Programmi per bambini sulla tv dell’Autorità Palestinese: calunnie odiose e lavaggio del cervello
"L’occupante uccide deliberatamente donne e bambini senza motivo"; "tutto Israele è terra palestinese rubata dagli ebrei e da liberare"
In occasione della Giornata mondiale dell’infanzia (20 novembre), la tv ufficiale dell’Autorità Palestinese insegna ai bambini palestinesi che Israele li prende di mira e li uccide “deliberatamente”. La calunnia è stata propinata ai giovani spettatori dalla conduttrice del programma per bambini della tv palestinese La casa migliore.
La conduttrice Walaa Al-Battat: “Sfortunatamente, e questa è una cosa molto dolorosa di cui voglio parlarvi, un certo numero di amici ha perso il diritto di vivere perché l’occupazione [=Israele] uccide deliberatamente i bambini palestinesi, e questa è una cosa molto dolorosa”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 21.11.20)
La diffamazione è stata ripetuta dal notiziario della tv dell’Autorità Palestinese, che ha falsamente affermato che Israele uccide bambini palestinesi in “esecuzioni sommarie casuali”:
Reporter della tv palestinese: “I bambini palestinesi sono vittime di esecuzioni sommarie casuali e non vi è sicurezza per la loro vita, minacciata dal pericolo in ogni momento. Ognuno di loro, per la strada o a casa, è candidato a essere il prossimo martire”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 20.11.20)
Non è la prima volta che la popolare conduttrice Walaa Al-Battat inculca la paura nei bambini palestinesi mentendo su Israele. Lo ha fatto per esempio nel 2015, paradossalmente proprio mentre in Israele si registrava un’ondata di aggressioni palestinesi all’arma bianca contro cittadini israeliani.
Conduttrice Walaa Al-Battat: “L’occupazione [=Israele] prende di mira i bambini dappertutto. Nelle scuole, vicino alle loro case. Dobbiamo stare molto attenti, adesso. Stiamo fronteggiando gli occupanti che agiscono in modo terroristico molto barbaro. Cercano di uccidere le persone ovunque. Sono barbari, o miei giovani amici. Cercano di uccidere senza motivo persone che stanno solo camminando sulla propria terra. Muovono varie accuse contro di loro. Questa si chiama barbarie, amici miei. State sempre molto attenti. Tutti i ragazzi sotto i 18 anni, e i bambini sotto i 15 anni, quando uscite la vostra mamma o il vostro papà dovrebbe accompagnarvi. Voglio dire che un adulto dovrebbe accompagnarvi”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 13.8.15)
Affermazioni simili si sono lette lo scorso 13 agosto in un editoriale del quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida nel quale si affermava che il governo israeliano “scatena orde di coloni e bande sioniste non ufficiali per uccidere apertamente bambini, giovani, donne giovani e adulte e anziani palestinesi”.
(Da: palwatch, 24.11.20)
L’Autorità Palestinese insegna ai bambini palestinesi, nati decenni dopo la fondazione dello stato d’Israele nel 1948 e dopo il “riconoscimento reciproco” degli anni ’90, a considerare se stessi come abitanti delle città “rubate dagli ebrei” e come “profughi” che vivono “temporaneamente” nei territori palestinesi, inducendoli a credere che in futuro “libereranno la Palestina” e vivranno in un mondo senza Israele. Si è visto bene in un programma per ragazzi intitolato Un bambino e un campo profughi andato in onda lo scorso 3 novembre sulla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese. Attraverso le parole di un ragazzino di 12 anni, ai bambini palestinesi è stato insegnato che sono vittime degli “ebrei”, ma che il loro stato di sofferenza è solo temporaneo giacché il loro “ritorno in Palestina”, cioè in Israele, è sicuro.
Durante la trasmissione, dopo che sullo schermo è stata mostrata una mappa nella quale sono indicate come parte della “Palestina” da “liberare” città e luoghi israeliani (la Galilea, il deserto del Negev, Safed, Tiberiade, Nazareth, Beit Shean, Giaffa, Lod, Ramle, Beer Sheva oltre a Gerusalemme), il ragazzino dodicenne, intervistato circa il suo “struggimento” per Lod, dice che sogna ogni giorno l’aeroporto che è stato “giudaizzato e chiamato Ben Gurion” da quella che lui chiama “l’occupazione”, il termine con cui pubblicistica e propaganda palestinese fanno riferimento all’intero stato di Israele. Alla fine il dodicenne esprime la sua speranza e fiducia che “domani” i palestinesi “torneranno e libereranno la Palestina”.
Testo sul foglietto in apertura: “Sicuramente ritornerò”.
Conduttrice Walaa Al-Battat: “Lod è una delle antiche città della Palestina, 38 km a nord-ovest di Gerusalemme, 16 km a sud-est di Giaffa. Abd Al-Rahman Baba è un bambino di 12 anni di Lod. Vive nel campo profughi di Al-Amari: temporaneamente, perché tornerà a Lod. Lod è dentro di lui, e là è il suo struggimento”.
Abd Al-Rahman Baba: “Gli ebrei ci hanno rubato la terra. Io aspetto già da 12 anni, mio padre da 40 e mio nonno da 70 anni. Gli ebrei hanno preso la nostra terra con la forza e ci hanno insediato nei campi. Spero di tornare a Lod, la mia città”.
Conduttrice: “Pensi che domani torneremo?”
Abd Al-Rahman Baba: “Sì. Sento che domani tornerò e libererò la Palestina. Ogni giorno, ogni minuto e ogni anno immagino di essere a Lod, immagino di giocare con i miei amici, i miei vicini, nel nostro cortile. Immagino la nostra casa, come sarà. Immagino l’aeroporto di Lod, che l’occupazione [=Israele] ha giudaizzato e chiamato Ben Gurion. Ovviamente torneremo e vivremo in quelle case”.
Conduttrice: “Questo è il bambino profugo palestinese, dopo decenni di status da profugo. Non c’è sostituto per il ritorno. Niente gli farà dimenticare la patria da cui sono stati espulsi”.
(Da: tv ufficiale dell’Autorità Palestinese, 3.11.20)
(Da: palwatch, 1.12.20)