Parallelo Ucraina-Palestina: già in atto la nuova campagna di menzogne

Solo sprovveduti e ignoranti, e coloro che sono consumati dall'odio per lo stato ebraico, possono paragonare Hamas e Hezbollah agli ucraini che combattono le forze russe

Editoriale del Jerusalem Post

Il Municipio di Tel Aviv illuminato coi colori della bandiera ucraina in segno di solidarietà con il paese aggredito

Dai più furibondi calunniatori anti-israeliani, come Maureen Clare Murphy di Electronic Intifada, ai più compassati denigratori d’Israele in prima serata, come Mehdi Hasan di MSNBC, le truppe della propaganda filo-palestinese in servizio permanete effettivo hanno già iniziato a usare l’invasione russa dell’Ucraina per cercare di guadagnare punti contro Israele. “Se sei un liberal occidentale che simpatizza con gli ucraini che in questo momento imbracciano le armi contro la Russia, chiediti perché non hai simpatizzato con i combattenti di Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano”, ha twittato Maureen Murphy in un post che rispecchia fedelmente questo genere di pensiero. Mehdi Hasan, dal canto suo, ha ritenuto di fare del sarcasmo sulla dichiarazione del ministro degli esteri israeliano Yair Lapid (che condannava l’attacco russo all’Ucraina come una “grave violazione dell’ordine internazionale”) chiedendosi: “Chi meglio del ministro degli esteri per denunciare guerre di aggressione e occupazioni illegali… di Israele?”.

Solo i più sprovveduti e ignoranti della storia e coloro che sono consumati dall’odio pregiudiziale per lo stato ebraico possono equiparare Hamas e Hezbollah – gruppi votati alla distruzione di Israele, che si sono resi famosi per attentati suicidi e lanci di razzi su centri abitati civili – ai coraggiosi ucraini che combattono le forze russe. Solo chi è totalmente cieco al contesto delle due situazioni può paragonare le guerre combattute da Israele per difendersi con l’arbitraria invasione russa del paese vicino.

Circa il riferimento all’occupazione “illegale”, varrà la pena ricordare che da mezzo secolo Israele cerca di trovare un modo per porre fine all’occupazione cui è stato costretto da una guerra che non aveva voluto, purché in condizioni che gli permettano di rimanere vivo. A causa delle irrealistiche pretese palestinesi e del fatto che i palestinesi sono più interessati a smantellare lo stato ebraico che non a costruirne uno proprio, quella soluzione è rimasta finora dolorosamente irrealizzabile.

Il tweet “straordinariamente ottuso” di Maureen Murphy, senior editor di Electronic Intifada

Coloro che si precipitano a dipingere Israele come la Russia imperialista e i palestinesi come gli ucraini in lotta per la libertà dovrebbero tenere a mente un paio di dati di fatto.  Primo, gli ucraini non hanno mai cercato di gettare in mare i russi, e la costituzione ucraina non include una clausola che afferma che la Russia non ha diritto di esistere. Secondo, gli ucraini non hanno armato la propria gente con giubbotti esplosivi per mandarla a farsi esplodere sugli autobus e nei bar di Mosca e trucidare il maggior numero possibile di civili innocenti. Terzo, non è che da quasi vent’anni gli abitanti di Kharkiv, nel nord dell’Ucraina, lanciano razzi sui condomini di Belograd, appena al di là del confine.

Paragonare l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia per mettere Kiev sotto il tallone del presidente Vladimir Putin alle incursioni che Israele deve fare a Gaza o nel Libano meridionale per impedire a Hamas e Hezbollah di bombardare deliberatamente le popolazioni civili significa falsare intenzionalmente la realtà. Per fortuna, la maggior parte delle persone ragionevoli riconosce queste menzogne per quello che sono. Purtroppo, alcuni vedono solo che i russi sono la parte più forte e meglio armata rispetto agli ucraini, che Israele è la parte meglio armata rispetto ai terroristi di Hamas e credono di dover simpatizzare automaticamente con la parte che è più debole. Ma essere la parte meno armata non significa essere automaticamente dalla parte del giusto.

Oltre a una lettura della storia superficiale e distorta, coloro che cercano di trasformare la guerra russo-ucraina in un’arma contro Israele peccano anche di ipocrisia. Molte delle persone che oggi condannano la Russia perché cerca di conquistare e cancellare un altro paese, tacciono quando si tratta dell’Iran che fa la stessa cosa. In una straordinaria manifestazione di incoerenza, tanti negli Stati Uniti e in Europa invocano a gran voce sanzioni economiche sempre più severe contro la Russia e intanto fanno il tifo per coloro che vorrebbero rimuovere subito le sanzioni economiche contro l’Iran per aprire la strada a un nuovo accordo sul nucleare con quel regime. La Russia sta cercando di demolire un paese confinante. L’Iran ha già demolito diversi paesi nella sua regione: Yemen, Libano, Siria e lo sta facendo in Iraq. A differenza dell’Iran, la Russia non si è ripromessa di spazzare via un paese a 2.000 chilometri di distanza, come invece ha ripetutamente giurato di voler fare l’Iran quando si tratta di Israele.

Anziché chiedere ai liberal occidentali, come ha fatto Murphy nel suo tweet straordinariamente ottuso, perché non si schierano con Hamas e Hezbollah come si schierano con gli ucraini (per inciso, che insulto per gli ucraini ndr), quello che si dovrebbe davvero chiedere è: perché non sono allarmati dalle aggressive ambizioni egemoniche e di dominio dell’Iran quanto lo sono per quelle della Russia?

(Da: Jerusalem Post, 2.3.229)

 

Fred Maroun

Scrive Fred Maroun: Quello dell’Ucraina è un chiaro caso di uno stato sovrano che viene attaccato da un altro stato senza provocazione e in diretta violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite (che all’art. 2 comma 4 afferma: “Tutti i membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi stato”).

Quando Israele invase la Cisgiordania e Gaza, che ora vengono generalmente indicate come territori palestinesi, la Cisgiordania apparteneva alla Giordania e la striscia di Gaza all’Egitto. Non esisteva nessuno stato palestinese. L’invasione era perfettamente legale poiché Israele agiva per legittima difesa contro l’aggressione da parte di Giordania, Egitto e altri stati arabi. L’Ucraina non ha mai attaccato la Russia né minacciato di attaccare la Russia, quindi chiaramente l’invasione russa non è autodifesa. …

Usare l’Ucraina per sostenere la causa dei palestinesi non aiuta. Semmai il suo effetto è quello di indebolire la tesi dei palestinesi, giacché mette in evidenza le profonde differenze tra i due casi. Nel conflitto Russia-Ucraina c’è un chiaro aggressore, mentre nel conflitto israelo-arabo e anche nel conflitto israelo-palestinese ci sono stati attacchi da entrambe le parti. Mentre l’Ucraina è chiaramente una nazione sovrana distinta dalla Russia, i palestinesi rivendicano la stessa terra su cui sorge Israele. Mentre il conflitto Russia-Ucraina può essere risolto con il ritiro della Russia, il conflitto israelo-palestinese richiede un accordo concordato tra Israele e palestinesi su tutti i nodi contesi, che finora le parti non sono riuscite a raggiungere.

Non basta. I riferimenti all’Ucraina ci ricordano anche che nel conflitto Russia-Ucraina i rappresentanti palestinesi si trovano dalla parte sbagliata. L’Autorità Palestinese si è rifiutata di fare qualunque commento (nemmeno qualche parola sull’aspetto umanitario e la perdita di vite civili) mentre Hamas, dal canto suo, si è schierata risolutamente dalla parte dell’aggressore, la Russia. Evidentemente Hamas non ha molto a cuore il rispetto del diritto internazionale. Al contrario Israele, nonostante la delicata posizione in cui si trova (i russi sono militarmente presenti ai suoi confini, in Siria ndr), ha votato a favore della risoluzione delle Nazioni Unite che condanna l’aggressione della Russia.

Il che ci ricorda ancora una volta come mai l’occupazione della Cisgiordania persiste a 55 anni dalla guerra che l’ha provocata. Personalmente ritengo che Israele non avrebbe dovuto costruire insediamenti su quelli che vengono ritenuti territori palestinesi. Ma le preoccupazioni per la sicurezza di Israele sono concrete e reali. La Russia sa che se oggi se ne andasse dall’Ucraina, non subirebbe nessun attacco da parte degli ucraini. Viceversa, se Israele lasciasse oggi i territori palestinesi, alla luce dell’esperienza di decenni e del categorico rifiuto di Hamas (e dei loro padrini iraniani) di accettare l’esistenza stessa dello stato ebraico, è estremamente improbabile che cesserebbero gli attacchi palestinesi contro Israele.

I palestinesi e i loro sostenitori che promuovono la loro causa facendo analogie fra palestinesi e ucraini dovrebbero piuttosto soffermarsi a riflettere sulla storia del conflitto palestinese con Israele e su ciò che i palestinesi potrebbero fare di diverso. Ad esempio, così come Israele dovrebbe impegnarsi in negoziati di pace con i palestinesi per tutto il tempo necessario, anche i palestinesi dovrebbero fare lo stesso e in buona fede. Perché la dirigenza palestinese non avanza un’offerta di pace anziché limitarsi a rifiutare quelle più volte avanzate da Israele? In queste condizioni, come può essere credibile la loro richiesta che l’occupazione finisca?
(Da: Times of Israel, 1.3.22)