Dopo il massacro del 7 ottobre, ma in realtà avveniva anche prima, viene ripetuta l’accusa al primo ministro Benjamin Netanyahu d’essersi adoperato, durante il suo mandato, per rafforzare Hamas nell'ambito di una strategia volta a indebolire l'Autorità Palestinese
I governi, gli enti e gli individui che chiedono un cessate il fuoco permanente a Gaza spesso sono gli stessi che sostengono anche una soluzione a due stati con la quale i palestinesi otterrebbero uno stato indipendente accanto a Israele.
“Israele sta intenzionalmente affamando la popolazione palestinese a Gaza” affermano gli “esperti” delle Nazioni Unite. Questa accusa è palesemente falsa: Israele non è né responsabile né complice della fame degli abitanti di Gaza.
Mi domando: il mondo intero è impazzito?
Prendere in ostaggio civili innocenti è un crimine contro l’umanità. Discriminare i “prigionieri di guerra” per etnia o religione è un crimine di guerra. Non proteggere, nutrire e dotare di assistenza medica (compresi farmaci salvavita) i “prigionieri di guerra” è un crimine di guerra. Non comunicare i loro nomi e le loro condizioni (vivi o morti?) è un crimine di guerra. Impedire a enti come la Croce Rossa di vederli è un crimine di guerra.
La posizione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a fianco di Israele all'inizio della guerra scatenata dalla carneficina del 7 ottobre sarà ricordata come uno dei momenti più alti della relazione speciale tra i due paesi. Ma quella posizione si è andata attenuando col passare del tempo
Può darsi che Hamas non avrebbe scatenato questa guerra né perpetrato il massacro del 7 ottobre se non avesse saputo di poter contare sul sostegno del grosso dei media occidentali.
L’andamento delle votazioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è chiaro. Dal 2018 a oggi si conta un totale di 143 risoluzioni contro vari paesi del mondo: 99 riguardano Israele e 44 riguardano tutti gli altri paesi messi insieme.
Dopo che avevano raccontato le strazianti esperienze del 7 ottobre, dei loro cari assassinati o rapiti e deportati a Gaza dove tuttora sono tenuti imprigionati in condizioni disumane, tutto quello i famigliari di alcuni ostaggi israeliani si sono sentiti chiedere dai giornalisti è cosa pensano dei detenuti palestinesi e se fossero favorevoli a un cessate il fuoco.
Non credo d'aver mai incontrato Jonathan Glazer, che ha frequentato la mia stessa scuola superiore ebraica di Camden Town, a Londra, e ha visitato Israele con la scuola, come ho fatto io, anche se lui partecipò a un programma di cinque mesi mentre io feci il viaggio breve, di tre settimane.
La notizia che i mediatori dei negoziati tra Israele e Hamas stanno facendo pressione per una “pausa di qualche giorno dei combattimenti per creare fiducia tra le parti” non fa che evidenziare la totale assurdità di questo cosiddetto negoziato.