Dopo che avevano raccontato le strazianti esperienze del 7 ottobre, dei loro cari assassinati o rapiti e deportati a Gaza dove tuttora sono tenuti imprigionati in condizioni disumane, tutto quello i famigliari di alcuni ostaggi israeliani si sono sentiti chiedere dai giornalisti è cosa pensano dei detenuti palestinesi e se fossero favorevoli a un cessate il fuoco.
Non credo d'aver mai incontrato Jonathan Glazer, che ha frequentato la mia stessa scuola superiore ebraica di Camden Town, a Londra, e ha visitato Israele con la scuola, come ho fatto io, anche se lui partecipò a un programma di cinque mesi mentre io feci il viaggio breve, di tre settimane.
La notizia che i mediatori dei negoziati tra Israele e Hamas stanno facendo pressione per una “pausa di qualche giorno dei combattimenti per creare fiducia tra le parti” non fa che evidenziare la totale assurdità di questo cosiddetto negoziato.
L'arabo israeliano Ali Ziadna, che ha dei familiari trattenuti in ostaggio a Gaza, ha affrontato lunedì sera l'ambasciatore palestinese all’Onu Riyad Mansour, subito dopo il dibattito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle violenze sessuali perpetrate da Hamas, e lo ha attaccato con foga per il fatto di consentire che i suoi familiari e altri musulmani languiscano nella prigionia di Hamas.
Da una decina di giorni i media mondiali sono concentrati su quella che definiscono la “fame” a Gaza. Lunedì scorso, funzionari dell’amministrazione Biden hanno detto al ministro israeliano Benny Gantz, in visita a Washington, che la “crisi per carenza di cibo” che colpisce i palestinesi a Gaza è “intollerabile”.
Uno degli sviluppi più irritanti e francamente offensivi sulla scia della guerra tra Israele e Hamas è la diffusione contagiosa nel discorso pubblico del termine “Palestina” in slogan come “Palestina libera” e in quello apertamente genocida di “Palestina libera dal fiume al mare”
Hamas e l'Autorità Palestinese hanno solo due strade per fermare la controffensiva anti-terrorismo delle Forze di Difesa israeliane nella striscia di Gaza e lo smantellamento del potere militare di Hamas.
È diventata la parola d'ordine del movimento anti-israeliano, come dimostrano le dichiarazioni del presidente Lula in Brasile, il caso del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia, la pagina X di Jeremy Corbyn, gli slogan gridati nelle piazze di tutto il mondo.