Per gli antisionisti, la “Palestina” non si ferma affatto alla ex-Linea Verde

Quando i nemici d'Israele parlano di "Territori palestinesi occupati" non intendono solo striscia di Gaza e Cisgiordania, e non occorre conoscere la lingua araba per capirlo

Di Dov Fischer

Dov Fischer, autore di questo articolo

Dopo che l’azienda di gelati Ben & Jerry’s ha annunciato il boicottaggio delle vendite nel “Territorio palestinese occupato”, vale la pena dare un’occhiata più da vicino a questo termine.

Nel 1964, Ahmad el-Shukairy convocò una conferenza durante la quale creò un movimento terroristico chiamato “Organizzazione per la Liberazione della Palestina” (Olp). L’Olp si mise a compiere attentati terroristici contro i civili israeliani per “liberare la Palestina”. A quel tempo, Giudea e Samaria (la “Cisgiordania”) erano occupate dalla Giordania e la striscia di Gaza dall’Egitto. Ma la campagna terroristica dell’Olp non mirava a cacciare la Giordania o l’Egitto da quelle terre illegalmente occupate. Tutto il terrorismo dell’Olp mirava piuttosto a cacciare gli ebrei da Tel Aviv, Haifa, Ra’anana e da altre città, paesi e villaggi dell’Israele pre-1967, e gettarli “nel mare Mediterraneo”.

Ha sempre fatto parte dell’ortodossia araba musulmana il fatto che la “Palestina” rivendicata è l’intera terra d’Israele, e non solo la Giudea, la Samaria o Gaza. Basta vedere, a titolo di esempio, gli emblemi dei gruppi terroristici palestinesi come la stessa Olp e Fatah, Hamas, la Jihad Islamica palestinese. Quei simboli (come invariabilmente tutta la pubblicistica palestinese ad ogni livello ndr) rappresentano ciò che per loro è “territorio palestinese occupato”: non la “Cisgiordania” o Gaza, ma tutto Israele.

Yasser Arafat con il logo dell’Olp

La rivendicazione irredentista è chiara come la luce del giorno, sta lì in bella mostra sulle loro bandiere e striscioni. È il loro logo (e sta dappertutto: enti istituzionali, mass-media, scuole, murales, siti web, magliette, gadget, vignette ndr). Non è necessario conoscere la lingua araba per capire cosa hanno in mente e quale sia l’obiettivo dei loro attacchi. Gli arabi che affermano di discendere da famiglie che un tempo vivevano ad Akko o a Giaffa non si accontenteranno mai di Jenin in Samaria o di Beit Hanoun a Gaza. In fin dei conti, quando i nemici di Israele parlano di “territorio palestinese occupato” non si riferiscono a Gaza e a Giudea-Samaria. Infatti, il loro slogan è “Palestina libera dal fiume al mare”.

Come altrimenti si potrebbe spiegare come mai tanti “palestinesi” nella striscia di Gaza, governata da Hamas, e nell’Autorità Palestinese governata da Abu Mazen, vivono nei cosiddetti “campi profughi”? Se quegli arabi musulmani costituiscono davvero una nazione palestinese, se la “Palestina” e i “territori palestinesi occupati” che rivendicano sono davvero le regioni di Gaza, Giudea e Samaria, allora come mai degli arabi che vivono in quelle regioni da decenni continuano a definirsi “profughi” e continuano in quanti profughi a chiedere – e ricevere – miliardi in sussidi internazionali dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti come se vivessero esuli e lontani dal loro paese? Si è mai sentito di “profughi” nati e cresciuti nella propria terra?

Il campo profughi di Rafah nella striscia di Gaza conta 125.000 residenti. Il campo profughi di Khan Younis ne ha 87.816. Il campo profughi di Nuseirat altri 80.000. In “Cisgiordania”, il campo profughi di Balata ne ha 27.000. Il campo profughi di Shuafat, 24.000. Il campo profughi di Askar, 18.500. Nella sola striscia di Gaza si trovano otto campi profughi ufficiali con 1 milione e 221.110 profughi registrati. La “Cisgiordania” conta 19 campi profughi ufficiali e quattro non ufficiali, con 741.409 profughi registrati. Ciò significa che 2 milioni di “profughi palestinesi” vivono in “campi profughi palestinesi” che si trovano dentro l’ipotetica “Palestina” e sotto governo palestinese, quello di Hamas a Gaza e quello del Fatah di Abu Mazen nell’Autorità Palestinese.

Coloro che parlano della soluzione a due stati come se i nemici d’Israele fossero prontissimi a convivere in pace se solo Israele si ritirasse da Giudea e Samaria, dovrebbero di tanto in tanto dare un’occhiata ai simboli dei gruppi terroristici palestinesi (e alle mappe di tutta la pubblicistica nazionalista palestinese, senza eccezioni ndr).

(Da: jns.org, 9.8.21)

Attività didattica in una scuola elementare femminile dell’Autorità Palestinese a Hebron. “Disegnate coi vostri corpi la mappa del vostro paese” dice il testo per seconda elementare “Educazione nazionale”, 2016-17, pag. 18