Israele si trova in un momento cruciale: la parte ad alta intensità della guerra a Gaza sta per finire. Le Forze di Difesa israeliane hanno ottenuto successi impressionanti, ma gli obiettivi della guerra non sono stati ancora raggiunti.
Lunedì scorso, 5 febbraio, una folla di cittadini israeliani ha manifestato a Gerusalemme davanti alla sede dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi) chiedendone l’espulsione da Israele.
Intervistato da Fox News, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto a una domanda circa il severo commento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che di recente ha definito “esagerata” la controffensiva israeliana contro Hamas nella striscia di Gaza.
Mi considero una persona ragionevole che fa del suo meglio per comprendere le argomentazioni di entrambe le parti di una controversia. Ma ci sono casi in cui le questioni diventano così impantanate nell’illogicità e nel clamore emotivo che arrivare al nocciolo del problema diventa un compito titanico.
In due recenti articoli pubblicati dal sito web arabo Elaph.com, lo scrittore palestinese Majdi Abd al-Wahhab ha sferrato durissimi attacchi a Hamas, e in generale al bellicismo storicamente suicida del nazionalismo palestinese, per aver arrecato solo disgrazie e devastazioni al popolo palestinese.
Israele, giunto al suo 76esimo anno di vita, è sopravvissuto alle guerre e al terrorismo lanciati dai suoi vicini arabi e dai palestinesi. Dopo la cessazione di ogni guerra o scoppio di ostilità, c’era la perenne ricerca di una soluzione pacifica per risolvere, una volta per tutte, il conflitto tra Israele, i suoi vicini e i palestinesi.
In una trasmissione del 30 gennaio 2024 sulla tv libanese di Hezbollah Al-Manar, l’esponente di Hamas Ali Baraka ha dichiarato che i palestinesi possono ripetere molte volte la “alluvione di Al-Aqsa” del 7 ottobre.
Quando vede il corteo pro-Palestina sotto casa, ha un’idea: esporre il suo pensiero su quattro fogli incollati. Lo insultano e lo minacciano in 1.200. Mihael Melnic ha 25 anni, parla cinque lingue e per natura non sta mai fermo.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo staff hanno senza dubbio molte cose a cui pensare. La rielezione di Biden è probabilmente fra quelle in primo piano, soprattutto ora che il colosso Donald Trump guadagna terreno di giorno in giorno in vista del voto di novembre.