Mentre scrivo queste righe, nella vicina piazza Habima di Tel Aviv si va spegnendo l’eco della manifestazione di migliaia di israeliani che si sono radunati per esprimere la loro opposizione all'attuale governo e in particolare al piano di riforma giudiziaria
Fino a pochi anni fa i diplomatici iraniani venivano ricevuti coi tappeti rossi in varie località d'Europa. Javad Zarif, allora ministro degli esteri iraniano, si vantava che lui e altri rappresentanti iraniani erano "tutti Guardie Rivoluzionarie” (pasdaran).
Nel dibattito in corso sui progetti di riforma volti a diminuire i poteri della Corte Suprema d’Israele, si fa molta confusione circa l’effetto che avrebbero sulla democrazia in quanto distinta da diritti delle minoranze e libertà civili.
Siamo abituati a vedere pubblicati di tanto in tanto i risultati di sondaggi che mostrano quanto, nonostante tutte le difficoltà, gli israeliani siano generalmente felici della loro vita e del loro paese.
Mi è già capitato di scrivere circa la follia di trattare tutti i terroristi arabi palestinesi adolescenti come se fossero bambini innocenti. Ora abbiamo davanti agli occhi un altro esempio concreto di quali siano i pericoli di cui stiamo parlando.
Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha confermato, domenica mattina, che sta cercando di trovare una soluzione di compromesso allo scontro innescato nel paese dalle riforme giudiziarie prospettate dal governo di Benjamin Netanyahu.
Oggi è dura essere sionisti di centro. Siamo intrappolati nella guerra fra le opposte paure. La sinistra teme che la democrazia in Israele sia spacciata, la destra teme che l'ebraicità di Israele sia condannata
Secondo un documento “confidenziale da non far circolare”, redatto dalla missione UE a Gerusalemme est e trapelato il mese scorso, l'Unione Europea progetta di aiutare i palestinesi a impossessarsi dell'Area C (in Cisgiordania) nonostante abbia sempre affermato di attenersi a una posizione imparziale, rispettosa del diritto e degli Accordi firmati.
Migliaia di israeliani sono scesi in pizza, sabato sera a Tel Aviv, per protestare con toni molto accesi contro la riforma giudiziaria proposta dal ministro della giustizia Yariv Levin