Quanto è importante una risoluzione corretta

Bisogna creare le condizioni perché Israele non sia costretto a tornare di nuovo in Libano

Alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_1338Scrive Ha’aretz: Bisogna insistere perché la risoluzione Onu sul cessate il fuoco impedisca, per quanto possibile, il ritorno della situazione che precedeva lo scoppio del conflitto. La bozza concordata da americani e francesi comprende clausole che vanno in questa direzione. Ad esempio, si afferma che l’Onu chiederà di cerare una zona smilitarizzata nel Libano meridionale e di schierare una forza internazionale che assista Beirut nel ripristinare la propria sovranità su quella regione e disarmare Hezbollah. La bozza concordata non chiede a Israele di ritirare immediatamente i suoi soldati dal Libano del sud, e prevede il diritto di Israele di rispondere militarmente ad altri attacchi Hezbollah. La bozza afferma inoltre che nelle prossime settimane dovrà essere approvata una seconda risoluzione che determini la composizione e il mandato della forza multinazionale… La fine diplomatica della guerra non deve per forza riflettere la situazione militare presente sul terreno al momento in cui la risoluzione venisse approvata. Al contrario, in nome della sicurezza regionale la diplomazia deve completare ciò che non hanno ottenuto i combattimenti cui Israele è stato costretto, e cioè la messa sotto controllo di Hezbollah, dei suoi sponsor e dei suoi fornitori. Un risultato diverso da questo costituirebbe una ricetta sicura per un nuovo round di resistenza israeliana contro le irrefrenabili aggressioni dal nord.

Scrive il Jerusalem Post: In termini storici la bozza franco-americana di risoluzione del Consiglio di Sicurezza deve essere vista come un successo. Dopo tutto, Israele è abituato a vedere l’Onu non fare nulla contro le aggressioni che subisce per poi correre a salvare dalla sconfitta gli aggressori quando Israele reagisce. … Questa volta bisogna dare atto a Francia e Stati Uniti che, con la loro bozza, non danno per scontato che il Libano adempia per conto suo al dovere di schierare l’esercito a sud e disarmare Hezbollah, come invece ci si attendeva che facesse dopo il ritiro unilaterale israeliano del Libano meridionale nel maggio 2000. Oggi Israele è tornato nella stessa fascia di sicurezza da cui allora si ritirò, è c’è un consenso internazionale intorno al fatto che questa volta, quando Israele si ritirerà, dovranno essere create le condizioni perché non debba farvi ritorno di nuovo. Questa volta la bozza di risoluzione prevede una forza internazionale che aiuti l’esercito libanese a rimuovere Hezbollah dalla regione a sud del fiume Litani e a pattugliare il confine fra Libano e Siria per impedire il riarmo di Hezbollah. La bozza richiede inoltre che nessun altro fornisca armi a Hezbollah, gettando così le basi per eventuali sanzioni contro Siria e Iran se dovessero continuare a farlo. Va considerato un successo anche il fatto che la bozza indica chiaramente Hezbollah come il responsabile dello scoppio della guerra e richiede che cessi tutti gli attacchi e restituisca senza condizioni i soldati israeliani trattenuti in ostaggio. Inoltre non viene chiesto alle truppe israeliane di lasciare la ripristinata fascia di sicurezza, presumibilmente finché non il loro posto non verrà preso dall’esercito libanese e dalla forza internazionale… Se invece Israele si fermerà sul campo di battaglia troppo vicino o troppo presto, o se accetterà un accordo sostanzialmente difettoso, il prezzo sarebbe incommensurabilmente più alto di quello che costerebbe insistere ora nell’ottenere il sostegno internazionale al suo obiettivo: fine permanente della capacità di Hezbollah di minacciare Israele e di sovvertire il Libano.

(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post, 7.08.06)

Nella foto in alto: Decine di pazienti trasferiti lunedì nei sotterranei anti-aerei dell’ospedale Rambam di Haifa, a causa dei continui bombardamenti Hezbollah.