Fallimento e viltà mascherati da diplomazia

Riconoscere uno stato palestrinese proprio ora, e senza negoziare un accordo chiaro e definitivo, significa premiare e aizzare l’intransigenza palestinese, revanscista e violenta

Di Gregg Mashberg

La spinta degli Stati Uniti e del Regno Unito per riconoscere uno stato palestinese proprio all’indomani del 7 ottobre non può nemmeno essere definita una “mossa alla disperata”. È una resa al fallimento e alla viltà intellettuale.

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Nasrallah: utili le manifestazioni in Occidente perché fanno l’interesse della “resistenza in Palestina”

Il capo dei terroristi libanesi filo-Iran esprime soddisfazione per lo spostamento dei governi a favore del cessate il fuoco che risponde agli interessi di Hamas

Hassan Nasrallah, Segretario generale di Hezbollah: "Le manifestazioni che si stanno svolgendo in diversi luoghi del nostro mondo arabo e islamico sono molto importanti. Ma ancora più importanti sono le manifestazioni che hanno luogo a Washington, New York, Londra, Parigi e in Europa occidentale

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Le quattro opzioni di Sinwar

Gaza non era una prigione a cielo aperto, le vittime civili sono meno che in altre guerre urbane e c’è da scommettere che Sinwar non sceglierà l’opzione che porrebbe fine alle uccisioni (l’unica che il mondo dovrebbe davvero esigere)

Di Clifford D. May

Si ritiene che il capo di Hamas Yahya Sinwar, la mente dell’attacco dentro Israele del 7 ottobre e del peggior massacro di ebrei in un solo giorno dopo la Shoà, sia nascosto nei labirinti sotterranei sotto la striscia di Gaza.

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Domanda: chi sarebbe felice di riportare l’orologio al 6 ottobre, Israele o Hamas?

La morte e la devastazione causate a entrambe le parti sono per Hamas un'enorme vittoria che ha concretizzato le sue squilibrate fantasie religiose e politiche

Di Gregg Mashberg

Si immagini di poter riportare l’orologio indietro al 6 ottobre. Come risponderebbero Israele e Hamas? Israele in un nanosecondo direbbe “sì”. Hamas in un nanosecondo direbbe “no”.

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Il paese e la sua classe politica devono meritarsi l’abnegazione dei loro soldati

Decisioni cruciali attendono Israele e devono essere prese da chi rappresenta una solida maggioranza, non da un governo sotto il ricatto degli elementi più estremisti

Di Yedidia Stern

Israele si trova in un momento cruciale: la parte ad alta intensità della guerra a Gaza sta per finire. Le Forze di Difesa israeliane hanno ottenuto successi impressionanti, ma gli obiettivi della guerra non sono stati ancora raggiunti.

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Netanyahu: “La reazione degli Stati Uniti a un attacco come quello del 7 ottobre sarebbe stata forte almeno quanto quella di Israele”

"Abbiamo subito un attacco equivalente a 29 volte l’11 settembre, a 50.000 americani massacrati, mutilati, stuprati in un solo giorno e 10.000 presi in ostaggio, comprese madri e bambini"

Intervistato da Fox News, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto a una domanda circa il severo commento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che di recente ha definito “esagerata” la controffensiva israeliana contro Hamas nella striscia di Gaza.

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Il rilascio degli ostaggi significherebbe cessate il fuoco immediato

Dovrebbe essere ovvio, ma per qualche motivo tutto il mondo invoca il cessate il fuoco, aiuti umanitari, protezione dei civili, soluzione a due stati dimenticando volentieri la questione centrale che cambierebbe tutto

Da un articolo di Peter John Beyfus

Mi considero una persona ragionevole che fa del suo meglio per comprendere le argomentazioni di entrambe le parti di una controversia. Ma ci sono casi in cui le questioni diventano così impantanate nell’illogicità e nel clamore emotivo che arrivare al nocciolo del problema diventa un compito titanico.

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