Potrebbe esserci l’Iran dietro all’ultima escalation al confine fra Gaza e Israele

Il comandante della Forza Quds avrebbe dato luce verde ai cecchini della Jihad Islamica palestinese per distogliere l'attenzione dai rovesci subiti dalle sue unità in Siria

L’elmetto che ha salvato la vita all’ufficiale israeliano colpito da un cecchino palestinese, martedì al confine con Gaza

Un ufficiale israeliano è stato colpito alla testa, martedì scorso, da un cecchino palestinese nei pressi del confine con la striscia di Gaza, di fronte al kibbutz Kissufim, e ha avuto salva la vita solo grazie all’efficacia dell’elmetto d’ordinanza. Si trattava del secondo attacco palestinese con armi da fuoco della giornata. Le Forze di Difesa israeliane hanno reagito con fuoco di carri armati contro una postazione di Hamas e, successivamente, con alcuni attacchi dell’aviazione contro altri obiettivi terroristici nel nord della striscia di Gaza. Le forze armate israeliane hanno diffuso le riprese video di alcune delle operazioni anti-Hamas.

Secondo fonti di Hamas ampiamente citate dalla stampa locale, dietro all’escalation delle ostilità fra Gaza e Israele ci sarebbero precise disposizioni del generale iraniano Qassem Soleimani, comandante della Forza Quds (l’unità delle Guardie Rivoluzionarie per le operazioni all’estero). Con ogni probabilità, secondo le fonti riprese da Israel HaYom, è stato Soleimani a dare “luce verde” al cecchino palestinese che ha sparato all’ufficiale israeliano. Il gruppo terrorista Jihad Islamica palestinese, che ha orchestrato gran parte delle provocazioni dei giorni scorsi lungo il confine fra Gaza e Israele, risponde direttamente ai suoi padrini in Iran. Le forze di Soleimani schierate in Siria hanno subito colpi pesanti, nelle prime ore di lunedì mattina, da parte dell’aviazione israeliana, dopo che avevano lanciato un missile terra-terra sulle alture del Golan.
(Da: Israel HaYom, Times of Israel, 23.1.19)

Secondo un reportage del quotidiano kuwaitiano Al-Jarida, il comandante della Forza Quds Force, Qasem Soleimani, ha visitato la Siria meridionale in una località a meno di 40 km dalla linea del cessate il fuoco con Israele sulle alture del Golan, violando un precedente accordo americano-russo-israeliano sulla presenza iraniana nel paese. Sarebbe questo il fatto che ha scatenato l’azione israeliana di domenica contro obiettivi iraniani e Hezbollah presso Damasco. Sempre secondo Al-Jarida, la visita segreta di due ore di Soleimani, monitorata dai servizi di intelligence, è avvenuta due giorni prima che le forze iraniane sparassero il missile da un’area vicino a Damasco verso le alture del Golan israeliane. Stando a un alto funzionario iraniano citato dal giornale, il Supremo Consiglio di Sicurezza Nazionale iraniano si è riunito lunedì sera per ascoltare la relazione di Soleimani sulla sua visita in Siria e sugli attacchi israeliani.
(Da: Jerusalem Post, 23.1.19

Il comandante della Forza Quds, Qasem Soleimani, ad un raduno delle Guardie Rivoluzionarie a Teheran

“Invece di intromettersi nelle elezioni israeliane, sarebbe meglio che Soleimani desse un’occhiata alle condizioni in cui si trovano le basi iraniane che cerca di stabilire in Siria: finché sarò primo ministro, non smetteremo di combattere contro questo loro trinceramento”. Lo ha scritto mercoledì su Twitter il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, reagendo alle dichiarazioni attribuite al generale iraniano Qasem Soleimani. Secondo il quotidiano kuwaitiano Al Jarida, durante una visita la scorsa settimana nel sud della Siria (che avrebbe dovuto rimanere segreta), avrebbe detto ai dirigenti iraniani che una dura rappresaglia iraniana contro i raid israeliani farebbe perdere le elezioni a Netanyahu. Soleimani ha anche detto che l’Iran dovrebbe sparare missili contro obiettivi nel centro di Israele per ogni missile israeliano sparato contro obiettivi militari in Siria. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, il raid israeliano di domenica avrebbe causato la morte di dodici membri della Guardia Rivoluzionaria iraniana, sei militari siriani e tre altri combattenti non siriani.
(Da: Times of Israel, 23.1.19)

L’Iran spende 7 miliardi di dollari all’anno per alimentare il terrorismo in Medio Oriente, compresa la Cisgiordania dove vuole aprire un quarto fronte contro Israele. Lo ha affermato l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, parlando martedì al Consiglio di Sicurezza. “L’ossessione del regime iraniano contro Israele non è solo ben nota – ha detto Danon – è anche molto costosa. Sette miliardi di dollari all’anno vengono investiti negli incessanti tentativi di distruggere Israele. Seguendo la sanguinosa pista del denaro che parte da Teheran si arriva ai tunnel terroristici in Libano e a Gaza e agli arsenali in Siria. Ora stanno cercando di penetrare in Giudea e Samaria (Cisgiordania)”. Danon ha spiegato che l’Iran sta usando i suoi fondi per fare della Cisgiordania un quarto campo di battaglia contro Israele oltre a Gaza, Libano e Siria. In particolare, ha spiegato Danon, l’Iran spende 4 miliardi di dollari in Siria, un miliardo di dollari in Libano, 50 milioni di dollari per Hamas e 70 milioni per la Jihad Islamica nella striscia Gaza, che vanno ad aggiungersi alle decine di milioni impiegati dall’Iran nello Yemen e alle centinaia di milioni di dollari destinati agli sciiti in Iraq. Il tutto, grazie ai miliardi di dollari iraniani sbloccati dall’accordo del 2015 sul nucleare di Teheran. “Il Consiglio di Sicurezza – ha concluso Danon – deve condannare l’Iran per i suoi atti di aggressione. Il recente lancio del missile su Israele dimostra, ancora una volta, il profondo trinceramento militare dell’Iran in Siria. L’Iran deve ritirare completamente i suoi militari e le sue milizie dalla Siria, e deve farlo immediatamente”.
(Da: Jerusalem Post, 23.1.19)