Piove troppo, deve essere colpa degli ebrei

Hamas accusa Israele d’aver aperto dighe (che non esistono) per allegare la striscia di Gaza (e tace l’aiuto israeliano)

Di Elhanan Miller

Elhanan Miller, autore di questo articolo

Elhanan Miller, autore di questo articolo

Anche le perturbazioni atmosferiche tornano buone, nella guerra propagandistica di Hamas contro Israele. L’accusa a Israele d’aver intenzionalmente allagato la striscia di Gaza durante la peggiore tempesta che abbia colpito la regione negli ultimi decenni ha fa fatto il giro del Medio Oriente finendo anche su alcuni mass-media internazionali.

La scorsa settimana la striscia di Gaza è stata pesantemente colpita dalla tempesta “Alexa”. Piogge torrenziali hanno causato diffusi allagamenti, costringendo circa 40.000 residenti ad abbandonare le case mentre i soccorritori ricorrevano all’uso di barche a remi per aiutare gli abitanti rimasti bloccati. Tra l’11 e il 13 dicembre sulla zona di Gaza sono caduti 260 millimetri di pioggia, vale a dire il 60% della pioggia che mediamente cade in un anno. Secondo l’Authority israeliana dell’Acqua, il flusso del fiume Shikma – che nasce dalle colline di Hebron e sfocia nel Mediterraneo a nord della striscia di Gaza – ha battuto un record che durava da 50 anni.

Ma la forza degli elementi non basta, alle autorità di Hamas a Gaza, come spiegazione per le tribolazioni della popolazione. Yasser Shanti, presidente della Commissione Disastri di Hamas,ha dichiarato venerdì scorso ai giornalisti che Israele ha aperto le dighe a est della striscia di Gaza causando l’inondazione della zona di Moghraqa, vicino a Deir El-Balah.

Per le strade della città di Gaza

Per le strade della città di Gaza

Una variante di questa accusa è giunta dal portavoce della Difesa Civile Muhammad Al-Maidana che, parlando al quotidiano palestinese Al-Quds, ha accusato Israele d’aver aperto i canali di scolo fognario a est della striscia di Gaza “aggravando la crisi e l’innalzamento del livello dell’acqua, e facendo allagare le case”.

Il sito web palestinese Al-Majd è arrivato a sostenere che Israele ha aperto le dighe allo scopo di svelare i tunnel di Hamas che conducono in Israele e imporre un onere finanziario insostenibile al governo di Gaza. “Far annegare Gaza è un vecchio sogno sionista”, si legge nel reportage del sito palestinese.

Israele ha seccamente smentito tutte le accuse di Hamas. “L’accusa d’aver aperto le dighe e allagato la striscia di Gaza è infondata e falsa” ha dichiarato mercoledì a Times of Israel Uri Schor, portavoce dell’Authority israeliana dell’Acqua, spiegando che semplicemente non esiste nessuna diga in quella zona e che in tutto il paese i bacini idrici sono straripati provocando parecchi allagamenti. “È vero il contrario – ha aggiunto Schor – Per via dei danni causati dalla tempesta, che ha colpito tutti i paesi dell’area e non solo i territori palestinesi, Israele ha risposto a un appello speciale fatto arrivare attraverso le Nazioni Unite e ha trasferito nella striscia di Gaza quattro pompe ad alta potenza per aiutare i residenti a rimuovere l’acqua dalle zone allagate”.

Soldati israeliani in aiuto di un’ambulanza palestinese

Soldati israeliani in aiuto di un’ambulanza palestinese

Ma le false accuse di Hamas avevano già fatto il loro corso. Articoli che accusano Israele d’aver intenzionalmente allagato Gaza si sono diffusi in modo contagioso su tutti i canali informativi, sui blog e sui social network.

Moussa Abu Marzouk, vice capo del politburo di Hamas, ha ammesso – bontà sua – l’assistenza fornita da Israele a Gaza durante i difficili giorni della tempesta, per poi sostenere che Israele ha agito in modo singolarmente contraddittorio: “I sionisti hanno approfittato della situazione – ha scritto domenica sulla sua pagina Facebook – inviando alcune pompe e dei rifornimenti nella striscia di Gaza assediata. Poi le forze di occupazione hanno aperto le dighe di Wadi Salqa per sommergere decine di case palestinesi nella parte centrale della striscia di Gaza!”.

“Le voci su Israele che inonderebbe Gaza si ripetono regolarmente ogni anno quando Gaza si infradicia di pioggia”, spiega a Times of Israel un portavoce dell’Ufficio di coordinamento delle attività del governo israeliano nei Territori. Commenta Schor, dell’Authority dell’Acqua: “E’ increscioso che l’assistenza tempestiva e professionale prestata da Israele alla striscia di Gaza non sia stata adeguatamente riportata dai mass-media palestinesi. Evidentemente le considerazioni che motivano la parte palestinese, anche su questo tema, sono più politiche che professionali”. Anche questo è un modo per allontanare la pace.

(Da: Times of Israel, 18.12.13)

 

L’Ufficio di coordinamento delle attività del governo israeliano nei Territori ha comunicato mercoledì alcuni dati relativi all’assistenza prestata alla popolazione palestinese nei giorni della tempesta “Alexa”.

Striscia di Gaza. Il valico di Kerem Shalom è stato appositamente aperto venerdì 13 dicembre per il passaggio verso Gaza di 5 porta-container con 110 tonnellate di gas da cucina. Sempre venerdì sono state trasferita nella striscia di Gaza quattro pompe per l’acqua di proprietà di Mekorot, la compagnia idrica israeliana, e sono attualmente in funzione a Rafah, Sheikh Reduan e Khan Younis.

Rifornimento di carburante per Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom

Rifornimento di carburante per Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom

Domenica 15 il valico-merci di Kerem Shalom è stato aperto per la prima volta al passaggio di persone, tra cui operatori umanitari internazionali e pazienti palestinesi di ritorno dopo le cure ricevute in Israele. Transitate per il valico anche delle ambulanze dirette a Gaza.

Sempre domenica, attraverso Kerem Shalom sono transitati ingenti volumi di carburante e rifornimenti diretti a Gaza, tra cui: 241 tonnellate di gas da cucina; 223.000 litri di benzene; 763.000 litri di gasolio; due camion di beni d’emergenza offerti dalla Croce Rossa Internazionale; 148 camion di beni di consumo.

Le autorità israeliane hanno garantito piena collaborazione alle organizzazioni umanitarie che volevano portare aiuti e rifornimenti nella striscia di Gaza. UNRWA e WFP (Programma Alimentare Mondiale dell’Onu) hanno distribuito beni di prima necessità (tra cui razioni alimentari) in tutta la striscia di Gaza. Il Mercy Corps ha portato beni di prima necessità alle famiglie sfollate da casa. L’UNRWA ha fornito anche 10.000 litri di gasolio per garantire il funzionamento delle pompe.

Cisgiordania. Assistenza tecnica per riparare le interruzioni di corrente elettrica in tutta la Cisgiordania, in collaborazione con la Electrical Company israeliana. Venerdì 13 sono stati soccorsi dalle Forze di Difesa israeliane numerosi palestinesi intrappolati nelle loro auto nella zona di Nablus. Sabato 14 i militari hanno aiutato a sbloccare ambulanze palestinesi in servizio rimaste intrappolate nella zona di Ramallah. Sempre sabato, i soldati israeliani hanno fornito aiuti per l’evacuazione di tre donne palestinesi incinte rimaste bloccate sulla Strada 35 (nella zona di Hebron) mettendo anche a disposizione un elicottero per l’evacuazione di una delle donne che era entrata in travaglio.

Domenica 15 dicembre veicoli militari israeliani hanno riaperto la strada d’accesso al villaggio Nebi-Samuel, isolato dalla neve. Soldati e personale dell’Ufficio di coordinamento delle attività nei Territori e dell’Unità di collegamento hanno distribuito razioni alimentari e generi di prima necessità in tutta l’area della periferia di Gerusalemme.

Nella zona di Ramallah sono stati aiutati numerosi palestinesi bloccati nelle loro auto, mentre il punto di passaggio Courthouse veniva tenuto aperto 24 ore su 24 per permettere il transito di casi umanitari.

(Da: MFA, 18.12.13)