“Non tollereremo minacce contro chi presta servizio civile o militare”

Netanyahu ha incontrato il sacerdote vessato perché promuove l’integrazione degli israeliani arabo-cristiani nella società e nelle forze armate

Di Herb Keinon

Padre Gabriel Nadaf e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Padre Gabriel Nadaf e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato lunedì un sacerdote greco ortodosso, padre Gabriel Nadaf, da tempo sotto attacco perché incoraggia i giovani israeliani arabo-cristiani a prestare (volontariamente) servizio civile o militare. Netanyahu gli ha assicurato che Israele non tollererà minacce nei confronti di persone che operano per migliorare l’integrazione delle minoranze nella società israeliana.

“I giovani cittadini cristiani – ha detto Netanyahu – hanno il diritto di arruolarsi nelle Forze di Difesa israeliane e devono poter esercitare liberamente tale diritto. Voi siete leali cittadini che vogliono difendere il paese, ed io vi rendo onore e vi appoggio. Non tollereremo minacce contro di voi, e opereremo con fermezza perché la legge venga applicata e rispettata contro coloro che vi perseguitano. Non permetteremo che il paese venga lacerato dall’interno. Lo Stato di Israele e il primo ministro sono al vostro fianco”.

Nadaf, esplicitamente attivo per l’integrazione dei cittadini arabi cristiani nel grosso della società israeliana e leader spirituale di un forum per l’arruolamento dei giovani cristiani nelle Forze di Difesa israeliane, per questo suo impegno è stato scomunicato dal Concilio della Chiesa Ortodossa ed è fatto oggetto di attacchi verbali da parte di parlamentari arabi israeliani e persino di anonime minacce di morte. Anche il Patriarcato di Gerusalemme subisce forti pressioni da più parti perché sollevi il padre di Nazareth dai suoi incarichi.

Soldati israeliani arabo-cristiani ricevono regali di Natale dal loro comandante (a destra) e dai loro compagni ebrei e beduini in una base nei pressi di Kerem Shalom, nel sud di Israele

Soldati israeliani arabo-cristiani ricevono regali di Natale dal loro comandante (a destra) e dai loro compagni ebrei e beduini in una base nei pressi di Kerem Shalom, nel sud di Israele

Durante l’incontro col primo ministro, Nadaf ha detto che non si farà scoraggiare. “Il nostro scopo è proteggere la Terra Santa e lo Stato di Israele – ha detto – Abbiamo rotto la barriera della paura: lo Stato merita che noi facciamo la nostra parte per difenderlo. Coloro che si oppongono all’integrazione della comunità cristiana nelle istituzioni dello Stato non percorrono il cammino del cristianesimo”.

Netanyahu ha annunciato che verrà istituito un organismo comprendente rappresentanti del governo e della comunità cristiana per promuovere l’arruolamento dei giovani cristiani nelle Forze di Difesa e nel servizio civile nazionale e la loro piena integrazione nella vita di Israele. Tra gli obiettivi dell’organismo vi sarà quello di “proteggere dalla violenza e dalle minacce gli arruolati e coloro che sostengono l’arruolamento, e rafforzare l’applicazione della legge contro chi turba la pace e istiga alla violenza”.

Secondo l’Ufficio del primo ministro, recentemente si è registrato un aumento significativo del numero di arabi cristiani arruolati nelle Forze di Difesa israeliane, dai 35 di un anno fa ai circa cento di quest’anno, oltre ai 500 giovani cristiani che prestano servizio civile nazionale.

Nadaf è stato accompagnato all’incontro dal tenente della riserva Shadi Khaloul, responsabile del forum per l’arruolamento dei giovani cristiani nelle Forze di Difesa, e da Naji Abid, capo del Consiglio ortodosso di Yafia (Nazareth).

(Da: Jerusalem Post, 5.8.2013)

Si veda:

Padre Nadaf, il «cristiano di lingua araba» che osa sostenere l’integrazione nella società israeliana. Vessato e minacciato da Autorità Palestinese e parlamentari arabi alla Knesset