Non cessa di stupire la spudorata doppiezza dei dirigenti palestinesi

Ecco il consigliere di Abu Mazen che parla di coesistenza davanti agli israeliani e predica l’odio ai palestinesi

“Gerusalemme è proprietà dei palestinesi”

Un paio di settimane fa, il presidente israeliano Reuven Rivlin ha incontrato Mahmoud Al-Habbash, consigliere del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) per gli affari religiosi e islamici, nel quadro di un incontro con rabbini israeliani e leader religiosi palestinesi.

Nelle intenzioni degli organizzatori, citati dal New York Times (13.10.16), l’incontro aveva lo scopo di “forgiare uno sforzo congiunto contro la violenza religiosa e promuovere la pace e la convivenza”. Si legge in una dichiarazione diramata dai partecipanti all’incontro: “Noi crediamo che l’uccisione deliberata o il tentativo di uccidere deliberatamente innocenti è terrorismo, non importa se commesso da musulmani, ebrei o altri. In questo spirito, incoraggiamo tutti i nostri popoli a operare per una pace giusta, per il reciproco rispetto della vita umana e della status quo nei luoghi santi, e per sradicare l’odio religioso”.

Il problema è che Mahmoud Al-Habbash, il consigliere di Abu Mazen che è anche Giudice Supremo dell’Autorità Palestinese per la shari’a (legge islamica) e Presidente del Consiglio Supremo palestinese per la giustizia della shari’a, quando si rivolge al pubblico palestinese non ci prova nemmeno a “sradicare l’odio religioso”. Anzi, fa esattamente il contrario: promuove l’odio religioso e predica che, in base all’islam, è proibito riconoscere l’esistenza di Israele anche solo su un millimetro di terra.

“La risoluzione dell’Unesco conferma ciò che noi pensiamo e crediamo”

A questo proposito, Palestinian Media Watch ha riproposto un suo corposo dossier che documenta la demonizzazione di Israele operata da Al-Habbash: uno che definisce lo stato ebraico “un progetto di Satana” e accusa gli ebrei, descritti come rappresentanti del “male e del falso”, d’aver sempre collaborato con diavoli e demoni nel corso della storia. Al-Habbash predica ai palestinesi che il conflitto tra Israele e palestinesi è “il conflitto storico tra verità e menzogna, tra il bene e il male”.

Negli stessi giorni in cui incontrava il presidente israeliano per “incoraggiare i nostri popoli a rispettare i luoghi santi e sradicare l’odio religioso”, Mahmoud Al-Habbash predicava davanti allo stesso Abu Mazen:

“Gerusalemme è terra palestinese occupata. Gerusalemme è proprietà dei palestinesi. La risoluzione dell’Unesco di ieri [13 ottobre 2016] è una vittoria della verità, una vittoria della giustizia, una vittoria per la vera storia di questa terra e per tutta l’umanità. La risoluzione dell’Unesco conferma ciò che noi pensiamo e crediamo: che Gerusalemme, e in particolare la moschea di al-Aqsa e il muro al-Buraq [il Muro Occidentale o muro del pianto] e il piazzale al-Buraq [antistante il Muro] sono tutti i beni puramente islamici e palestinesi e nessuno ha diritto ad esserne comproprietario con noi. Nessuno ne ha diritto. Noi siamo i proprietari e abbiamo diritto su di essi. Solo i musulmani hanno diritto alla moschea al-Aqsa e al muro al-Buraq e al piazzale al-Buraq, che sono puro waqf islamico [inalienabile proprietà religiosa]. Questo è il messaggio a Israele, da noi e da tutta la comunità internazionale: che noi abbiamo quel diritto, e che noi non rinunceremo al nostro diritto finché viviamo. E anche dopo la nostra morte, ci seguiranno le generazioni future dei nostri figli e nipoti che resteranno fedeli a questo diritto” (da: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 14.10.16).

Già altre volte Al-Habbash aveva ripetuto la tesi dell’Autorità Palestinese secondo cui gli ebrei non hanno alcun diritto storico su Gerusalemme e sul Muro Occidentale, definendo gli ebrei “ladri che hanno rubato la terra e che vogliono rubare la storia” (da: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 3.06.16) e sostenendo che “Gerusalemme e la spianata di al-Aqsa sono terra waqf islamica [inalienabile proprietà religiosa] e non possono essere offesi né ceduti. Non possiamo permettere né consentire che siano sotto una sovranità che non sia la sovranità musulmana” (da: Tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 2.07.16).

Lo scorso agosto Al-Habbash ha dichiarato: “Gerusalemme è terra araba palestinese e solo musulmani arabi e palestinesi hanno diritto alla benedetta moschea di al-Aqsa, con tutte le sue componenti e piazze che comprendono 148 dunam [circa 36,5 acri], e gli ebrei non hanno alcun diritto su di essa in qualunque circostanza” (da: quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 17.08.16).