Perché è importante l’arresto di questo palestinese

Hussam Khader languirà in una cella di Abu Mazen perché è un simbolo di ciò che c’è di sbagliato nell'Autorità Palestinese

Di Stephen M. Flatow

Stephen M. Flatow, autore di questo articolo

Probabilmente non avete mai sentito parlare di Hussam Khader. Eppure avreste dovuto. Perché ciò che gli sta accadendo comporta conseguenze estremamente importanti per Israele e per la pace in Medio Oriente.

Khader, 59 anni, è un capo di Fatah (componente principale dell’Olp) e un membro eletto del Consiglio Legislativo (parlamento) dell’Autorità Palestinese. Il Consiglio Legislativo venne istituito nell’ambito degli Accordi di Oslo del 1993. L’allora primo ministro israeliano Yitzhak Rabin sapeva che trasformare la società araba palestinese da autoritaria in democratica era uno degli requisiti più cruciali per avere una pace autentica e duratura. Quindi Israele insistette sul fatto che l’Accordo di Oslo prevedesse l’istituzione di una serie di enti e meccanismi democratici, tra cui un Consiglio Legislativo eletto democraticamente. L’idea alla base di questo approccio è che le democrazie non si fanno quasi mai la guerra tra di loro. Quasi tutte le grandi guerre dei tempi moderni sono state scatenate da regimi dittatoriali.

Rabin sapeva che la democratizzazione della società araba palestinese sarebbe stata un processo complicato e avrebbe richiesto molto tempo. Ma sapeva anche che l’unico modo per consentire all’Autorità Palestinese di governare il suo regime a pochissimi chilometri dalle principali città israeliane era quello di assicurarsi che non sarebbe diventata l’ennesima entità autoritaria e aggressiva. Sono trascorsi ventisette anni da quando Rabin avviò l’esperimento di Oslo. Ventisette anni sono sufficienti per valutare i risultati dell’esperimento. Dopo 27 anni, si dovrebbero avere riscontri importanti del fatto che l’Autorità Palestinese ha compiuto progressi significativi verso la democrazia e lo diritto allo stato.

Polizia dell’Autorità Palestinese in azione a Hebron

Il che ci riporta al parlamentare arabo palestinese Hussam Khader. La scorsa settimana, membri dei servizi ufficiali di sicurezza preventiva dell’Autorità Palestinese hanno fatto irruzione nell’abitazione di Khader, a Nablus, nel cuore della notte, e lo hanno trascinato in prigione. Il suo crimine? Ha pubblicato un commento su Facebook in cui criticava vivacemente il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen per aver definito “spregevoli” i medici palestinesi che scioperano per un aumento di stipendio.

Personalmente non nutro alcuna simpatia per Hussam Khader. È un vecchio terrorista, condannato a suo tempo dai tribunali israeliani. Ma il suo arresto ci dice molto sulla natura dell’Autorità Palestinese. Schiacciare gli scioperanti e arrestare i dissidenti, parlamentari compresi, è diventata una pratica di routine sotto Abu Mazen. Ed è solo la punta dell’iceberg. Chi critica il regime viene regolarmente perseguitato e torturato. I sindacati vengono intimiditi. Le donne sono trattate come cittadini di seconda classe. La “Legge sulla criminalità informatica” di Abu Mazen impone multe e pene detentive per chiunque crei un sito web che possa “minare la sicurezza dello stato o la sua sicurezza interna ed esterna”. Lo stesso Abu Mazen si rifiuta di indire elezioni per la sua carica ed è ormai assurdamente al 14esimo anno di un mandato da presidente dell’Autorità Palestinese che doveva durare quattro anni.

Tutto questo è stato documentato dai gruppi per i diritti umani, anche se poi quegli stessi gruppi non sembrano dare molta importanza né elevare grandi proteste, come fanno invece sistematicamente quando accusano Israele d’aver commesso un qualunque misfatto. I gruppi “per la pace”, ebraici e non ebraici, che protestano con foga ogni volta che pensano che Israele abbia maltrattato un arabo che lanciava pietre o molotov, stanno clamorosamente zitti quando si tratta dei diritti dei cittadini arabi palestinesi quotidianamente calpestati dall’Autorità Palestinese. Si dia un’occhiata ai siti web di questi gruppi e si veda se si riesce a trovare un comunicato stampa sdegnato o un editoriale furibondo per l’oppressione ad opera dell’Autorità Palestinese.

Capisco perché i sostenitori dello stato palestinese non vogliono parlarne. Riconoscere che l’Autorità Palestinese è una dittatura fascistoide significa riconoscere che certamente lo sarebbe anche uno stato palestinese sovrano. E al diavolo Hussam Khader. Continuerà a languire in una cella dell’Autorità Palestinese perché è un simbolo di ciò che c’è di sbagliato nel regime palestinese e di ciò che c’è di pericoloso nell’idea di uno stato palestinese.

(Da: jns.org, 10.3.20)