogarlo. Quando gli israeliani e gli arabi, tutti gli arabi e gli israeliani, concordano su una cosa, il mondo farebbe bene a prestare attenzione. Bisogna fermare questa presa di potere da parte dell’Iran”.

“L’Iran – ha continuato Netanyahu – invoca apertamente la nostra distruzione. Non una semplice conquista, ma la nostra cancellazione. L’Iran dichiara apertamente che mira alla distruzione di ciò che essi chiamano il Piccolo Satana, Israele, lungo la strada verso il Grande Satana, che sono gli Stati Uniti, passando per Satana di media misura come l’Europa, sia detto senza offesa. Per questo scopo stanno cercando di colonizzare la Siria, cioè di ‘libanesizzare’ la Siria: quello che hanno fatto in Libano, per cui Hariri ha rassegnato le dimissioni, è praticamente aver preso il controllo del paese. La stessa cosa stanno facendo in Siria. Là dove lo Stato Islamico dell’Isis crolla e va scomparendo, là arriva l’Iran. Vogliono portare la loro aviazione vicino a Israele, vogliono portare divisioni sciite e iraniane a ridosso di Israele, vogliono portare sottomarini e navi militari nel Mediterraneo proprio accanto a Israele. Noi non permetteremo che questo accada, ci opporremo”. Alla domanda se Israele è disposto a fare la guerra per impedire che ciò accada, Netanyahu ha risposto: “Più si è pronti a fermarli, meno è probabile che si debba ricorrere a cose molto più grandi. C’è un principio a cui aderisco: stroncare le cose cattive sul nascere”.

(Da: Times of Israel, Jerusalem Post, Ha’aretz, 5.11.17)