Pura disumanità

I parenti dei bambini Bibas deportati a Gaza come ostaggi: “Il rapimento di bambini è una malvagità talmente inimmaginabile che ingenuamente pensavamo che il mondo non avrebbe permesso che durasse così a lungo”

"Vedere quel video ci ha strappato il cuore". Lo ha detto Ofri Bibas-Levy, sorella dell'ostaggio Yarden Bibas, 34 anni, cognata di Shiri Bibas, 32 anni, e zia dei loro figli Ariel, di 4 anni, e Kfir, che ha compiuto un anno in prigiona.

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Nessun cessate il fuoco senza il rilascio di tutti gli ostaggi e la sconfitta di Hamas

È importante capire il gioco di Hamas che spinge gli abitanti a rimanere a Rafah come scudi umani e mobilita propagandisti e alleati per bloccare l’attacco israeliano alla sua ultima roccaforte

Editoriale del Jerusalem Post

Una nuova spinta per un immediato cessate il fuoco a Gaza sta prendendo forza alle Nazioni Unite e in altri forum. Ma è essenziale che il cessate il fuoco non abbia luogo finché non saranno restituiti tutti gli ostaggi e Hamas non sarà sconfitta.

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Spiacenti, ma allo stato attuale non esiste una soluzione a due stati

Era bello credere che fosse possibile un accordo di pacifica spartizione del paese con il nazionalismo palestinese, ma dopo il 7 ottobre gli israeliani (non solo Netanyahu) non possono permettersi di cadere in un nuovo inganno

Di Gadi Taub

Non biasimo nessun sionista o alleato di Israele per aver abbracciato la soluzione a due stati, come ho fatto anch’io per molti anni. Nessun altro piano di pace potrebbe conciliare così perfettamente interessi personali e nobili principi.

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Come mai nessuno chiede il cessate il fuoco a Hamas?

Ce ne sarebbero di motivi perché l’Onu, Amnesty e i bravi ragazzi d’Occidente chiedessero a Hamas (non a Israele) di arrendersi, uscire dai tunnel con le mani alzate e consegnare gli ostaggi

Da un articolo di Giuliano Ferrara

(…) Perché nessuno chiede il cessate il fuoco a Hamas? Strano, davvero curioso. Hanno sparato 14.000 missili dal 7 ottobre, mentre minacciavano di ripetere il pogrom.

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L’accusa di bombardamenti “indiscriminati” è davvero “over the top”

Condannare come “esagerata” e persino “disumanizzante” una condotta di guerra che andrebbe piuttosto portata a esempio nel resto del mondo è esattamente l’obiettivo che perseguono i terroristi di Hamas

Di Michael Oren

Ogni morte civile è una tragedia. Qualunque altro paese che avesse subito il genere e l’enormità delle atrocità perpetrate contro Israele, con ogni probabilità avrebbe risposto con una forza molto maggiore e avrebbe inflitto un numero molto maggiore di vittime civili.

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Fallimento e viltà mascherati da diplomazia

Riconoscere uno stato palestrinese proprio ora, e senza negoziare un accordo chiaro e definitivo, significa premiare e aizzare l’intransigenza palestinese, revanscista e violenta

Di Gregg Mashberg

La spinta degli Stati Uniti e del Regno Unito per riconoscere uno stato palestinese proprio all’indomani del 7 ottobre non può nemmeno essere definita una “mossa alla disperata”. È una resa al fallimento e alla viltà intellettuale.

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Nasrallah: utili le manifestazioni in Occidente perché fanno l’interesse della “resistenza in Palestina”

Il capo dei terroristi libanesi filo-Iran esprime soddisfazione per lo spostamento dei governi a favore del cessate il fuoco che risponde agli interessi di Hamas

Hassan Nasrallah, Segretario generale di Hezbollah: "Le manifestazioni che si stanno svolgendo in diversi luoghi del nostro mondo arabo e islamico sono molto importanti. Ma ancora più importanti sono le manifestazioni che hanno luogo a Washington, New York, Londra, Parigi e in Europa occidentale

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Le quattro opzioni di Sinwar

Gaza non era una prigione a cielo aperto, le vittime civili sono meno che in altre guerre urbane e c’è da scommettere che Sinwar non sceglierà l’opzione che porrebbe fine alle uccisioni (l’unica che il mondo dovrebbe davvero esigere)

Di Clifford D. May

Si ritiene che il capo di Hamas Yahya Sinwar, la mente dell’attacco dentro Israele del 7 ottobre e del peggior massacro di ebrei in un solo giorno dopo la Shoà, sia nascosto nei labirinti sotterranei sotto la striscia di Gaza.

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Domanda: chi sarebbe felice di riportare l’orologio al 6 ottobre, Israele o Hamas?

La morte e la devastazione causate a entrambe le parti sono per Hamas un'enorme vittoria che ha concretizzato le sue squilibrate fantasie religiose e politiche

Di Gregg Mashberg

Si immagini di poter riportare l’orologio indietro al 6 ottobre. Come risponderebbero Israele e Hamas? Israele in un nanosecondo direbbe “sì”. Hamas in un nanosecondo direbbe “no”.

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