Quando i diritti storici del popolo ebraico vennero sanciti come diritti giuridici dalla comunità internazionale

A cento anni dalla Conferenza di Sanremo che diede forma al moderno Medio Oriente

Di Dore Gold, Dror Eydar

Dore Gold, autore di questo articolo

In questo mese il popolo ebraico commemora il centenario della Conferenza di Sanremo, che si tenne nella città italiana tra il 19 e il 26 aprile 1920 a seguito della prima guerra mondiale. Vi parteciparono il primo ministro britannico Lloyd George e il suo ministro degli esteri, Lord Curzon, insieme ai primi ministri di Francia e Italia. Vi presero parte anche rappresentanti di Belgio, Grecia e Giappone. Insieme costituirono quello che venne chiamato il Consiglio supremo delle potenze alleate e associate. Molti hanno sentito parlare delle altre grandi conferenze del dopoguerra come la Conferenza di pace di Parigi o le Conferenze di Ginevra alla fine della seconda guerra mondiale. Invece la Conferenza di Sanremo rimane per lo più sconosciuta a molte persone, nonostante sia quella che ha creato per la maggior parte del XX secolo le basi geografiche del moderno Medio Oriente.

Sanremo si occupò della sistemazione dei territori che fino al 1920 avevano fatto parte dell’Impero ottomano, uscito sconfitto nella guerra appena terminata. Formalmente gli Ottomani rinunciarono alle loro pretese di sovranità su queste terre, a volte chiamate “Asia araba” nel Trattato di Sèvres, firmato il 10 agosto dello stesso anno di Sanremo. Fu a Sèvres che fu elaborato un progetto di accordo di pace tra gli alleati e l’Impero ottomano.

La Conferenza di Sanremo, 1920

Ciò che fecero questi trattati del primo dopoguerra fu dare forma a un sistema di stati arabi, da un lato, e a una “sede nazionale per il popolo ebraico” dall’altro. La Dichiarazione Balfour del 1917 era stata essenzialmente una dichiarazione di politica britannica. Ma la Conferenza di Sanremo trasformò la Dichiarazione Balfour in un trattato internazionale vincolante, gettando le basi per il Mandato della Società delle Nazioni che sarebbe stato varato nel 1922. Come è stato sottolineato, a Sanremo i diritti storici del popolo ebraico divennero diritti giuridici del popolo ebraico (incardinati nel diritto internazionale).

Questi diritti giuridici del popolo ebraico furono soppiantati negli anni successivi? Nel 1945, al momento della stesura della Carta delle Nazioni Unite gli estensori erano consapevoli che in futuro si sarebbe potuta porre questa questione. Per questo inclusero nella Carta delle Nazioni Unite l’articolo 80, che afferma specificamente: “Nessuna disposizione di questo capitolo deve essere interpretata in maniera da modificare in alcun modo i diritti di uno stato o di una popolazione o le disposizioni di atti internazionali vigenti di cui siano parte membri delle Nazioni Unite”. Ed è così che le basi dei diritti giuridici del popolo ebraico, stabilite alla Conferenza di Sanremo, sono state garantite e preservate per il futuro.

(Da: Jerusalem Post, 26.4.20)

Dror Eydar, autore di questo articolo

Scrive Dror Eydar, ambasciatore d’Israele in Italia: La Lega delle Nazioni venne istituita alla fine della prima guerra mondiale, e fu la prima organizzazione intergovernativa ad avere come scopo la sicurezza collettiva mondiale, da perseguire attraverso la diplomazia. La Francia, il Regno Unito, l’Italia e il Giappone, membri permanenti del Consiglio Esecutivo, guidavano un nuovo ordine mondiale, in seguito al crollo di tre imperi (tedesco, austro-ungarico e ottomano). La Lega delle Nazioni nacque durante la Conferenza di Pace di Parigi (1919-1920), nella quale si riunirono oltre 30 delegazioni nazionali, per definire i dettagli di questo nuovo mondo.

La Conferenza ridisegnò la mappa dell’Europa e discusse proposte relative a diverse questioni, tra cui il destino dei territori dell’ex Impero ottomano. A questo proposito, il leader arabo, l’emiro Faysal, chiese l’istituzione di un unico ampio stato pan-arabo (sul territorio che oggi si estende dalla Siria fino allo Yemen), mentre il leader sionista Chaim Weizmann avanzò la richiesta di ricostituire una patria ebraica sul territorio dell’antico Regno d’Israele (che include anche una parte dell’attuale Giordania). In una bellissima ma dimenticata pagina di storia, nel 1919 Weizmann e Faysal si incontrarono e raggiunsero un accordo, per sostenere reciprocamente le proprie richieste. I due leader immaginarono il nazionalismo arabo e il nazionalismo ebraico coesistenti pacificamente nel nuovo mondo post-ottomano. A Parigi, tuttavia, non fu raggiunta alcuna decisione sui territori dell’ex impero ottomano e, nell’aprile del 1920, le potenze si riunirono una settimana a Sanremo, per sistemare la questione. Gli Stati Uniti vi presero parte come osservatori.

Lettera dell’emiro Faysal Hussein a Felix Frankfurter, delegato sionista alla Conferenza di Parigi insieme a Chaim Weizmann, 1.3.1919 (clicca per ingrandire)

Quello che oggi conosciamo come Medio Oriente, all’epoca era una vasta distesa senza confini. Il 25 aprile 1920 fu firmata la Risoluzione di Sanremo. Le potenze decisero la spartizione del Medio Oriente in tre mandati territoriali, sotto la supervisione di Gran Bretagna e Francia. I mandati su Siria e Mesopotamia sarebbero stati esercitati fino a quando esse sarebbero state in grado di reggersi da sole, come stati arabi indipendenti. La Gran Bretagna, potenza mandataria in Palestina (il nome dato alla Giudea dall’imperatore Adriano, a seguito della repressione della rivolta degli ebrei), era responsabile dell’attuazione della Dichiarazione Balfour, che favoriva «la creazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico». Il 24 luglio 1922 la Lega delle Nazioni, con 51 stati membri, approvò all’unanimità i Mandati, riconoscendo ufficialmente «il legame storico del popolo ebraico con la Palestina e le basi per la ricostituzione del loro focolare nazionale in quella terra». La Palestina mandataria includeva anche il territorio di tutta l’attuale Giordania, ma quest’ultimo ne fu in seguito escluso.

La Conferenza di Sanremo è quindi un evento storico di grande rilievo. Per la prima volta dalla distruzione di Gerusalemme nel primo secolo, le nazioni del mondo riconoscevano a pieno titolo il diritto legale del popolo ebraico alla Terra d’Israele, e gli conferivano l’autorevolezza del moderno diritto internazionale. Nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale, furono istituite le Nazioni Unite, che subentrarono alla Lega delle Nazioni, sperando di riuscire laddove essa aveva fallito. L’art. 8o della Carta delle Nazioni Unite stabilisce la continuità automatica dei «diritti di qualsivoglia stato e qualsivoglia popolo…». In questo modo veniva riaffermato il valore della Risoluzione di Sanremo quale strumento legale del sistema delle Nazioni Unite.

La Conferenza di Sanremo è divenuta simbolo della profonda e lunga amicizia tra il popolo italiano e il popolo d’Israele. Nel 1945 la Brigata Ebraica della Palestina Mandataria, facente parte delle Forze Alleate, contribuì alla fine dell’occupazione nazista dell’Italia e alla sua Liberazione, raggiunta il 25 aprile 1945, esattamente 25 anni dopo la firma della Risoluzione di Sanremo. Altri tre anni più tardi, il diritto degli ebrei ad avere uno stato veniva pienamente realizzato, e nasceva lo stato d’Israele. Tra i leader mondiali presenti a Sanremo nel 1920, sulla culla del nascituro stato ebraico (fra cui il primo ministro britannico e quello francese, i rappresentanti giapponese e americano), il presidente del consiglio italiano Francesco Nitti fu probabilmente l’unico che visse abbastanza a lungo da poter assistere alla meraviglia della rinascita di Israele. Morì infatti nel 1953. Grazie Presidente Nitti. Grazie Italia.

(Da: Corriere della Sera, 25.4.20)