Il bello degli Accordi di Abramo è che sono caratterizzati da una calorosa amicizia, sostenuta da un discorso di genuina tolleranza e moderazione ideologica. Il che è persino più importante del fiorire di scambi commerciali e delle straordinarie relazioni nella difesa instaurate con Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco.
L'israeliano Amiram Ben-Uliel, 28 anni, dopo regolare processo è stato riconosciuto colpevole di aver pianificato e realizzato nel 2015 un attentato che ha ferito mortalmente i coniugi palestinesi Saad e Riham Dawabsheh e ucciso il loro figlio di 18 mesi, Ali.
Per il movimento Fatah, l’Autorità Palestinese e il loro capo Abu Mazen, la creazione di uno “stato di Palestina” nei territori caduti sotto controllo israeliano nel 1967 (Giudea/Samaria o Cisgiordania e Gerusalemme est, prima sotto occupazione giordana, e la striscia di Gaza, prima sotto occupazione egiziana) è solo una tappa verso l'obiettivo finale di distruggere Israele.
L'affermazione che Israele sarebbe uno stato da apartheid in realtà ha ben poco a che fare con l'effettiva accusa di apartheid. Innanzitutto, è poco più che un tentativo a buon mercato di demonizzare lo stato ebraico. Ma, cosa ancora più sinistra, è anche un appello per lo smantellamento di Israele
L'ascesa al trono britannico del principe Carlo, ora re Carlo III, potrebbe essere un problema per i sostenitori della causa araba palestinese. In effetti, il forte legame del nuovo re con un importante luogo sacro ebraico a Gerusalemme est potrebbe focalizzare l'attenzione su un tema che gli arabi preferiscono di gran lunga evitare.
Per l’Autorità Palestinese e i suoi organi d’informazione la verità non ha molta importanza. Ciò che conta è inculcare nei palestinesi in modo martellante il messaggio che israeliani ed ebrei sono la radice di tutti i mali. Un esempio che ricorre ogni anno è l'incendio doloso nella moschea di al-Aqsa nel 1969.
A fine agosto i palestinesi hanno annunciato che intendono chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il pieno riconoscimento dello stato palestinese. L'amministrazione Biden ha prontamente chiesto al presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen di abbandonare l'idea, minacciando di porre il veto
"Mi dica qualcosa che non so sull'Iran". La domanda mi ha molto colpito visto che arrivava da Yair Lapid, il primo ministro ad interim d’Israele, mentre ci trovavamo nella piccola sala conferenze accanto al suo ufficio a Gerusalemme.
Malik* è nato in Libano. Anche i genitori di Malik sono nati in Libano. Ma Malik, i suoi genitori e tanti altri che vivono in Libano da generazioni non sono cittadini libanesi.
Ci sono voluti quasi quattro mesi, ma lunedì le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso le conclusioni della loro indagine sull'uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh: conclusioni – scrive Amos Harel su Ha'aretz – che appaiono come la cosa più ragionevole che si potesse pensare sin dal primo giorno dopo la tragedia.