Ci avete fatto caso?

I sedicenti filopalestinesi si sgolano in tutto il mondo per insultare Israele, ma i palestinesi dentro Israele sembrano pensarla in modo molto diverso

Di Ronald Scheinberg

Da un lato continuo ad essere allibito di fronte alle innumerevoli manifestazioni e sfilate di sedicenti “pro-palestinesi” in tutto il mondo – da New York a Londra, a Sydney, ad Amman, a San Francisco – con centinaia di migliaia di persone che gridano contro Israele, contro la sua offensiva anti-terrorismo a Gaza, spesso contro la sua stessa esistenza

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“Hamas non c’è nemmeno a Gaza” “L’occupazione è illegale dal Mar Nero al fiume dietro Gaza”

VIDEO Manifestano contro Israele e non sanno di cosa parlano: ecco come ignoranza e presunzione veicolano odio e pregiudizio

L'attrice, modella e regista israeliana Noa Tishby, già inviata d'Israele contro l'antisemitismo a titolo volontario, è andata a intervistare i manifestanti anti-israeliani davanti al Sundance Film Festival, in corso a Park City (Utah), facendo domande come, ad esempio, a quale fiume e quale mare si riferisca lo slogan "Palestina libera dal fiume al mare", che invoca la distruzione di Israele.

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Il difficilissimo equilibrio tra ritorno degli ostaggi e smantellamento di Hamas, entrambi indispensabili

Un’ampia parte degli israeliani dubita delle motivazioni di Netanyahu, ma in questo momento qualunque primo ministro dovrebbe condurre la stessa guerra

Da un editoriale del Jerusalem Post

Mentre la guerra dentro la striscia di Gaza si avvicina al quarto mese, vengono messi in discussione con crescente frequenza la sua direzione, gli obiettivi e persino la misura dei successi fin qui conseguiti.

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Hamas: “Il 7 ottobre ha rilanciato e reso concreto il piano di rimpiazzare Israele con uno stato palestinese dal fiume al mare”

Il leader di Hamas all'estero Mashal ribadisce l’intenzione di distruggere lo stato ebraico, incoraggiato dallo slogan “dal fiume al mare” gridato nelle piazze occidentali

Respingendo come sempre qualunque ipotetica soluzione “a due stati", il leader di Hamas Khaled Mashal afferma che l’obiettivo del gruppo terroristico di rimpiazzare Israele con uno stato palestinese è più raggiungibile oggi, dopo il massacro del 7 ottobre.

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Nonostante lo shock del 7 ottobre, gli israeliani sono aperti a un piano che preveda ostaggi liberi, stato palestinese smilitarizzato e sicurezza regionale

I risultati di un sondaggio confermerebbero la tradizionale disponibilità israeliana al compromesso con garanzie (mai realmente ricambiata da parte palestinese)

Una maggioranza di israeliani sarebbe favorevole a un piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti che contemplasse la liberazione di tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi a Gaza, la normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita e la futura creazione di uno stato palestinese smilitarizzato.

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Il vero ostacolo allo stato palestinese non è Netanyahu, è la falsa narrativa araba palestinese

Non ha senso parlare di soluzione a due stati se non si affronta il rifiuto palestinese di qualunque stato ebraico e le indispensabili garanzie di sicurezza per Israele

Di Fred Maroun

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene di essere lui il principale ostacolo alla creazione di uno stato palestinese. Ha detto: “Chiunque parli del ‘giorno dopo Netanyahu’ sta essenzialmente parlando della creazione di uno stato palestinese con l’Autorità Palestinese”

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Divisi sugli obiettivi prioritari della guerra, gli israeliani concordano sulla pressione militare da esercitare contro Hamas

Tutti i sondaggi danno in calo la coalizione al governo e in crescita le opposizioni, ma resta forte il sostegno alle operazioni militari contro i terroristi a Gaza

Secondo un recente sondaggio "Panels" condotto martedì e mercoledì scorsi, gli israeliani si dividono sulla domanda se l’obiettivo più importante della guerra sia garantire il rilascio degli ostaggi o sconfiggere Hamas, ma sono ampiamente concordi nel ritenere che la cosa da fare per liberare gli ostaggi sia mantenere la forte pressione militare contro l’organizzazione terrorista.

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Tramite l’Autorità Palestinese, i contribuenti Usa e Ue pagano vitalizi ai terroristi: anche quelli del 7 ottobre

Grazie agli aiuti dall'estero, il governo di Abu Mazen continua a pagare lauti stipendi a chi ammazza israeliani, e si lamenta se Israele cerca di bloccare il finanziamento

Editoriale di Wall Street Journal

In base alla legge dell’Autorità Palestinese, i terroristi che hanno scatenato una guerra il 7 ottobre verranno ricompensati finanziariamente per il massacro ben compiuto.

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Ora sappiamo

Pensavamo di sapere tutto quello che c’era da sapere sui nostri fanatici nemici, sullo smarrimento etico dell’Occidente, sull’ipocrisia degli enti internazionali. Ma non potevamo immaginare fino a questo punto

Di Eithan Orkibi

Ci sembrava di sapere tutto quello che c'era da sapere sul fanatismo religioso dei nostri nemici: sull'istigazione, sulla predicazione dell'odio, su un'ideologia organizzata e sistematica che mira a sterminarci.

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Efferata ferocia contro ebrei innocenti: chi conosce la storia ha riconosciuto subito la mano

Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia le atrocità subìte dagli ebrei in Terra d’Israele: lo dobbiamo alle vittime ed è necessario per capire il sionismo

Di Uri Pilichowski

Quasi tutti quelli a cui ho chiesto del reportage del New York Times sui particolari del massacro del 7 ottobre ("Screams without Words", 28.12.23) mi hanno detto che era troppo doloroso leggerlo fino in fondo.

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