Olmert riesamina il documento Beilin-Abu Mazen del 1995

Probabilmente vuole vedere cosa aveva accettato a suo tempo il presidente palestinese

image_1828Ha’aretz ha appreso che l’ufficio del primo ministro israeliano Ehud Olmert ha chiesto di avere una copia del documento congiunto elaborato nel 1995 da Yossi Beilin e Mahmoud Abbas (Abu Mazen) mediante una serie di incontri segreti Il documento consisteva in una possibile bozza di accordo per la soluzione definitiva del conflitto israelo-palestinese.
Funzionari dell’ufficio del primo ministro israeliano hanno chiesto una copia del testo, presumibilmente perché Olmert e il suo staff vogliono acquisire più informazioni possibile a proposito delle questioni sulle quali Abu Mazen in passato aveva espresso un accordo, e usare queste informazioni negli attuali sforzi diplomatici.
Il documento Beilin-Abu Mazen scaturì da una serie di colloqui segreti tra Beilin, allora vice ministro degli esteri, e Abu Mazen, allora vice di Yasser Arafat nell’Olp. I colloqui fra i due si svolsero parallelamente ai negoziati ufficiali per l’Accordo ad interim, noto come Oslo Due, che venne firmato da Israele e Olp quattro giorni prima che l’allora primo ministro israeliano Yitzhak Rabin venisse assassinato.
Il documento Beilin-Abu Mazen, che peraltro rimase a livello di bozza e non venne formalmente firmato da nessuna delle due parti, costituisce il primo tentativo fatto da rappresentanti ufficiali israeliani e palestinesi di arrivare a una bozza di accordo permanente. Shimon Peres, succeduto a Rabin, non si mostrò interessato. Abu Mazen, dal canto suo, ne negò per diversi anni l’esistenza stessa, non trovando evidentemente alcun sostegno sul versante palestinese. Solo molto più tardi riconobbe, parlando con un rappresentante americano, d’aver avallato il documento.
Nei colloqui del 1995, Beilin e Abu Mazen concordarono che tutti gli insediamenti avrebbero avuto il diritto di restare all’interno del costituendo stato palestinese, senza tuttavia essere designati come località israeliane. Da parte loro, gli abitanti degli insediamenti avrebbero potuto mantenere la cittadinanza israeliana. In questo senso, il documento non prevedeva poi che Israele dovesse per forza sgomberare tutti gli insediamenti di Cisgiordania, come successivamente sarebbe invece avvenuto nella striscia di Gaza. Il documento affermava inoltre che i profughi palestinesi avrebbero esercitato il loro “diritto al ritorno” nello stato palestinese, e non in Israele. Circa Gerusalemme, il documento proponeva una divisione amministrativa della città, rimandando a una decisione futura la questione della sovranità.

(Ha’aretz, israele.net, 11.09.07)

Nella figura in alto: Mappa costruita in base all’intesa Beilin-Abu Mazen del 1995

Per una versione in inglese del documento Beilin-Abu Mazen, vedi:

http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Peace/beilinmazen.html