Quale alternativa per il mondo arabo?

Un mondo che non conosce libertà, e dove l’unica spaventosa alternativa sarebbe quella dei fanatici religiosi.

Da un articolo di Ray Hanania

image_3047Molti hanno seguito con grande attenzione gli avvenimenti in Tunisia, dove i manifestanti hanno abbattuto una dittatura repressiva durata mezzo secolo, che vedeva un tiranno succedersi all’altro.
La popolazione della Tunisia, come la maggior parte della popolazione nel mondo arabo, non ha mai avuto modo di assaporare la vera libertà. Nel 1987 Zine El Abidine Ben Ali inscenò un colpo di stato incruento che spodestò un tiranno e prese nelle sue mani il futuro del paese. Questo ciclo si è concluso quando un giovane laureato tunisino si è dato fuoco, il mese scorso, per protestare contro la politica dispotica del governo, dando la stura a una serie di proteste e rivolte per le strade. Ben Ali è fuggito dal paese, ma il suo governo e la sua politica repressiva sono fatti propri dai suoi compari politici, per cui la domanda di democrazia e la libertà in Tunisia è destinata a restare inascoltata.
Molti vorrebbero vedere le fiamme della libertà dilagare in tutto il mondo arabo e anche in Israele (dove lo stato ebraico gode di un sistema doppio: piena democrazia per alcuni, meno per altri). Ma nel mondo arabo è molto peggio. Israele sarà anche una democrazia tutt’altro che perfetta, ma nel mondo arabo la democrazia non c’è proprio per niente. Non vi sono libertà in Egitto, in Giordania, in Siria e in Libano, dove la violenza delle fazioni sta risollevando la sua orribile testa, questa volta con una vendetta di Hezbollah. Il Libano è il paese arabo che si è più avvicinato ad essere una vera democrazia, ma i fanatici religiosi continuano sbarrano la strada a tale traguardo.
L’Egitto è una dittatura. Il cosiddetto presidente Hosni Mubarak a quanto si dice in procinto di mettersi a riposo e comunque impegnato nei preparativi in vista della sua dipartita, spinge il figlio come suo successore. Il nepotismo è una caratteristica cardine delle dittature arabe, e l’Egitto non fa eccezione. La vera minaccia che mette in pericolo la dittatura di Mubarak è, in effetti, la ragione per cui questi mantiene il controllo su quel paese impoverito e oppresso: è il fatto che i fanatici religiosi sono l’unica alternativa alla tirannia secolare di Mubarak; e i fanatici religiosi prospettano un futuro ancora più spaventoso, privo di qualunque parvenza di libertà.
I fanatici sono il ciclone che incombe sul Medio Oriente e la sola risposta finora in grado di per impedire loro di prendere il potere in diversi paesi arabi è stata la dittatura. Il Libano è un ottimo esempio di come l’estremismo religioso impersonato da Hezbollah minaccia di distruggere la democrazia laica di cui quel paese ha goduto a mala pena. Hezbollah ne sta già prendendo gradualmente il controllo.
Altrove c’è l’Iraq, che ha un governo fantoccio controllato dai militari americani: vi si sono tenute le elezioni, ma ci son voluti più di otto mesi di maneggi e macchinazioni americane per arrivare a una parvenza di conclusione.
La Giordania è in posizione precaria. Governata da un monarca assoluto, si trova a fronteggiare lo stesso fanatismo religioso che minaccia l’Egitto. Davanti alla scelta fra gli estremisti religiosi e la tirannia che attualmente controlla paesi come l’Egitto, la Giordania ed anche la Siria, la tirannia sembra di gran lunga il meno peggio. Ecco quale sembra essere il futuro per il mondo arabo.

(Da: YnetNews, 19.1.11)

Nella foto in alto: Ray Hanania, autore di questo articolo: editorialista palestinese americano, scrittore satirico, fondatore di Yalla Peace