Quando l’ostilità è evidentemente pregiudiziale
Sulla stessa pagina del quotidiano di Abu Mazen, Israele condannato per voler chiudere le moschee, Hamas condannata per non averle chiuse
Di Nan Jacques Zilberdik, Itamar Marcus
L’Autorità Palestinese ha pubblicato due messaggi opposti sulla prima pagina del proprio quotidiano ufficiale.
Un articolo del 22 marzo riportava con evidenza la condanna di Israele da parte del Consiglio islamico Waqf per aver multato un funzionario del Waqf che venerdì non aveva chiuso la moschea al-Aqsa ai fedeli. Contraddicendo le istruzioni dello stesso Ministero degli Affari Religiosi dell’Autorità Palestinese, che aveva detto ai palestinesi di pregare a casa e tenersi lontani dalle moschee, il quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese dava voce alla reazione del presidente del Consiglio islamico Waqf, Abdul Azim Salhab, che accusava Israele di sfruttare la questione coronavirus per colpire i fedeli musulmani chiudendo la moschea al-Aqsa di Gerusalemme. Salhab sosteneva anche che il Waqf “è contrario alla chiusura della moschea”. Due giorni dopo, lo stesso Waqf decideva di chiudere l’accesso di tutti i fedeli alla moschea al-Aqsa.
Lo stesso 22 marzo, l’editoriale pubblicato sulla prima pagina del quotidiano attaccava Hamas accusandola di non aver chiuso le moschee a Gaza per contenere la diffusione del virus.
Primo articolo. Titolo: “L’occupazione ha imposto una sanzione pecuniaria al direttore del Waqf di Gerusalemme con il pretesto che ha permesso le preghiere nella moschea di al-Aqsa”
«La polizia israeliana d’occupazione ha fatto irruzione ieri sera [21 marzo 2020] nell’abitazione a Gerusalemme del presidente del Consiglio Waqf, Abdul Azim Salhab, e gli ha comminato un’ammenda di 5.000 shekel perché il giorno prima non aveva impedito ai fedeli di partecipare alle preghiere del venerdì. Salhab ha dichiarato: “L’obiettivo di queste manovre e di queste ammende è quello di chiudere la moschea di al-Aqsa ai fedeli con il pretesto di impedire la diffusione del coronavirus. La nostra posizione come Waqf è che ci opponiamo alla chiusura della moschea. Essa rimarrà aperta ai fedeli affinché preghino nel modo ottimale per proteggere la loro salute”.»
(Da: quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 22.3.20)
Secondo articolo. Editoriale che condanna Hamas perché non vuole chiudere le moschee
«L’organizzazione dei Fratelli Musulmani [di cui Hamas è una derivazione a Gaza] riconosce solo le sentenze religiose del [proprio] partito. Pertanto, attualmente cerca di infrangere le misure adottate dal governo [palestinese] per isolare il coronavirus, tra cui una chiusura temporanea delle moschee in modo che il pericoloso virus non si diffonda tra i fedeli.»
(Da: editoriale del quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 22.3.20)
Sempre lo stesso giorno, un secondo editoriale a firma Muwaffaq Mata, membro del Consiglio Rivoluzionario di Fatah, ribadiva la condanna del “disprezzo per la vita umana” mostrato da Hamas che mette in pericolo la vita dei palestinesi quando non dà ascolto all’appello dell’Autorità Palestinese di chiudere tutte le moschee e pregare a casa. E aggiungeva:
“Quello che stanno facendo è un atto criminale, più grave dei crimini dei gruppi terroristici che uccidono con armi ed esplosioni, mentre loro trasgredendo la legge e le nuove decisioni diventano strumenti e armi dell’epidemia nemica”.
(Da: quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida, 22.3.20)
(Da: palwatch.org, 23.3.20)