Nauseati, e traditi, dal comportamento del mondo

È troppo semplicistico chiedere che vi sia un autentico sforzo internazionale per obbligare Hamas ad arrendersi e rilasciare gli ostaggi immediatamente e senza porre condizioni?

Di David Jablinowitz

In una conversazione online che ho avuto domenica scorsa con un collaboratore del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si occupa di Medio Oriente, mi è stato chiesto come descriverei i miei sentimenti a sei mesi dall’attacco di Hamas del 7 ottobre.

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Madre di Khan Younis partorisce in un ospedale israeliano e salva il figlio malato di leucemia

Il direttore dello Sheba Medical Center: siamo medici, curiamo tutti senza distinzioni, al momento il 25% dei bambini ricoverati nell’ospedale provengono dalla Cisgiordania

Una famiglia di Khan Younis (striscia di Gaza) si trova al momento nel Centro Medico israeliano Sheba di Tel HaShomer, presso Tel Aviv, dove i medici si stanno adoperando per salvare la vita al figlio, affetto da leucemia.

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Sospendere le armi a Israele significa consegnare la vittoria a un gruppo di assassini e stupratori. È questo che vogliamo?

Israele non ha altra scelta che difendersi e cerca di ridurre al minimo le vittime mentre Hamas vuole aumentarle al massimo per mobilitare l'opinione pubblica internazionale contro Israele. E noi ci stiamo cascando

Di Boris Johnson

Se volete un esempio della voglia di morire della civiltà occidentale, vi cito l'attuale proposta avanzata da membri dell'establishment britannico di vietare la vendita di armi a Israele.

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Quel che Hamas, Sudafrica e i loro reggicoda dicono a Israele: il diritto internazionale vale per te, non per noi

Come mai l’ordine chiaro e netto della Corte Internazionale di Giustizia di rilasciare “immediatamente e senza condizioni” gli ostaggi è andato totalmente perso nel discorso pubblico?

Di Daniel Markind

Il 28 marzo la Corte Internazionale di Giustizia ha ampliato la sua sentenza del 26 gennaio 2024 che, tra le altre cose, affermava che esiste la possibilità che “almeno alcuni degli atti e delle omissioni che, secondo il Sudafrica, sono stati commessi da Israele a Gaza possano rientrare nelle clausole della Convenzione (sul genocidio)”.

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Tragica l’uccisione per errore degli operatori umanitari, ma accade a tutti i paesi in guerra. Ed è colpa di Hamas se c’è una guerra

È Hamas che ha attaccato Israele, è Hamas che impedisce la fine della guerra non liberando gli ostaggi e non deponendo le armi, sono i terroristi di Hamas che si spacciano spesso per giornalisti, autisti di ambulanza, operatori umanitari mettendo a rischio quelli veri

Editoriale del Jerusalem Post

L’uccisione non intenzionale di sette operatori umanitari dell’organizzazione World Central Kitchen, lunedì a Gaza, è stata una terribile tragedia. È una delle innumerevoli tragedie della guerra a Gaza, una guerra spietatamente scatenata dall’invasione di Israele da parte di Hamas il 7 ottobre

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Le cifre dimostrano che Israele è in guerra contro i terroristi, non contro la popolazione palestinese

Aiuti entrati a Gaza dall’inizio della guerra: 250mila tonnellate di cibo, 3,3 milioni di metri cubi d'acqua, 19.805 tonnellate di attrezzature mediche, 2.286.330 dosi di vaccino

Rispondendo martedì a un ricorso presentato alla Corte Suprema israeliana da varie organizzazioni per i diritti umani secondo le quali Israele non fornisce o addirittura impedisce la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, lo Stato d'Israele ha reso noti i dati relativi all'entità degli aiuti forniti dal 7 ottobre.

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Quando i numeri fanno la differenza

Non distinguere tra morti combattenti e morti non combattenti significa accettare, più o meno consapevolmente, la spietata visione del mondo di Hamas

Di Jolie Bain Pillsbury

Ultimamente faccio innervosire un po' più del solito i miei famigliari e conoscenti. Li interrompo bruscamente ogni volta che accennano ai “32.000 abitanti di Gaza uccisi nella guerra”. Ogni volta li interrompo e dico: “Non intendete distinguere tra combattenti e non combattenti?”

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Guai a ignorare altri 7 ottobre in preparazione

Abbiamo imparato a nostre spese che le micidiali aspirazioni dei nostri spietati nemici non sono pensate solo per i comizi in piazza, ma per il mondo reale

Di Ariel Kahana

Uno dei gravi difetti che abbiamo noi ebrei è la tendenza a concentrarci sulle controversie interne, mentre fuori infuria una tempesta mortale. E’ accaduto nell’anno 2023. Potrebbe benissimo accadere di nuovo anche in questi giorni.

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