In vista della visita di questa settimana del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, l'Autorità Palestinese ha sollevato una serie di questioni che vuole siano messe all'ordine del giorno.
Israele va alle urne. Di nuovo. Il prossimo 1 novembre gli israeliani voteranno per la quinta tornata di elezioni politiche in poco più di tre anni e mezzo.
Il proiettile che l'Autorità Palestinese ha consegnato ai funzionari statunitensi potrebbe essere o non essere quello che a Jenin ha ucciso la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh. Il proiettile potrebbe essere o non essere troppo danneggiato per determinare in modo definitivo da chi provenisse.
Chi ama Israele e ammira le sue realizzazioni scientifiche, artistiche, tecnologiche ed economiche e rispetta la libertà e la democrazia pienamente realizzata nonostante il terrorismo e le guerre subite ininterrottamente dalla fondazione dello stato, non può non essere preoccupato
L'esame forense del proiettile che ha colpito la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh non ha potuto produrre una conclusione scientificamente definitiva. Ma per Israele il danno è già fatto, perché i suoi nemici avevano già emesso la sentenza e non accettano obiezioni.
Israele ospita alcuni dei luoghi più sacri per le tre religioni abramitiche. Le sue terre custodiscono storie che risalgono ai tempi biblici. Dunque non sorprende che la maggior parte della gente tenda a considerare Israele come uno dei paesi più religiosi del mondo. E’ vero invece che molti israeliani sono ebrei perlopiù laici e moderni.
Salvo l'improbabile eventualità che entro pochi giorni 61 parlamentari della Knesset votino una sfiducia costruttiva a sostegno di Benjamin Netanyahu affinché prenda il posto di Naftali Bennett con una nuova coalizione di governo, Israele si sta rapidamente incamminando verso elezioni anticipate
Mentre il mondo celebra il mese del Gay Pride e le bandiere arcobaleno colorano Tel Aviv e Gerusalemme, in Cisgiordania e a Gaza il contrasto non potrebbe essere maggiore, per la comunità LGBTQ+
Come si suol dire, con amici come questi i coloni israeliani non hanno bisogno di nemici. I politici israeliani dell’opposizione di destra hanno fatto di tutto per far cadere il governo del primo ministro Naftali Bennett sostenendo che era un disastro per gli insediamenti in Cisgiordania