Non c’è pace, in casa Jacob e Rachel Terradisraele

Video. In poco più di tre minuti, l'ironico racconto di tremila anni di incursioni viste con gli occhi degli abitanti ebrei

Il governo israeliano prova a spiegarlo con un sorriso. La presenza del popolo ebraico in Terra d’Israele risale a più di tremila anni fa. In altri termini, gli ebrei in Terra d’Israele sono a casa propria, e tali si sentono a dispetto delle tante invasioni che il paese ha subito nel corso dei secoli.

Un video di 3 minuti e mezzo recentemente messo on-line dal Ministero degli esteri israeliano cerca di comunicare questo concetto, in fondo abbastanza semplice, mettendo in scena l’ironico apologo di una coppia di ebrei la cui casa viene costantemente rivendicata da conquistatori stranieri.

Il video racconta la storia della famigliola “Jacob e Rachel Terradisraele” la cui vita viene incessantemente importunata da invasori stranieri che reclamano diritti di proprietà sulla loro casa, costringendoli in spazi sempre più ristretti. Prima vengono gli assiri, presentati come hipster barbuti, seguiti da un emissario di Nabucodonosor e poi da greci, romani, crociati e ottomani, il cui dominio dura ben 400 anni. In loro soccorso arriva infine un emissario britannico che li informa, davanti a una tazza di tè, che la comunità internazionale ha deciso di restituire agli ebrei la loro terra purché firmino “qui e qui e qui” (e si intravede la Dichiarazione Balfour). Ma quando la coppia inizia a festeggiare, sulle note di “Hava Nagila”, qualcun altro bussa alla porta: un paio di arabi palestinesi che hanno messo gli occhi sulla casa.

“L’aggressiva e artificiosa campagna palestinese volta a cancellare i legami tra il popolo d’Israele e il suo patrimonio storico raggiungerà l’apice nel 2017 – ha spiegato la vice ministra degli esteri israeliana Tzipi Hotovely – e va contrastata illustrando la storia ebraica e il plurimillenario collegamento tra il popolo ebraico e la Terra di Israele”.

“Sapevamo che il video avrebbe suscitato polemiche – ha detto un alto funzionario del Ministero degli esteri – E’ un video che vuole presentare una verità che oggi viene ancora negata da molti”.

Noam Katz, vice direttore della divisione Affari pubblici e mass-media del Ministero degli esteri israeliano, ha aggiunto: “Noi non siamo come quelli delle Nazioni Unite: noi raccontiamo la nostra storia e i nostri legami con la Terra d’Israele attraverso le generazioni”.

(Da: YneNews, israele.net, 9.10.16)

Traduzione dei sottotitoli: Tutto è iniziato oggi a mezzogiorno quando hanno bussato alla porta. “Chi può essere, a quest’ora?”. Alla porta c’erano due hipster con barbe ben pettinate. [Frasi in antica lingua assira] Probabilmente volevano vendermi un’enciclopedia. Ho detto loro: ehi, mai sentito parlare di Wikipedia? e ho sbattuto la porta. Ma chi siete, insomma? [Frasi in antica lingua assira] – Ehi, fuori di qui! ehi, ehi! – Beh, sapete, noi non facciamo i difficili. Gli assiri si sono presi il soggiorno, così noi ci siamo sistemati in camera da letto. Era il 750 a.e.v. Fra circa 2.750 anni qui avremo un po’ di quiete.

Ci eravamo appena addormentati quando ho sentito il campanello. Erano arrivati altri assiri, sa Dio da dove. Dall’Assira, forse? “A nome di Nabucodonosor, re di Babilonia, reclamiamo questa casa per noi”. In effetti, la stanza dei bambini è perfetta se vuoi un po’ di pace e quiete.

Bisogna avere molta pazienza quando saltano fuori uno dopo l’altro ellenisti e romani, senza essere invitati. Un simpatico greco mi ha detto: “A nome di Alessandro Magno, noi reclamiamo questa casa”. Beh, come si dice in greco: “ehi, come va?”. Per lo meno i romani ci hanno collegato ad acquedotti, acqua corrente e acque di scarico…

All’inizio dell’era araba, avevano una passione per la musica. “Dai, lascia stare il mio stereo”.

Non mi ricordavo d’aver installato quel genere di campanello… Un tizio con la barba bionda mi ha detto che veniva a nome di Riccardo Cuor di Leone. “Andiamo, gente… cosa siamo, nel bel mezzo del Trono di spade?”

Cercavamo un po’ di quiete e di pace. Così ho chiesto a Rachele di dare un’occhiata a cosa combinavano i crociati. E lei: “Ma quali crociati, questi sono mamelucchi!”.

Ormai è sera e non ho idea di quanto durerà tutta questa faccenda. Per nostra fortuna, in casa ci sono ora i turchi e l’impero ottomano. Gentilezza turca. Gentilezza turca? Ma almeno ci fu un po’ di quiete. Era finita finalmente? Se n’erano andati tutti dalla mia casa, la mia Terra d’Israele?

“ ’ngiorno. A nome dell’impero britannico…” –  “…reclamiamo questa casa per noi” – “Come sapevate cosa stavo per dire?” – “Beh viviamo qui da, tipo, tremila anni…”. Non ci volle molto tempo perché quell’affabile britannico capisse che questa non è l’Europa. “Ebbene, a nome della Società delle Nazioni noi vi restituiamo la vostra casa. Tutto quello che dovete fare è firmare qui, qui e qui. Siete splendida, oggi, tesoro”.

Finalmente, uno stato per noi, in Terra d’Israele! [ma…]

 

In quest’altro video di 2 minuti e mezzo, la rappresentazione generale – sulla linea del tempo – del succedersi di dominazioni straniere in Terra d’Israele dal 3000 a.e.v fino ai giorni nostri.