Quando l’Autorità Palestinese si schiera con i terroristi islamisti

Immediate condanne delle vignette su Maometto, non una parola sulla decapitazione di francesi innocenti

Di Itamar Marcus

Manifestazione a Ramallah contro le vignette su Maometto e la libertà d’espressione in Francia (il manifestante tiene con la mano sinistra la tipica mappa delle rivendicazioni palestinesi: Israele è cancellato dalla carta geografica)

La Francia si trova sotto una serie di attacchi da parte di terroristi islamisti come non accedeva da diversi anni e l’Autorità Palestinese sceglie di stare dalla parte dei terroristi.

Gli attacchi terroristici sono iniziati dopo che un insegnante francese, Samuel Pety, ha mostrato in classe alcune vignette del profeta Maometto (già pubblicate anni fa) come esempio di libertà di espressione, ed è stato decapitato da un fanatico musulmano. Reagendo all’attentato avvenuto in un sobborgo di Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato in difesa della libertà di espressione e ha definito l’omicidio “un tipico attacco terroristico islamista”. Successivamente un altro musulmano ha ucciso tre cristiani in una chiesa a Nizza, tra loro una donna anziana che è stata decapitata. Pochi giorni dopo, un altro terrorista ha sparato e ferito un sacerdote mentre usciva di chiesa. Intanto, folle di musulmani stanno manifestando in molte parti del mondo contro la Francia e contro la libertà d’espressione difesa da Macron.

In questo contesto, è significativo che l’Autorità Palestinese abbia scelto di schierarsi dalla parte degli islamisti. Le fonti ufficiali di news palestinesi non hanno pubblicato nessuna condanna da parte del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, o di qualsiasi altro leader dell’Autorità Palestinese, per l’assassinio di innocenti cristiani francesi. In effetti, nessuno dei leader palestinesi ha nemmeno menzionato gli omicidi. Invece, pur facendo ben attenzione a non citare la Francia per nome dal momento che Parigi è uno dei principali sostenitori finanziari dell’Autorità Palestinese in Europa, i capi religiosi dell’Autorità Palestinese, compreso il Ministero degli affari religiosi, hanno condannato la pubblicazione delle vignette su Maometto dicendo che “alimentano lo spirito di odio e ostilità”.

Dall’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa, 28 ottobre 2020: «Il Ministero degli Affari Religiosi ha espresso il suo rifiuto dell’affronto al Profeta Maometto. Il Direttore Generale del Ministero degli Affari Religiosi nel distretto di Ramallah, Wafiq Alawi, ha detto: “Il Ministero, tutto il suo personale amministrativo e tutti gli imam di moschea, i predicatori e i guardiani hanno seguito con grande sdegno la pubblicazione delle vignette che insultano il Profeta Maometto. Mettiamo in guardia dal continuare questi affronti. Ciò alimenta lo spirito di odio e ostilità e contribuisce a seppellire la cultura della tolleranza e della pace tra i popoli”».

Dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 26 ottobre 2020: «Il più alto esponente religioso dell’Autorità Palestinese, il Gran Mufti Muhammad Hussein, “ha condannato la pubblicazione di immagini che offendono l’onorevole Profeta Maometto” e ha affermato che “questo affronto è immorale”».

Da notare che il Gran Mufti ha aggiunto: “Coloro che [hanno mostrato le vignette] sono completamente ignoranti”. Ma non ha ritenuto di esprimersi sul grado di ignoranza dell’uomo che ha decapitato l’insegnante a Parigi.

(Da. palwatch, 1.11.20)

 

Martedì, dopo una settimana di proteste antifrancesi nel mondo musulmano e tre attentati islamisti in Francia, rispondendo a una telefonata del presidente francese Emmanuel Macron il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen (citato dall’agenzia di stampa palestinese ufficiale Wafa) ha sottolineato “la necessità che tutti rispettino religioni e simboli religiosi e non permettano nulla di offensivo verso il profeta Maometto e tutti i profeti e le religioni, condannando tutti coloro che lo fanno”, per poi aggiungere anche “il suo rifiuto dell’estremismo, della violenza e del terrorismo”.
(Times of Israel, 3.11.20)