Per Human Rights Watch invocare la distruzione dello stato ebraico non è istigazione al genocidio

Reportage del Wall Street Journal conferma i pregiudizi anti-israeliani della onlus “per i diritti umani”.

image_3611Il capo dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani con base a New York “Human Rights Watch” si rifiuta di definire “genocida” l’appello del regime iraniano per la distruzione dello stato ebraico.
David Feith, del Wall Street Journal, è venuto in possesso di e-mail interne di Human Rights Watch di cui ha dato conto la scorsa settimana in un reportage intitolato “Ballando attorno al genocidio”, dedicato al sospetto pregiudizio di Human Rights Watch contro Israele e allo scontro interno ai vertici dell’organizzazione circa il suo capo, Kenneth Roth, e al fatto che questi non abbia mai preso sul serio gli appelli iraniani per la distruzione di Israele.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il vice presidente di Human Rights Watch, Sid Sheinberg, ha scritto in una e-mail: “Non muovere un dito mentre l’Iran accampa giustificazioni per uccidere tutti gli ebrei e annientare Israele è una posizione indegna della nostra grande organizzazione”. Secondo il giornale, il direttore esecutivo Roth avrebbe commentato: “Molte dichiarazioni [dell’Iran] sono sicuramente deplorevoli, ma non costituiscono istigazione al genocidio. Nessuno ha agito sulla base di esse”.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha più volte dichiarato che “Israele deve essere spazzato via dalla carta geografica” (uno slogan ampiamente ripreso da attive organizzazioni terroristiche sponsorizzate dall’Iran come Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica palestinese), mentre l’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani ha esplicitamente prospettato l’ipotesi di lanciare missili nucleari su Tel Aviv.
Interpellato dal Wall Street Journal, Roth, pur concedendo che una commissione potrebbe esaminare meglio la propaganda iraniana anti-israeliana, ha confermato di essere convinto che l’Iran non istiga al genocidio contro lo stato ebraico e che anzi la pressione a etichettare come “genocidi” gli appelli di Tehran per la distruzione di Israele “fa parte del tentativo di far rullare tamburi di guerra contro l’Iran”.
Intervistato sull’argomento dal Jerusalem Post, il prof. Gerald M. Steinberg, presidente di “NGO Monitor”, ha scritto sabato scorso: “Siamo di fronte a un esempio lampante dell’indifferenza di Roth rispetto alle minacce di genocidio e alle violazioni dei diritti umani quando ne è vittima Israele. Roth, che controlla Human Rights Watch dal 1996, si è sempre dimostrato ossessivo nell’attaccare lo stato ebraico, e le persone che ha scelto di mettere alla guida della sezione Medio Oriente e Nord Africa di Human Rights Watch sono affette dallo stesso radicato pregiudizio. Quando Gheddafi inveiva contro i sionisti, Human Rights Watch abbracciava il suo regime come ‘riformatore dei diritti umani’. Lo studiato silenzio di Human Rights Watch di fronte alle minacce genocide dell’Iran non fa che confermare la totale mancanza di principi morali di quell’organizzazione”. Steinberg aggiunge che “George Soros, che oggi garantisce il grosso del budget di Human Rights Watch dopo che molti donatori si sono ritirati, condivide la responsabilità di permettere che si tenga un tale comportamento immorale sotto la facciata della difesa dei diritti umani”.
Il Wall Street Journal fa notare che, “sebbene Hamas abbia iniziato a lanciare razzi indiscriminatamente contro le città israeliane almeno una decina di anni fa, Human Rights Watch ci ha messo anni prima di occuparsene in un suo rapporto. Fra il 2000 e il 2010 Human Rights Watch ha pubblicato contro Israele un numero di rapporti pari alla somma di tutti i suoi rapporti critici verso Siria, Libia e Iran. Nel 2009 la più alta rappresentante dell’organizzazione per il Medio Oriente andò a cercare fondi in quel modello di rispetto dei diritti umani che è l’Arabia Saudita, dove parlò con fierezza dei suoi scontri con i ‘gruppi di pressione filo-israeliani’ ”.

(Da: Jerusalem Post, 8.12.12)

Nella foto in alto: Kenneth Roth, americano, direttore esecutivo di Human Rights Watch