Olmert sul caso Shalit: “La nostra generosa offerta è stata respinta”

“Siamo di fronte a un’entità spietata e assassina, senza sentimenti umani”

image_2441Il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha parlato martedì sera alla tv dello stallo nelle trattative per la liberazione di Gilad Shalit, l’ostaggio israeliano sequestrato da Hamas nella striscia di Gaza da quasi mille giorni.
“Non accetteremo di scarcerare altri detenuti oltre alle centinaia che avevamo accettato di rilasciare – ha detto Olmert – Non trasmetteremo a Hamas un’ennesima ulteriore offerta. Tutti i ministri concordano con la conclusione dei nostri inviati (alle trattative del Cairo) che la condizioni attualmente imposte da Hamas rendono impossibile il completamento dei colloqui per portare a casa Gilad Shalit. Il governo israeliano, finché è sotto la mia guida, non accetterà i diktat di Hamas. Le offerte fatte da Israele, e che avevo approvato, erano molto generose e significavano scarcerare centinaia di terroristi, compresi assassini responsabili della morte di decine di israeliani, in cambio del rilascio di Shalit. Queste offerte sono state respinte”.
“Per anni – ha continuato Olmert – ci siamo adoperati senza sosta, in modi riservati, coraggiosi e senza precedenti, per riportare a casa i nostri figli. È quello che abbiamo fatto anche per riportare a casa Gilad, finora invano. Parleremo con chiunque sia possibile, non risparmieremo nessuno sforzo. In tutti questi anni abbiamo avuto incontri attraverso numerosi canali, in diversi luoghi del mondo, in Medio Oriente e oltre, per cercare di aprire una strada che portasse al successo gli sforzi fatti per liberare Gilad. Siamo stati aiutati da diversi mediatori, leader e capi di stato, e da rappresentanti non ufficiali. Non abbiamo risparmiato nessuno sforzo. Ma, purtroppo, ci siamo trovati di fronte a un’entità crudele e assassina, spietata e senza sentimenti umani. Voglio dire qui, a nome dello Stato di Israele e del suo governo, che abbiamo dei limiti e che non li supereremo. Non siamo un paese sconfitto. Un popolo che vuole vivere e che è circondato da paesi ostili, minacciato da organizzazioni terroriste assassine, non può cedere, non vuole cedere e non cederà ai loro diktat. Ma continueremo gli sforzi per portare a casa Gilad – ha concluso il primo ministro israeliano – La sua famiglia sa che io e tutto il governo siamo totalmente votati a questo obiettivo. Questo è ciò che ho fatto e questo è ciò che faremo”.

(Da: YnetNews, 17.03.09)