Ora i palestinesi trascineranno in tribunale la Società delle Nazioni e l’Onu?

Cento anni fa la comunità internazionale, non la Gran Bretagna, radicò nel diritto internazionale la legittima sovranità nazionale del popolo ebraico nella sua sede storica

Di Maurice Hirsch

Maurice Hirsch, autore di questo articolo

Cento anni fa, il 24 luglio 1922, la Società delle Nazioni adottava ufficialmente il “Mandato per la Palestina” il cui scopo dichiarato era incaricare la Gran Bretagna di favorire la creazione di una sovranità ebraica in quella che gli ebrei chiamano Terra d’Israele. Come affermava chiaramente il Preambolo del Mandato:

“Premesso che le principali potenze alleate hanno convenuto che il Mandatario sarà responsabile dell’attuazione della dichiarazione originariamente fatta il 2 novembre 1917 dal governo di Sua Maestà Britannica, e adottata da dette potenze, a favore dell’istituzione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico, fermo restando che nulla venga fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina, né i diritti e lo status politico di cui godono gli ebrei in ogni altro paese…”.

Pur facendo riferimento alle decisioni prese dalle potenze alleate di allora durante e dopo la prima guerra mondiale, il Preambolo affermava con chiarezza che l’istituzione dello stato ebraico non era un atto arbitrario della comunità internazionale per destinare un pezzo di terra a caso al popolo ebraico. Al contrario, il Preambolo sottolineava che la decisione rifletteva il legame storico del popolo ebraico con quello specifico pezzo di terra e la rinascita di una patria nazionale che vi era esistita un tempo:

“Premesso che viene in tal modo riconosciuto il legame storico del popolo ebraico con la Palestina e le basi per ricostituire la loro patria nazionale in quel paese…”.

Il Mandato per la Palestina (clicca per ingrandire)

Per l’Autorità Palestinese, la Dichiarazione Balfour testualmente citata nel Preambolo è la radice di ogni male. Emanata appunto il 2 novembre 1917, la Dichiarazione Balfour affermava che “il governo di Sua Maestà vede con favore l’istituzione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico”. In occasione del centenario dell’emissione della Dichiarazione Balfour, i palestinesi hanno deciso di citare in giudizio la Gran Bretagna sostenendo che Londra deve assumersi la responsabilità di una “promessa” che “distrusse la vita dell’intero popolo palestinese”.

Per inciso, secondo lo storico palestinese Abd Al-Ghani Salameh, “prima della Dichiarazione Balfour, quando terminò il dominio ottomano i confini politici della Palestina come li conosciamo oggi non esistevano e non c’era nulla che si potesse chiamare popolo palestinese con un’identità politica come lo conosciamo oggi”
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 1.11.17)

La causa (“Palestinian Journalists Syndicate vs. The British Government”) è stata depositata presso il tribunale dell’Autorità Palestinese a Nablus che, cosa non sorprendente, si è pronunciato a favore dei ricorrenti.

Basandosi sul questo successo davanti a una Corte dell’Autorità Palestinese, i palestinesi hanno deciso di intentare la causa anche davanti a tribunali britannici:

“Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha tenuto un incontro ieri [22 maggio 2022] con il team legale che ha supervisionato la presentazione di una causa contro il governo britannico per la sua responsabilità per le conseguenze dell’emissione della Dichiarazione Balfour. L’avvocato Ben Emmerson ha informato il sindacato sui procedimenti legali che il suo team sta supervisionando da più di un anno allo scopo di presentare una causa presso un tribunale britannico contro il governo britannico per la “Dichiarazione Balfour”.
(Da: quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 23.5 22)

Da un punto di vista giuridico, per quanto diplomaticamente importante la Dichiarazione Balfour non era altro che una dichiarazione di politica britannica. Ma all’indomani della prima guerra mondiale, le potenze alleate si incontrarono per discutere il futuro dei territori che erano stati sotto il controllo dall’Impero Ottomano per 400 anni.

Circa la “Palestina”, nella Conferenza di Sanremo dell’aprile 1920 gli alleati deliberarono:

“Il Mandatario avrà il compito di mettere in atto la dichiarazione originariamente fatta il 2 novembre 1917 dal governo britannico, e adottata dalle altre potenze alleate, a favore dell’istituzione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico”.

Le decisioni prese dalle potenze alleate a Sanremo nell’aprile 1920 costituirono la base per la creazione di diversi Mandati. Infatti, due anni dopo, oltre al Mandato per la Palestina la Società delle Nazioni adottò anche il Mandato per la Siria e il Mandato per il Libano. Insieme al Mandato per la Palestina, sono questi gli strumenti che fornirono la legittimità internazionale per creare Israele (lo stato ebraico), la Giordania, il Libano e la Siria.

Dunque, dal momento che è stata la Società delle Nazioni, poi sostituita dalle Nazioni Unite, quella che ha conferito legittimità giuridica nel diritto internazionale alla creazione di Israele, la domanda da porsi è: i palestinesi faranno causa contro la Società delle Nazioni e contro l’Onu?

Ma tant’è, qualunque cosa decidano di fare i palestinesi resta la verità che il 24 luglio 1922 fu probabilmente una delle date più importanti nella storia del popolo ebraico. Quel giorno la comunità internazionale riconobbe esplicitamente il legame del popolo ebraico con la Terra d’Israele e deliberò che il popolo ebraico aveva diritto a porre fine a duemila anni di esilio ristabilendovi la propria legittima sovranità nazionale.

(Da: palwatch.org, 24.7.22)