Herzog presenta la sua formula: “Un quadro ragionevole per l’equilibrio dei poteri nello stato ebraico e democratico”
Il compromesso proposto dal presidente è stato accolto con favore dai leader dell’opposizione, respinto da Netanyahu e dalla coalizione di governo

Il presidente d’Israele Isaac Herzog presenta la sua proposta di riforma rivolgendosi al paese mercoledì sera
Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha presentato mercoledì sera una proposta di compromesso che nelle sue intenzioni dovrebbe prendere il posto dei progetti avanzati dal governo per una riforma radicale del sistema giudiziario. Rivolgendosi in prima serata alla nazione, Herzog ha esortato entrambe le parti della controversia a “non distruggere il paese” in una lotta di potere sulla magistratura, ma a cogliere piuttosto l’opportunità per “un momento formativo costituzionale”. Herzog ha definito il suo piano, redatto dopo centinaia di ore di riflessione nelle scorse settimane con politici, giuristi ed esperti di tutto lo spettro politico, “un percorso d’oro” che offre le migliori possibilità per un ampio accordo nazionale sulla riforma. “Questo quadro protegge ognuno di voi, cittadini d’Israele – ha spiegato – e protegge Israele come stato ebraico e democratico”. Dopo aver ascoltato infervorate opinioni da centinaia di israeliani, ha avvertito Herzog, “sbaglia chi pensa che una vera e propria guerra civile, al prezzo di vite umane, sia un limite impossibile da varcare”. Nel 75esimo anno di Israele, ha aggiunto, “siamo a un passo dall’abisso, ma una guerra civile è una linea rossa: ad ogni costo, e con ogni mezzo, non lascerò che accada”. Herzog ha detto d’aver percepito “un odio vero e profondo”, anche se da parte “di una piccola minoranza di persone”.
Poco dopo che Herzog ha reso pubblica la sua proposta, il primo ministro Benjamin Netanyahu l’ha respinta, appena prima di decollare per una programmata visita a Berlino. “Le cose proposte dal presidente non sono state concordate dalla coalizione – ha detto Netanyahu – e gli elementi centrali della proposta che ha avanzato perpetuano semplicemente la situazione esistente e non apportano il necessario equilibrio tra i rami [del potere statale]”. Il leader dell’opposizione Yair Lapid, di Yesh Atid, si è invece congratulato con Herzog per la cornice proposta e ha promesso di prenderla in considerazione “con rispetto per la sua posizione, la serietà con cui è stata scritta e i valori su cui si basa”. Dal canto suo, il partito di opposizione Unità Nazionale, guidato da Benny Gantz, ha affermato di “accettare il quadro del presidente come un pacchetto unico” e “come base per la riforma, al posto del pericoloso disegno di legge attuale” portato avanti dalla coalizione.
Il quadro proposto dal presidente affronta diversi aspetti cruciali del rapporto tra i poteri dello stato israeliano: il valore costituzionale da conferire alle leggi fondamentali, le modalità di nomina dei giudici, la revisione da parte della magistratura delle leggi della Knesset, l’autorità dei consulenti legali del governo e del Procuratore generale. Lo schema di Herzog sancirebbe inoltre nelle leggi fondamentali alcuni diritti civili che attualmente non sono esplicitamente tutelati.
Nomina dei giudici. In base alla proposta di Herzog, nessun ramo dello stato sarebbe in grado di nominare giudici senza il contributo di un altro ramo. La coalizione di governo non godrebbe di una maggioranza automatica nella Commissione di nomina, come propone invece il disegno di legge promosso dall’attuale governo; ma anche la magistratura perderebbe il suo potere di veto sulle nomine. La Commissione preposta comprenderebbe 11 membri, fra cui quattro rappresentanti di governo e coalizione (tre ministri e un parlamentare); la magistratura avrebbe tre membri (il presidente della Corte Suprema e altri due giudici); l’opposizione avrebbe due membri di due partiti diversi e il Ministro della giustizia nominerebbe due giuristi in accordo con il presidente della Corte Suprema. Le nomine alla Corte Suprema e ai tribunali di grado inferiore richiederebbero la maggioranza di 7 degli 11 membri della Commissione. Ciò significa che la coalizione di maggioranza non avrebbe il controllo assoluto sulla nomina dei giudici previsto dal suo contestato disegno di legge, ma nemmeno i giudici manterrebbero il veto sulle nomine giudiziarie che hanno nella Commissione com’è oggi. Il presidente della Corte Suprema verrebbe selezionato con il sistema per anzianità come avviene oggi, a differenza della proposta del governo (non ancora trasformata in disegno di legge) di far scegliere il presidente dalla Commissione di nomina.
Maggiore peso costituzionale per le Leggi Fondamentali. Lo schema di Herzog istituirebbe un sistema rigido per l’approvazione delle Leggi Fondamentali, conferendo loro un maggiore status costituzionale. Secondo questa proposta, le Leggi Fondamentali non sarebbero soggette a controllo giurisdizionale. L’approvazione di una Legge Fondamentale richiederebbe quattro letture alla Knesset. Alle prime tre potrebbe passare col voto favorevole di 61 parlamentari, ma la quarta approvazione richiederebbe il sostegno di 80 parlamentari. In alternativa, la quarta lettura potrebbe avvenire nella Knesset successiva, cioè dopo nuove elezioni, e per approvarla servirebbero allora solo 70 deputati. Qualsiasi modifica alla legge elettorale richiederebbe l’approvazione di 80 deputati in ognuna delle quattro letture. Le Leggi Fondamentali già esistenti verrebbero “blindate”, nel senso che verrebbero ri-legiferate con una maggioranza qualificata, sebbene lo schema pubblicato mercoledì sera non specifichi esattamente come ciò avverrebbe. Il piano di Herzog prevede anche l’approvazione di una Legge Fondamentale sul processo legislativo, senza tuttavia offrire ulteriori dettagli. Il piano del presidente sancirebbe inoltre nella Legge Fondamentale “Dignità umana e libertà” il diritto all’eguaglianza e il divieto di discriminazione, nonché i diritti alla libertà di espressione, opinione, protesta e riunione che al momento non sono esplicitamente tutelati nelle Leggi Fondamentali di Israele (benché espressi nella Dichiarazione d’Indipendenza). Infine, verrebbe avviato un processo per la stesura di una Costituzione e una Carta dei diritti (Bill of Rights) da redigere “attraverso un ampio consenso”.

La linea rossa (da non superare) tracciata giovedì a Gerusalemme da manifestanti israeliani contrari alla riforma della giustizia promossa dalla coalizione di governo
Revisione giudiziaria. Nello schema di Herzog, la revisione giudiziaria delle leggi approvate dalla Knesset sarebbe soggetta ad alcune nuove restrizioni, ma molto meno rigorose di quelle previste dalle attuali proposte del governo. La Corte Suprema riunita come Alta Corte di Giustizia avrebbe il potere di respingere una legge della Knesset con una maggioranza di due terzi di un collegio di 11 giudici, laddove il disegno di legge del governo richiede una maggioranza dell’80% di tutti i 15 giudici. Il piano di Herzog non include alcuna disposizione su un aspetto cruciale della riforma avanzata dal governo, e cioè la possibilità per la Knesset di rendere una legge preventivamente immune dal controllo della magistratura con un voto a maggioranza semplice di 61 deputati su 120 in tre letture e di riapprovare una legge annullata dalla Corte, sempre a maggioranza semplice. Ciò che il piano del presidente propone, tuttavia, è di sancire in una Legge Fondamentale un accordo definitivo sul servizio militare e nazionale, che non sarebbe soggetto a controllo giudiziario. Ciò essenzialmente consentirebbe alla Knesset di ancorare nella costituzione il diritto degli studenti di yeshiva ultra-ortodossi di ottenere esenzioni dal servizio di leva, una questione estremamente controversa che divide il paese da decenni. I partiti ultra-ortodossi insistono ostinatamente sulla clausola di “prevalenza” della Knesset rispetto al potere di revisione della Corte proprio perché vogliono garantire che i giovani della loro comunità non siano obbligati a prestare servizio di leva. La proposta di Herzog è concepita per rispondere in modo circoscritto a questa esigenza senza consentire alla Knesset di prevalere sulla Corte rispetto ad altre questioni e diritti. L’alta Corte continuerebbe a esercitare il controllo giuridico sui diritti impliciti derivanti dalla Legge Fondamentale “Dignità umana e libertà”, benché non enumerati esplicitamente in tale legge. Al contrario, l’attuale disegno di legge del governo vieterebbe alla Corte di farlo, lasciando senza tutela diritti fondamentali come la libertà di espressione e la libertà di religione.
Il criterio della ragionevolezza. Lo schema di Herzog impedirebbe all’Alta Corte di utilizzare il generico criterio della “ragionevolezza” per annullare risoluzioni e decisioni politiche del governo così come la nomina di ministri. Si tratta di un punto che è stato al centro delle denunce della destra contro il sistema legale, soprattutto in occasione della recente decisione della Corte che ha obbligato il primo ministro a destituire il leader dello Shas, Aryeh Deri, dalla carica ministeriale. La Corte potrebbe continuare a utilizzare il criterio della ragionevolezza per quanto riguarda singole decisioni politiche ministeriali e azioni di altre istituzioni e agenzie statali, come i consigli municipali locali e le Authority statali.
Consulenti legali del governo. Il nuovo quadro proposto dal presidente manterrebbe lo status dei consulenti legali del governo come dipendenti pubblici professionisti sotto l’egida del Ministero della Giustizia, a differenza del piano del governo volto a trasformarli in nomine politiche. I fautori della riforma proposta dal governo denunciano gli interventi del Procuratore generale e dei consulenti legali ministeriali, accusati di scavalcare spesso e volentieri le iniziative politiche dei ministri eletti avvalendosi del fatto che il loro responso scritto è vincolante per il governo. In riferimento a questa preoccupazione, il piano di Herzog propone che un consulente legale ministeriale possa essere rimosso dall’incarico se emergono continui e sostanziali disaccordi con il ministro, previa approvazione da parte di un comitato ad hoc. Le posizioni assunte dal Procuratore generale e dai consulenti legali ministeriali rimarrebbero comunque vincolanti. Tuttavia, per venire ulteriormente incontro alle preoccupazioni dei sostenitori della riforma giudiziaria, il piano prevede che un ministro possa ottenere una consulenza indipendente nei procedimenti in cui è coinvolto il suo ministero qualora il Procuratore generale o il consulente legale ministeriale si opponessero alla posizione del ministro. Con il sistema attualmente in vigore questo non è possibile senza l’approvazione del Procuratore generale.
“Siamo nel mezzo di una crisi profonda e preoccupante – ha detto Herzog durante il suo discorso di presentazione della proposta di compromesso – Ma ritengo davvero con tutto il cuore che oggi ci troviamo di fronte anche a una grande opportunità storica”. Herzog ha definito il suo piano “un’opportunità per un accordo costituzionale equilibrato e intelligente, un accordo sui rapporti tra i poteri del nostro stato ebraico e democratico, del nostro amato paese. Siamo a un bivio: una crisi storica o un passaggio costituzionale determinante”. Sottolineando che le Forze di Difesa israeliane devono essere tenute fuori dalle dispute politiche, Herzog ha detto che la maggior parte degli israeliani è favorevole a un quadro di riforma giudiziaria “che porti sia giustizia che pace: la maggior parte degli israeliani vuole un quadro equilibrato, che stabilisca una volta per tutte l’equilibrio tra i poteri; la maggior parte degli israeliani vuole un accordo ampio; la maggior parte degli israeliani vuole vivere una vita dignitosa e sicura”. La sua proposta, ha concluso, soddisfa tali esigenze: “Non è un quadro presidenziale: è il quadro del popolo, una vittoria per tutto Israele”.
(Da: Times of Israel, 15.3.23)
Dopo il secco rifiuto espresso da membri della maggioranza di governo, il presidente d’Israele Isaac Herzog ha dichiarato giovedì che la coalizione dovrebbe invece esaminare a fondo la sua proposta di compromesso: “Ascolto i commenti e accetto ogni critica con rispetto – ha detto Herzog – Questo è solo l’inizio di un dialogo, con una bozza che rappresenta un possibile punto di partenza per i negoziati”. (Da: YnetNews, 16.23)