Primo: combattere il terrorismo

Gli attentati suicidi non sono gesti individuali.

Da un editoriale del Jerusalem Post

image_870Gli attentati suicidi non sono gesti individuali: sono il culmine di uno sforzo attentamente orchestrato. Il terrorista suicida è l’agente di un’intera struttura terroristica, quella struttura che è stato chiesto più e più volte all’Autorità Palestinese di contrastare e smantellare.
Invece la dirigenza palestinese, quando domenica si è riunita nel sobborgo Abu Dis di Gerusalemme est, non l’ha fatto per impartire l’ordine di smantellare le strutture del terrorismo, bensì per imprimere una escalation alla campagna contro la barriera anti-terrorismo israeliana: una misura di difesa passiva volta a contrastare lo stragismo istigato dalla propaganda palestinese. Proprio la mancanza del tratto meridionale di quella barriera ha probabilmente reso possibile l’attentato di domenica mattina contro la stazione degli autobus di Be’er Sheva…
Se, come pare purtroppo sembra provato dai fatti, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) non farà nulla per smantellare i gruppi terroristici, lascerà Israele senza altra scelta che farlo da sé, a cominciare dai mandati dell’attentato di domenica, appena si troveranno le prove a loro carico.

(Da: Jerusalem Post, 29.08.05)

Nella foto in alto: sul luogo dell’attentato suicida palestinese di domenica scorsa a Be’er Sheva