Odeh si affretti a ritrattare la sua invettiva contro la convivenza fra arabi ed ebrei

Il parlamentare arabo israeliano ha definito “umiliante” la scelta di cittadini arabi di servire nelle forze di sicurezza israeliane

Editoriale del Jerusalem Post

Il parlamentare arabo israeliano Ayman Odeh nel video-messaggio registrato domenica alla Porta di Damasco di Gerusalemme

Il parlamentare arabo israeliano Ayman Odeh, capo della Lista Congiunta, ha suscitato indignazione domenica quando ha esortato gli arabi in servizio nelle forze di sicurezza israeliane a deporre le armi e dimettersi. In un video di Ramadan che ha filmato e postato dalla Porta di Damasco di Gerusalemme, Odeh ha detto: “È umiliante che i nostri figli si arruolino nelle forze di sicurezza dell’occupazione. I giovani non devono farlo. Dico a coloro che si sono arruolati: gettategli le armi in faccia. Non dobbiamo stare con loro, non dobbiamo essere parte di questo crimine ma dalla stessa parte del nostro popolo. È una vergogna che un giovane arabo o i genitori di un giovane arabo accettino che si arruoli e presti servizio nelle forze di sicurezza, che in realtà sono forze di occupazione”.

La Porta di Damasco, va notato, è il punto focale degli scontri in corso tra palestinesi e polizia israeliana dall’inizio del Ramadan la scorsa settimana. Odeh ha gettato altra benzina sul fuoco esortando in seguito gli ebrei israeliani a rifiutarsi di prestare servizio in Cisgiordania.

Le dichiarazioni del parlamentare Odeh, che hanno suscitato appelli perché venga indagato per istigazione alla violenza, sono semplicemente vergognose. Israele sta subendo l’ondata di terrorismo più letale da parecchi anni. Tra le vittime del recente attentato a Bnei Brak figura Amir Khoury, un agente di polizia arabo cristiano che è stato ferito a morte mentre rispondeva al fuoco del terrorista per fermare la strage che stava perpetrando.

Quello che Odeh sta facendo dai ranghi dell’opposizione – nel mezzo di una crisi di coalizione in cui il governo ha perso la maggioranza alla Knesset – è fondamentalmente un meschino giochetto politico che mina il delicato tessuto dello stato d’Israele e l’integrazione degli arabi nella società israeliana. Come ha giustamente osservato Mansour Abbas, leader del partito arabo islamico Ra’am che fa parte della coalizione di governo, evidentemente Odeh ritiene che la sua formazione politica possa essere chiamata a sostenere il governo nella Knesset per evitare che la recente defezione della parlamentare di Yamina Idit Silman possa causarne la caduta (a favore di Likud ed estrema destra ndr).

Amir Khoury, 32 anni, l’agente di polizia arabo cristiano ucciso mentre cercava di fermare il terrorista palestinese che ha compiuto l’attentato a Bnei Brak lo scorso 29 marzo

Secondo Mansour Abbas, le dichiarazioni incendiarie di Odeh hanno lo scopo di prevenire e contrastare qualsiasi ipotetica richiesta di partnership. “Ci sono forze che cercano di schiacciare noi e la nostra coesistenza – ha detto Mansour Abbas – Dobbiamo essere più forti di loro. L’intero settore arabo si è schierato contro la recente ondata di attacchi terroristici, anche le persone che hanno opinioni in contrasto con le mie”.

Per quanto ci riguarda, esortiamo Odeh a ritrattare le sue dichiarazioni e ad  affamare che, come qualsiasi essere umano dotato di senso morale, non incoraggia il terrorismo e la violenza, non rifiuta il diritto di tutti gli arabi di prestare servizio nelle forze di sicurezza israeliane in tutto il paese e non li sta incitando all’eversione. Se non lo fa, le autorità competenti dovrebbero avviare un procedimento giudiziario per incriminarlo per istigazione e dovrebbe essere avviato un processo politico per estromettere dalla Knesset lui e gli altri 12 membri del suo partito (se effettivamente lo sostengono).

In alcune interviste di questa settimana, il primo ministro Naftali Bennett ha messo in chiaro che la Lista (araba) Congiunta non verrà invitata a unirsi ai ranghi della coalizione, e ha accusato Odeh di avere stretto di fatto “un’alleanza di troll” (provocatori) con il Likud e il partito di estrema destra Sionismo Religioso allo scopo di rovesciare il governo. “La condotta di Odeh non è quella giusta” ha detto Bennett, aggiungendo che è di gran lunga preferibile quella di Mansour Abbas “che riconosce Israele come stato ebraico, che è moderato e che vuole costruire legami e contribuire a ridurre la criminalità che imperversa nella società araba”. Il messaggio diretto di Bennett agli arabi israeliani che prestano servizio nella polizia e nelle Forze di Difesa è importante e corretto: “Il popolo d’Israele è fiero di voi – ha detto Bennett – Non date retta a questo bullismo”.

In seguito Odeh ha cercato di sostenere che non si riferiva agli arabi israeliani che prestano servizio all’interno di Israele, ma solo in quello che definisce “territorio occupato” e che per lui include Gerusalemme e tutta la Cisgiordania (da notare, comunque, che il poliziotto arabo Amir Khoury è stato ucciso a Bnei Brak, nel cuore di Israele ndr).  Ha detto bene Herb Keinon, che sul Jerusalem Post ha scritto: “Il messaggio di Odeh, uno che ama atteggiarsi a Martin Luther King palestinese-israeliano, non era un messaggio di armonia ma di divisione, di conflitto perpetuo: tutto fuorché riconciliazione, tutto fuorché arabi ed ebrei che vivono fianco a fianco in questo paese condividendo lo spazio in modo equo e assumendosi la propria parte di responsabilità per mantenere quello spazio al sicuro”.

Odeh una volta affermò che essere stato membro nel Consiglio comunale di Haifa gli aveva insegnato che arabi ed ebrei devono operare insieme. Questa sua ultima invettiva è un esempio da manuale di come distruggere le possibilità di convivenza anziché contribuire a costruirle. Per questo lo esortiamo a fare marcia indietro.

(Da: Jerusalem Post, 13.4.22)

“Onorevole Odeh, lei non distruggerà ciò che stiamo costruendo”
Di Assad Subeh

Ayman Odeh e altri parlamentari della Lista (araba) Congiunta si vantano di essere i rappresentanti della comunità araba d’Israele. Ma l’appello di Odeh ai membri arabi della polizia e delle Forze di Difesa israeliane perché “gettino le armi” non danneggia quelle istituzioni né lo stato, che sono abbastanza forti da contrastare questo tipo di sobillazione. L’appello di Odeh danneggia principalmente i suoi stessi elettori. Quanto vorrei che applicasse tutta questa passione alle questioni scottanti che affliggono davvero la comunità araba: la violenza criminale nei villaggi, le carenze infrastrutturali, le risorse, l’istruzione delle giovani generazioni.

Coloro che prestano servizio nelle forze di sicurezza continueranno a prestare servizio, ma la vittima principale di queste uscite è il pubblico arabo: il medico e l’infermiere dell’ospedale di Tel Aviv, l’ingegnere informatico presso Intel, la guida turistica a Nazareth, l’imprenditore edile, il meccanico, il proprietario di ristorante stanno tutti in disparte, guardano e si domandano: “Ma non ci vede? Ma cosa sta facendo?”.

Un soldato arabo-israeliano con sua madre

E i cittadini ebrei, che incontrano questi arabi nella loro vita quotidiana, si sforzano di distinguere tra le miserabili dichiarazioni di quei parlamentari e un’intera comunità che vuole solo vivere in pace e prendere parte alla costruzione della convivenza in questo paese. Ci sono già abbastanza sfide da affrontare, c’è abbastanza disuguaglianza da correggere come i piani edilizi nazionali, l’istruzione, lo sport, la qualità della vita. Non c’è nessun bisogno di un nuovo spettacolo horror il cui unico scopo è un logoro giochetto politico a spese del cittadino comune. Che faccia parte o meno della coalizione, il parlamentare Odeh è stato eletto per prendere decisioni, non per incitare e istigare un ammutinamento.

Per molti anni, da quando ho completato il servizio militare come comandante del Battaglione Haruv, ho preso parte alla gestione della task force inter-forze Ofakim La’atid (Orizzonti Futuri) sulle questioni arabo-israeliane, che promuove il volontariato, l’istruzione e la cultura tra i giovani arabi drusi. Vi erano adolescenti “a rischio” che stanno diventando leader di gruppi giovanili, che anziché vagabondare per le strade stanno attraversando un processo condiviso di affermazione personale imparando a conoscere la solidarietà e l’educazione civica, il tutto mantenendo le proprie tradizioni. Ma poi arriva un funzionario eletto come Odeh che in un colpo solo rischia di distruggere ciò per cui abbiamo lavorato per anni. Io, innanzitutto come cittadino arabo socialmente attivo e poi come membro delle forze di sicurezza, non posso restare a guardare e permettere che ciò accada.

In questo momento difficile e teso abbiamo bisogno di una leadership pubblica assennata, equilibrata e calma. In definitiva, quando si tratta di seminare paura e disgregazione non c’è differenza tra Odeh e l’altro estremo di questo spettacolo horror, il parlamentare (di estrema destra) Itamar Ben-Gvir. Odeh e altri leader che non si identificano con i desideri della maggioranza dell’opinione pubblica araba d’Israele sono i principali perdenti di questa condotta. La voce della maggioranza ragionevole continuerà a farsi sentire.

La convivenza qui in Israele non è predestinata: entrambe le parti devono voler preservare ciò che abbiamo costruito e migliorarlo a favore delle prossime generazioni. Anche lo stato e i funzionari eletti devono incoraggiare questo processo: non solo a parole ma con i fatti, con gli investimenti nello sviluppo dei villaggi arabi e delle persone che vi abitano, e attraverso programmi educativi informali. Diamo vita a una nuova realtà e continuiamo a coltivare tra di noi le comunità orientate all’impegno, che si sono rivelate cruciali nel promuovere un senso di appartenenza e di realizzazione personale tra i giovani arabi drusi. Questa è l’unica strada. Né Odeh né nessuno dei pari suoi potrà sabotare il carattere unico della società israeliana.

(Da: Israel HaYom, 13.4.22)