Odiosa speculazione su un bambino disabile palestinese

Di cos’altro è capace chi è disposto a spingersi fino a questo punto?

In questa foto della Associated Press, il bambino senza arti seduto davanti a un murale colorato si trova nell’ospedale israeliano di Tel Hashomer, che è il luogo dove vive.

Si chiama Mohammed al-Farra ed è nato a Gaza con una rara malattia genetica. Le sue mani e i suoi piedi hanno dovuto essere amputati per salvargli la vita. Ma aveva bisogno di intense cure mediche ed è per questo che è stato ricoverato in un ospedale in Israele.

Non è certo l’unico palestinese di Gaza in cura in un ospedale israeliano. In realtà, non è che uno dei tanti gesti umanitari fatti da Israele e che ottengono ben poca eco sulla stampa. Ma una storia come la sua meriterebbe maggiore attenzione da parte dei mass-media.

Mohammed al-Farra

Mohammed al-Farra

Dopo che era stato curato in Israele, i suoi genitori si sono rifiutati di riprenderselo a Gaza. Né le autorità di Hamas a Gaza né l’Autorità Palestinese di Ramallah erano disposte a pagare per ulteriori cure mediche. Così i medici israeliani si sono dati da fare per raccogliere i fondi necessari a permettergli di restare nell’ospedale di Tel Hashomer.

Va reso merito alla Associated Press che ha dedicato un articolo a Mohammed al-Farra, richiamando l’attenzione sulla sua situazione. E forse la parte migliore del pezzo è proprio la fotografia, che mostra il piccolo Mohammed per quello che è: un bambino, non una questione di politica.

Ora però l’immagine e la storia di Mohammed sono state capovolte al di là dell’incredibile.

Mohammed Omer è un giornalista palestinese i cui lavori appaiono su numerose pubblicazioni, e che è stato insignito del premio di giornalismo Martha Gellhorn per la sua capacità di “dire verità sgradevoli, convalidate dalla forza dei fatti, che smascherano il comportamento dell’establishment e la sua propaganda”.

Ebbene, questa volta è lui che è stato smascherato per aver messo in circolazione su Twitter una menzogna ben più che “sgradevole”: diremmo, cinica e ripugnante. Ha preso la foto del piccolo Mohammed e ha twittato: “Una delle ultime vittime della guerra a Gaza”:

Per fortuna l’odioso tentativo di Omer di sfruttare questo bambino è stato svergognato, e il tweet è stato rimosso. Ma non prima che la foto e il relativo tweet venissero condivisi e rilanciati su internet innumerevoli volte.

E se anche la manipolazione di Omer è stata colta in flagrante, quante altre altre immagini spacciate per atrocità israeliane continuano a circolare su internet? E di cos’altro possono essere capaci persone disposte a spingersi fino a questo punto?

(Da: honestreporting.com, 11.5.15)

 

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